⚡️ - Danger

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Non chiusi occhio tutta la notte.
Quella prima giornata di lavoro fu straziante e, nonostante questo, il pensiero che mi teneva sveglia era proprio quello del mio capo, il signor Park.

Passai tutto il giorno seduta alla mia scrivania, non andai nemmeno in bagno per non cercare di incontrarlo.

Era assurdo come cercasse in tutti i modi di prendermi sotto la sua ala, e non in senso buono.

Ebbi l'occasione di parlare con alcune impiegate durante la pausa pranzo, ovvero l'unico momento in cui non mi nascondevo da lui, e mi raccontarono tantissime voci che circolavano su di lui, alcune delle quali riguardavano casa sua.

Si diceva che casa sua fosse una reggia, e su ciò non avevo dubbi, ma la cosa che mi lasciò sconvolta fu che sembrava avere una stanza segreta.
Non so cosa intendessero con segreta, ma ognuno faceva le proprie ipotesi.

Mi voltai verso l'altro lato del letto, dove mi accorsi che era già ora di alzarsi per andare a lavoro.
Mi feci forza, anche se onestamente avrei preferito rimanere sotto il mio caldo piumone.

Come di consuetudine, presi il cellulare per controllare le eventuali notifiche e, alla faccia di quest'ultime, trovai una miriade di messaggi di buon compleanno da parte di amici e parenti.

"Oddio, mi sono dimenticata del mio compleanno" esclamai, grattandomi il capo e ribadendo ancora una volta il mio essere totalmente sbadata.

Per fortuna non trovai messaggi indesiderati da parte del signor Park.
Forse, si era finalmente arreso.
O forse no.

Mi preparai, facendomi un minimo carina per il mio compleanno, anche se quest'anno non lo avrei festeggiato, dato che probabilmente nessuno a Seoul ne era al corrente.

Indossai un completo celeste, composto da pantaloni a vita alta e una camicia leggermente più larga del solito.

Corsi giù dalle scale, rischiando anche qualche scivolone, a causa del mio perenne ritardo con gli autobus.
Ma quella mattina, non ne ebbi bisogno.

Trovai il signor Park davanti a casa mia, senza nessun autista o personaggi vari.
Solo lui, al posto di guida, parcheggiato davanti al mio appartamento.

"Forza sali, abbiamo un compleanno da festeggiare" esclamò, facendomi segno di salire in auto.

Inclinai leggermente la testa, guardandolo con un'espressione stranita.

"E io devo lavorare signor Park, è solo il secondo giorno" risposi, ridendo tra me e me.

Era davvero una sorpresa carina da parte sua, ma entrambi dovevamo lavorare, e di certo non potevo permettermi di festeggiare il mio compleanno mentre gli altri dipendenti lavorano duramente.

A quel punto, abbassò gli occhiali da sole e cominciò a lamentarsi come un neonato.

"Dai, per favore, concedimi almeno questa senza fare storie, ti prego" continuò.
Potevo percepire il suo scalciare fin dall'entrata del palazzo.

Alla fine, gliela diedi vinta.

Salii in macchina, sbuffando silenziosamente. Al contrario, Park cominciò a gongolare tutto contento, come quando si regalano le caramelle ai bambini.

"Dove andiamo?" chiesi guardandomi attorno.
Non avevo ancora avuto modo di visitare la cittá, perció molti luoghi mi erano ancora estranei.

Ovviamente, il simpatico si limitò a dire "non lo so, vedrai".

Voltai il capo verso il finestrino, guardando gli immensi palazzi che decoravano le strade trafficate.
Erano solo le otto di mattina, eppure il traffico era immenso.
Per Seoul nulla era troppo tardi o troppo presto, la città era sempre e comunque attiva a qualsiasi ora della giornata.

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⏰ Last updated: Feb 16, 2021 ⏰

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Sour Candy || Park Jimin ⚡️Where stories live. Discover now