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L'acqua calda riempiva la tinozza di legno quasi fino all'orlo, i vapori biancastri si dissolvevano timidi nell'aria fresca del bagno comune. C'era una semi oscurità, giusto qualche timido raggio di sole che si faceva spazio fra i battenti trasandati delle finestre. I capelli di Taehyung erano morbidi e gli ricadevano appena sulle palpebre, mentre con una mano andava a saggiare la temperatura dall'acqua, cosicché non fosse troppo fredda per Jimin.
Il biondo si era ripreso dal suo attacco di vomito improvviso, tuttavia ancora avvertiva un peso sullo stomaco che non voleva abbandonarlo. Jimin era appoggiato con la schiena al muro, gli occhi appena socchiusi e il respiro affannato, che guardava Taehyung accovacciato accanto alla tinozza. Le falangi lunghe e gentili dell'altro si muovevano sinuose nell'acqua, e il più piccolo non poteva che esserne affascinato.
I loro sguardi, poi, si incrociarono l'uno con l'altro, sul viso di Taehyung si dipinse un sorriso tenero « Ti va di entrare? L'acqua è perfetta. »

La saliva del minore scese a fatica, al solo pensiero di doversi spogliare: eppure le sue mani andarono quasi di istinto a sbottonare il camice nero col colletto alto, a disfare i polsini stretti, a sfilarsi i vestiti dalle spalle.
Poco a poco, la tunica scese fin giù le caviglie, lasciando Jimin pressoché nudo, se non coperto solamente dalla biancheria intima.
Incontrò il sorriso tenero dell'altro una seconda volta, e le sue gote si colorarono di porpora. Allungò un passo, poi un altro, finché non fu vicino alla tinozza di acqua fumante.

Taehyung gli tese una mano, per aiutarlo a reggersi nel mentre entrava nella tinozza, quando il piede timido di Jimin si immerse completamente, il biondo rabbrividí per il calore che gli scioglieva i muscoli.
Immerse entrambe le gambe glabre, reggendosi ancora al moro e con le guance arrossate per l'imbarazzo di quello sguardo così penetrante.

«Permettimi di lavarti.» asserí l'artista, che con l'altra mano stava bagnando di acqua e sapone una spugnetta.
Jimin annuí, e quando il maggiore passò la spugna calda sulla sua schiena, rabbrividí per la differenza di temperatura con l'ambiente circostante.
Taehyung faceva scivolare sapientemente la spugna sul corpo candido di Jimin, lasciandosi dietro una scia di bollicine profumate. Gli lavò le spalle prima, passando per il retro delle gambe e poi le suole dei piedi.

Si posizionò poi davanti a lui, incontrando le iridi del biondo, ormai liquide e celate dalle sue palpebre. Piccoli brividi attraversarono la sua spina dorsale, alla vista del piccolo rigonfiamento che albergava fra le mutande del più giovane. Taehyung si morse appena l'interno del labbro inferiore, maledicendosi mentalmente perché no, non avrebbe mai potuto toccare Jimin. Non se lo sarebbe mai perdonato, il fatto di aver sporcato un'anima così innocente.
Deglutí il groppone di saliva prima di alzare nuovamente lo sguardo per cercare approvazione nell'altro, che lo incitasse a continuare a lavarlo.

Trovò, con sua sorpresa invece, due pozze di lacrime, che ormai scendevano fin giù al collo e si mischiavano con la schiuma.
Jimin stava singhiozzando silenziosamente, con una mano davanti alle labbra per impedire al suono di scappare.
«Jimin... I-Io.. scusami...ho fatto qualcosa di male?» si allarmò il moro, i ricci ribelli gli ricaddero sugli occhi.
Lasciò andare la spugna, che cominciò a fluttuare sulla superficie dell'acqua insaponata, solo per poter stringere le braccia dell'altro, magrolino e svestito.

Il biondo scosse la testa, mosso da tremori più forti, eppure ancora non era in grado di spiccicare una sola parola.
La sua testa era un turbinio di emozioni, di domande, di rabbia repressa che si stava facendo largo nel suo cuore, che mai aveva conosciuto quel sentimento. Le parole del padre superiore continuavano a rimbombargli come un boato nelle orecchie, sempre più forti, più assordanti.
Si accovacciò nella tinozza, tremando, tanto che quasi non sentiva la presenza dell'altro a stringergli gli arti superiori.
Divenne piccolo piccolo nella sua disperazione, continuò a piangere silenziosamente, ignorando completamente Taehyung che cercava di parlargli. Sembrava quasi entrato in una sorta di trance mistica, incapace di svegliarsi.

«Jimin per favore rispondimi» piagnucolò il maggiore, sentendosi impotente davanti a quella scena. Era come se Jimin fosse su un altro mondo, e lui non riuscisse a contattarlo.
Lo prese per le spalle, stringendole appena e avvicinandolo a sé in un timido abbraccio.
«Jimin.. Parlami...» sussurrò con la voce spezzata.

Il biondo prese un respiro a fatica prima di emettere un lamento basso, disperato.
«Io muoio per te Taehyung.» singhiozzò «Mi fai sentire così... Vivo... Quando sono con te mi sento così bene che quasi mi dimentico la strada che ho intrapreso.» strofinò il suo nasino bagnato contro il collo di Taehyung, che immobile ancora lo abbracciava.

Petto a petto, cuore a cuore, i loro battiti si sincronizzarono come in una dolce fiaba.
«Vorrei lasciare tutto e scappare insieme a te, assaggiare le tue labbra e dormire fra le tue braccia ma è così sbagliato..» continuò il biondo. «Gli uomini non amano altri uomini, Dio non ci ha creato... omosessuali» fece fatica a pronunciare quella parola, così blasfema come i suoi sentimenti «Mi sento così sporco al solo pensare a te unito a me, eppure lo desidero così tanto.» si aggrappò meglio all'altro, che intanto lo stringeva forte per la schiena.
«Ti desidero così tanto che se mi chiedessero di morire per te, lo farei ad occhi chiusi. Lo voglio così tanto che la lussuria, l'egoismo, il peccato mi sembrano sciocchezze. Una parte di me ha ribrezzo per quello che sto dicendo, ma non posso che pensare a quanto sia felice finalmente di parlare a cuore aperto con te.» tirò su col naso, lasciando che le ultime lacrime gli rigassero le guance arrossate.
«Voglio cominciare a vivere. Con te Taehyung. Fammi sentire vivo.»

Un brivido si fece strada per tutta la lunghezza della spina dorsale di Taehyung, mosso da quelle parole tanto da stringere al suo petto il minore.
Sapere che i suoi sentimenti erano ricambiati, sapere del conflitto interiore di Jimin, e della sua decisione finale, mossero qualcosa anche dentro di lui.

Taehyung posò una mano dietro la nuca del biondo, arrancando fino a far coincidere le loro labbra, finalmente.
Stavolta non era un sogno, non era una allucinazione. Le labbra di Jimin erano lì, sulle sue, morbide e piene. Tremavano, come le sue. Non si muovevano, erano ferme lì, a voler imprimere quel momento nella sua memoria per sempre.
I respiri caldi si mischiarono, quando la mano di Taehyung si posò sulla guancia dell'altro per approfondire il bacio.
Cercò la lingua dell'altro con un mugolio basso, e Jimin preso alla sprovvista aprì le labbra cosicché il contatto fosse più profondo.

Le lingue viscide si unirono, e il biondo avrebbe tanto voluto ricominciare a piangere, stavolta per la felicità.
Strinse le piccole mani sulla casacca del pittore, lasciandosi inebriare dal peccato.

«Scappiamo insieme quindi?» uno schiocco e si guardarono negli occhi, i due complici, prima che un « si » sussurrato appena si levasse nell'aria.

Mi perdonate? 🥺🥺

Pray for my soul | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora