10

1.7K 157 105
                                    

Il rumore delle posate che si scontravano contro i piatti lo aveva sempre reso nervoso: sin da quando era un bambino, Taehyung non aveva mai sopportato quel chiasso. Lo riteneva alquanto fastidioso, lo reputava davvero snervante, ma c'era una cosa - o meglio una persona, quella sera - che rendeva le cose dieci volte più frustranti.
Jeon Jungkook.

Il diavolo dai capelli neri gli si era seduto accanto, mentre all'altro lato del tavolo c'erano Jimin e Grace - o come meglio dire, la signora Jeon- e a capotavola il padrone di casa, com'era giusto che fosse.
Namjoon aveva preparato in fretta e furia un arrosto, condendolo con delle semplici patate e accompagnandolo con un piccolo quantitativo di ramyeon a persona. Si era scusato più volte per la povertà del suo cibo, ma Jimin aveva prontamente risposto citando un passo dei libri del profeta Daniele
«Non dire così, Namjoon, non è l'abbondanza o la varietà del cibo a farne buon nutrimento. Daniele fu messo alla prova per dieci giorni, mangiando legumi e bevendo acqua… Terminati questi, si vide che la sua faccia era più bella e più florida di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re.»

Dopo una ennesima preghiera, di cui onestamente Taehyung non ne poteva davvero più, mangiarono.
In silenzio.
Nessuno osava dire nulla.

Grace aveva gli occhi bassi e gonfi, ancora scossi dal pianto; Namjoon era stanco, provato dal lavoro mattutino nei campi mentre Jimin non lasciava trasparire alcuna emozione dal suo viso.
Era come se avesse una maschera di cera, mangiava con una lentezza sovrumana e con gli occhi socchiusi, come se stesse internamente ringraziando il suo Dio per quel pasto. Sembrava una statua, una di quelle che si vedevano nelle processioni.

E poi c'era Jungkook.
Non si era per nulla tolto quel sorrisetto odioso dalle labbra, non aveva per nulla accennato a un minimo di risentimento per quella poverina di sua moglie che aveva passato il pomeriggio in pena per lui.
Taehyung preferí tenere lo sguardo sul suo piatto, timoroso di incontrare gli occhi del prete che gli sembravano solo giudicarlo, e troppo codardo per guardare la moglie dell'uomo con cui aveva avuto quasi un rapporto completo.

«E quindi, Jimin, a Gennaio diventi un sacerdote a tutti gli effetti, mh?» chiese Namjoon, con un tono di voce rispettoso, nonostante fosse chiaro che il soggetto della sua frase fosse di molto più piccolo di lui.
L'interpellato smise di mangiare e annuí prontamente, con un piccolo sorriso in volto.
«Sì, effettivamente quel giorno si avvicina...» Sospirò sognante «Potrò finalmente celebrare la mia prima messa proprio il primo giorno dell'anno nuovo, e ovviamente siete tutti invitati.» si sistemò il colletto nero andando poi ad allargarlo appena.

«Beh mancano ancora due mesi.» la voce tagliente di Jungkook andò a sfilettare veloce come una spada da scherma contro il suo avversario.
Jimin colse il leggero astio verso i suoi confronti del corvino, ma i suoi insegnamenti morali gli impedivano di curarsene e rispondere in malo modo.
«Hai ragione, ma posso assicurarti che passano molto in fretta.» rispose il biondo, con voce calma, e Taehyung quasi si chiese come avesse fatto ad evitare di cominciare una specie di rissa verbale con Jungkook visto il tono che aveva usato l'uomo.

«Taehyung è qua già da una settimana e mi sembra che sia arrivato solo ieri!» esclamò ridacchiando Namjoon, con le sue due adorabili fossette in bella vista.
L'artista si sentí chiamato in causa e fece un mezzo sorriso verso il proprietario di casa, ma Jimin gli rivolse subito una domanda.
«Come mai proprio Goyang? Namjoon mi ha detto che vieni dalla città.»

«In realtà non avevo una meta precisa. Quando ho lasciato casa-» si bloccò nel preciso istante in cui avvertí la mano di Jungkook accarezzargli la coscia da sotto il tavolo, coperto dalla tovaglia. Taehyung incontrò di sfuggita gli occhi di Jimin, che quasi gli intimavano di continuare e tossí per mascherare il suo evidente disagio, poi continuò «E-ecco diciamo che ho sempre avuto problemi con la mia famiglia quindi volevo scappare, sono orfano da quando ero ragazzino e-»

Le dita sottili di Jungkook si mossero verso il suo interno coscia e Taehyung fu costretto a metter giù le posate per non conficcargli la forchetta dritta dritta nei gioielli della famiglia Jeon.
«E quindi... Ho sempre vissuto con mia zia, che è non vedente. Potete immaginare la mia - ughhhh» un leggero lamento lasciò le sue labbra quando il corvino andò a solleticare la sua intimità «Frustrazione e decisamente infelicità in quella situazione.» marcò le ultime due parole con forza, facendo voltare dall'altra parte Jungkook, che quasi non scoppiava a ridere.

Il corvino si morse il labbro inferiore, dando dei piccoli colpetti al membro semiduro di Taehyung, visibilmente infastidito dai suoi giochetti bambineschi.
Jimin, dall'altro lato del tavolo, non poteva immaginare cosa stesse succedendo sotto di esso, e fu colpito solamente dalla piccola risata di Jungkook, e stizzito esclamò
«Questa situazione ti fa ridere, Jungkook hyung?» e non ottenne risposta dal corvino, che in tutta risposta sollevò un sopracciglio. «Non provi neanche un briciolo di pietà per questo povero ragazzo che ha dovuto subire tutto questo??»

"Oh Jimin, se solo sapessi che cosa questo bastardo mi sta combinando sotto al tavolo, non saresti così sorpreso."

«E tu Jimin, ti sei forse scordato di quello che è successo a me?» sibilò annoiato il corvino, scambiandosi uno sguardo infuocato col sacerdote.
Taehyung si accorse che la mano del maggiore non occupava più il posto sulla sua coscia, e a giudicare dall'elettricità di cui era carica l'aria, qualcosa a lui sconosciuto doveva essere nascosta fra le righe del loro discorso.

Il biondo fu subito zittito dalle parole del più grande, e dopo aver abbassato lo sguardo, imbarazzato, andò a tamponarsi la bocca con un tovagliolo pulito.

«Bene, Namjoon, ti ringrazio moltissime per la cena, abbiamo apprezzato entrambi. Ora direi che sia ora per me e mia moglie di rientrare a casa.» si alzò dalla sedia, lasciando una ultima carezza alla coscia soda di Taehyung, attento a non farsi scoprire dai presenti.

Anche Grace, che per tutto quel tempo non aveva parlato, si alzò dal suo posto, andando a seguire come un fedele cagnolino il suo bello e dannato marito.
La coppia fece un inchino, e Namjoon lì accompagnò alla porta, lasciando Taehyung e Jimin soli ancora seduti al tavolo.

Prima di andar via, Jungkook lanciò una ultima occhiata carica di astio verso il biondo, richiudendosi poi la porta alle spalle.

Jimin,poi, quando notò Namjoon ancora intento a chiudere la porta, posò delicatamente una mano sull'avambraccio del minore.
«Se hai bisogno di parlare, di un consiglio, o anche solo di sfogarti, la mia cappella è sempre aperta per te» concluse il biondo, con un sorriso angelico sul viso.





Heheheheheheheheh ciao uwu allora? Ve lo aspettavate? Qualcuno aveva già indovinato il possibile astio fra la Jikook... Ma da cosa sarà mai dato? Uwu

Pray for my soul | VminOnde histórias criam vida. Descubra agora