⚡️ - Airplane

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"Che sonno uffa!" continuai a ripetere mentre guardavo insistentemente gli aerei decollare e atterrare dalla grande vetrata dell'aeroporto di Gimhae.
Il mio volo sarebbe dovuto arrivare in un'ora, e io non riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Aspettavo impaziente il momento in cui avrei potuto sedermi, con la morbida copertina da stendere sulle ginocchia tipica degli aerei, mentre schiacciavo un pisolino lungo qualche ora.
Per far passare il tempo che mi divideva dalla soffice copertina, decisi di prendere un paio di snack al distributore automatico proprio di fronte a me.

"Oh fantastico! Le patatine alla pannocchia!"

Andavo matta per quelle piccole crocchette di mais, anche se ero assolutamente consapevole che quest'ultime non fossero il massimo per quanto riguardava la salute.
Infilai le monetine, cliccai il codice corrispondente e due piccoli pacchettini scesero verso le mie mani.
Nel momento in cui feci per aprire il primo pacchetto, sentii il cellulare vibrare nella borsa.

*numero sconosciuto*

Guardai il display del telefono con aria confusa. Non tanto per il numero sconosciuto, ma per il contenuto di questo.

*Ciao sei Soyeon? Quando arrivi?*

Provai a pensare a chi potesse essere il mittente, ma non arrivai a nessuna conclusione.
Optai per lasciare non letto il messaggio, o almeno fino a quando non sarei riuscita a capire chi lo avesse mandato.
In quel momento però, pensavo solo a dormire.
Finalmente, le hostess presenti al gate aprirono il passaggio d'entrata per arrivare all'aereo. Alla velocità della luce, mi incamminai verso quello che era il percorso per entrare in aereo, per poi trovare finalmente il mio posto a sedere.
Non era la prima volta che volavo, anzi, mi piaceva molto farlo. In particolare, adoravo il posto verso la finestra, cosí per potermi godere per tutta la durata del viaggio il paesaggio ricoperto di nuvole che il cielo regalava.
Quella mattina, al contrario, l'unica cosa che volevo godermi era una bella dormita, e cosí feci.
Dopo aver ascoltato le solite indicazioni di sicurezza ripetute dalle hostess di volo, mi addormentai subito dopo il decollo.

**********

Mi risvegliai con il tonfo causato dall'atterraggio dell'aereo sulla pista dell'aeroporto di Incheon.
Impiegai qualche minuto per realizzare che effettivamente mi trovavo a Seoul e, che da quel momento in poi, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Come se la sfortuna non infierisse già abbastanza con la mia vita, appena atterrata in aeroporto mi diressi immediatamente a ritirare la mia valigia.
Quando arrivai però, restai ad osservare infinite volte il nastro traportatore girare su se stesso, ma del mio bagaglio nessuna traccia.
Avevo perso la valigia, bene.

L'avessi mai fatto.

"E ora che cosa faccio? Posso essere più sfigata? Proprio il primo giorno poi" dissi lamentandomi, cercando di trovare una soluzione piuttosto veloce al mio problema.

Decisi di avviarmi verso il punto informazioni poco distante, per appunto chiedere aiuto per quanto riguardava il mio bagaglio.

"Salve, come posso aiutarla?" chiese la signorina davanti a me, vestita di tutto punto con i lunghi capelli castani raccolti in un perfetto chignon.

"Mi scusi ma credo di aver perso la mia valigia...ho guardato tantissime volte sul rullo, ma non l'ho proprio trovata"
Cercai di essere il più esaustiva possibile, sperando che la ragazza avesse potuto aiutarmi il più velocemente possibile.
Nella valigia c'erano delle cose importanti, come beh...si cose importanti.

"Signorina, può dirmi il suo nome e cognome?" mi chiese gentilmente la signorina.

"Si, Kim Soyeon"

Nello stesso momento in cui pronunciai il mio nome, sentii qualcuno ripeterlo proprio alle mie spalle.

"Sei tu Kim Soyeon?"

Mi voltai per capire da dove provenisse la domanda e, quando lo feci, rimasi a bocca aperta.
Trovai di fronte a me si la mia valigia, ma anche un uomo alto, in giacca e cravatta, con i capelli mori, che teneva per mano il mio bagaglio tanto cercato.
Si potevano benissimo intravedere i grossi bicipiti che l'uomo possedeva attraverso le maniche della giacca elegante. Lo stesso valeva per la vita alquanto stretta, per poi finire con le cosce robuste tipiche di una persona attiva nello sport.
Sì, gli feci una radiografia dettagliata, o almeno ci provai.

"Ho preso la tua valigia per sbaglio, per fortuna ti ho trovata" disse lui, con una voce delicata ma allo stesso tempo abbastanza profonda, che riuscí per la prima volta dopo tanto tempo a farmi girare la testa.

"Ah, grazie mille Signor...?" chiesi curiosa. Una volta saputo il nome avrei potuto magari cercarlo su Facebook.
Sempre senza intento malizioso, per chiarire. Il mio intento principale era quello di ringraziarlo, ecco.

"Signor Park, Jimin Park"

Park Jimin...mi fermai.

Park Jimin era il nome dell'amministratore delegato a cui avrei dovuto fare da segretaria a cominciare dal giorno seguente.
Era proprio lui?

Prontamente feci un inchino verso il signor Park in segno di saluto e rispetto.

"Lei è l'amministratore delegato della Dynamite Entertainment, dico bene?" domandai a Park, sperando che fosse proprio lui l'uomo con cui avrei dovuto passare tutte le giornate a lavoro.

Diciamoci la verità, era proprio bello.
A primo impatto lo avrei definito come una luce, la quale avrebbe potuto sia illuminarti che metterti in ombra con il suo fascino.

"Si sono io, e penso proprio che tu sia la mia segretaria. Benvenuta a Seoul mia cara Soyeon"

Sour Candy || Park Jimin ⚡️Where stories live. Discover now