14. Nelle mani del nemico

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«C'è anche un'altra cosa che mi piacerebbe sapere: chi sono i suoi complici?»

La domanda di Dominic è legittima. E anche molto importante, più di tutto quello che è successo questa sera.

Se Willy avesse deciso di formare una squadra per avere maggiori possibilità di attaccare Dominic sarebbe un bel problema.

Tutti stiamo guardando il principino: io, i due uomini della sicurezza, Roxane, Lionel, mia zia e il resto del gruppo di persone che si è avvicinato a noi, compresi il tenente e il capitano. E suo fratello, Joseph.

Mi volto verso di lui. «Mi sembra che alla festa non manchi nessuno, di chi potrebbe trattarsi?»

Una coppia s'inserisce nel nostro discorso, sono marito – poliziotto – e moglie, abitano proprio accanto al mio alloggio. «Stasera mancano Elliot e Greg, due cuochi della brigata di cucina.»

Joseph porta l'attenzione sulla giovane donna che ha parlato. «E dove sarebbero?»

«Al momento non sono in centrale perché sono partiti per Aramis» prosegue il marito. «Quindi tecnicamente sono gli unici assenti alla festa. Compreso lei...»

Il poliziotto si riferisce proprio a Joseph, il quale aggrotta la fronte un po' accigliato. «Che cosa vorresti insinuare?»

«Nulla, signore.» L'uomo si irrigidisce. «Stavo solo facendo il punto della situazione.»

«E se i due cuochi non si fossero mai diretti verso Aramis?» ipotizzo.

Dominic contesta ciò che ho appena detto. Si stacca dal tavolo e abbandona le braccia conserte lungo i fianchi. «Non possono essere coinvolti in alcun modo in questa storia. Nessuno di loro è Willy.»

«Hai delle prove per affermarlo?»

Lui mi fulmina con uno sguardo ostile. «Entrambi avevano un impegno per questa sera. E poi lavoriamo insieme da molto tempo, sono brave persone.»

«Non è una giustificazione sufficiente per scagionare un possibile sospetto, purtroppo.» Joseph scuote il capo. «Dobbiamo rintracciarli e parlare con loro. In più, ho bisogno di verificare i documenti mancanti negli uffici del quinto piano.»

«Possiamo occuparci noi di contattare i due cuochi, signore» si propongono due segretarie.

«Perfetto, grazie» risponde Joseph. Guarda l'intera folla di persone. È frastornata e impaurita dagli avvenimenti. «Mi dispiace comunicare questo avviso, ma la festa è annullata.» Si solleva un brusio scontento. «Sarebbe meglio che torniate nei vostri alloggi. È per la sicurezza di ciascuno di voi. Data l'elevata quantità di cibo che è rimasto, sarà messo a disposizione gratuitamente nella mensa, quindi anche coloro che solitamente non hanno accesso ai pasti della mensa potranno consumarlo fino al suo completo esaurimento.»

Do un'occhiata alla torta, o meglio, a quello che ne è rimasto: giace quasi tutta a terra. Un vero peccato, avevo una voglia matta di assaggiarla. Vorrà dire che domani pomeriggio mi presenterò in mensa per accaparrarmi almeno i deliziosi salatini. Sì, quelli che ha preparato Dominic, a cui non concederò la soddisfazione di farglielo sapere.

I membri della centrale cominciano a uscire lentamente dalla sala come un gregge. Dovrei tornare anch'io a casa. Il mio abito e i miei capelli sono ancora bagnati dal punch all'arancia che mi è cascato sulla testa. I tacchi che indosso, invece, mi hanno distrutto i piedi a causa delle continue corse.

Mia zia ha recuperato la sua borsetta e se la mette in spalla. Lionel ci saluta e si aggrega alla massa che sta uscendo, mentre Roxane resta con me.

«Noi andiamo» riferisce mia zia a Joseph, che annuisce.

«Vai pure, Altea» la congeda. Sposta gli occhi su di me per salutarmi. Quando osserva nuovamente lo stato in cui sono messa, mi salgono quasi le lacrime dalla disperazione. «Eva avrebbe bisogno di una bella doccia.»

Your Galaxy Bodyguard (since 2099)Where stories live. Discover now