Il mio spettacolo

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Adora si svegliò domenica mattina con un mal di testa mortale e la memoria molto confusa rispetto alla sera prima. Si ricordava vagamente di essersi ritrovata mezza nuda solo per vincere chissà che gara contro Rachel. Si ricordava anche vagamente il ritorno a casa, lei e Catra sedute sui sedili posteriori con Bow. Adora stava nel mezzo, lei e l'altra ragazza si sono guardate negli occhi per tutto il viaggio. Cioè, finché Adora non si è addormentata. Da qualche parte nella sua testa erano immagazzinati i ricordi di tre risvegli: uno per salutare Glimmer, una volta arrivati difronte alla villa della sua famiglia; un altro per salutare invece Bow, che l'aveva svegliata delicatamente per avvertirla che stava sbavando nel sonno; l'ultimo era quando avevano parcheggiato davanti a casa loro, Catra che le faceva il solletico per farla svegliare, Adora aveva dormito tutto il tempo appoggiata a lei. Cavolo, forse le aveva sbavato addosso quando Bow l'ha richiamata. Se c'era una cosa che ricordava molto più che vagamente, era il fatto che lei e Catra si fossero baciate. Okay, sapeva che era per lo spettacolo, ma era certa che fosse stato più di un bacio scenico il loro. Decise di alzarsi, prendersi un caffè e cercare di ricostruire l'arrivo a casa nella sua testa. Quando si tirò su a sedere sentì un leggero lamento provenire dall'altro lato del letto.
<<Ancora 5 minuti, zia.>> mormorò Catra.
Aspetta, Catra?! Che ci fa Catra nel suo letto? Adora controllò nel panico il proprio corpo, notò che aveva ancora tutti i vestiti addosso, e Catra pure. Buttò fuori un sospiro di sollievo. Cercò in giro la felpa invernale degli Scorpioni di Arcadia, che usava di solito come pigiama, e vide che la stava indossando Catra. Adora portava invece una maglia della Blizzard a maniche lunghe, con il colletto sbottonato, e un paio di calzoncini. Cercò in giro le sue ciabatte e le trovo sotto il letto. Si sforzò di non fare rumore mentre apriva la porta e scendeva le scale. Arrivata in cucina trovò Razz che sfornava una crostata di mele, la salutò e aprì il frigo alla ricerca del caffè, che di solito facevano la sera prima e mettevano da parte.
<<Giorno, zia. A cosa devo la mia gratitudine per la torta?>>
<<Oh, Mara, tesoro. Buongiorno.>> disse Razz, pizzicandole le guance. Adora sorrise, alzando gli occhi al cielo.
<<Andiamo, zietta. So che da ragazzina somigliavo a Mara ma ormai ho 18 anni. Siamo completamente diverse.>> Razz si tolse gli occhiali, li pulì e poi guardò la nipote senza rimetterseli.
<<Adora, tesoro mio scusami, sai come sono la mattina.>>
La ragazza rise, perché lo sapeva com'era Razz, ma non solo la mattina. A volte confondeva ancora lei e Mara, come faceva sempre i primi mesi in cui Adora era arrivata a casa loro, non importava che ore fossero. Una volta scaldato il caffè e aggiunto il latte, prese una fetta di torta e si sedette su uno degli sgabelli della penisola della cucina. Adora prese lo zucchero e Razz glielo tolse di mano, colpendola poi in testa con un mestolo, solo per enfasi e senza farle male. Le mise un barattolo di miele davanti al piatto.
<<Usa questo, ti aiuterà con il mal di testa.>> aggiunse.
<<Ma come fai a saper->>
<<Credi che non mi accorga di quando stai male, Adora? Sono pur sempre tua zia.>> rispose Razz alla domanda che la nipote non aveva potuto finire. Adora le sorrise, prendendo un po' di miele per dolcificare la sua colazione. C'è chi dice che non si mette con il caffè, ma c'è anche chi mette il parmigiano sul pesce, perciò non è che Adora se ne preoccupasse. Se sua zia diceva che poteva aiutarla, allora si fidava. Una volta finita la crostata, tirò giù tutto il caffellatte rimasto, manco fosse acqua nel deserto. La testa le faceva già meno male, e forse ora sarebbe riuscita a ripensare alla sera prima senza farsi esplodere le meningi.
<<Per Diana, Adora! Che ti fanno fare a quegli allenamenti di basket?>> Razz le prese il mento con le dita e le mosse la testa, per controllarle meglio il collo. <<Sei piena di lividi. Non avrai mica fatto di nuovo a botte?>>
<<Andiamo zietta! E' successo solo una volta, e perché un tizio se l'era persa con Catra per il suo orientamento sessuale.>>
Razz era estremamente protettiva con le sue bambine. Dopo quello che era successo ai genitori di Adora, e quello che aveva passato Catra con la sua matrigna, aveva sempre paura che potesse succedergli qualcosa di male. Sapeva che erano tutte e tre in grado di difendersi, ma questo non significava che andasse bene che dovessero farlo. Adora e Catra riuscivano sempre a procurarsi dei lividi, soprattutto durante gli allenamenti. Chiuse gli occhi e sospirò.
<<Lo so, tesoro. Hai fatto vedere un po' di sano Razzle Duzzle a quel ragazzaccio, ma->>
<<E ho pure vinto!>>
<<ma ti sei procurata un occhio nero e un labbro spaccato. Non voglio vederti mai più in quelle condizioni. Ora, dimmi cosa ti è successo al collo.>>
Adora aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse, rendendosi conto di non sapere di cosa stesse parlando Razz. Controllò nervosamente il proprio riflesso usando il cucchiaio da colazione, e vide che aveva il collo pieno di lividi di varie dimensioni.
<<Non lo s->> stava per ammettere di non conoscerne il motivo, ma Razz sarebbe andata nel panico se glielo avesse detto. Si inventò la prima scusa che riusciva a venirle in mente. <<Non so cosa mi sia preso ieri sera. Mi sono messa a- a...>>
<<A correre per tutto il posto e sei inciampata.>> arrivò Mara a salvarla in extremis. Adora mimò un "grazie" con le labbra, e sua cugina annuì.
<<Dove diavole eravate perché si procurasse quei lividi?>> chiese Razz, ignara della discarica. Così doveva rimare. Il patto della Ribellione prevedeva che nessuno che non fosse parte del gruppo, o legato strettamente a qualcuno che lo era, potesse sapere della base. Adora e Mara si scambiarono degli sguardi preoccupati, entrambe scossero la testa, per dire che non sapevano come rispondere.
<<Dopo cena siamo andati a fare un giro al parco.>> Catra arrivò in loro sostegno.
<<E siamo passati a mettere un po' i piedi in acqua, al lago.>> continuò Mara.
<<E siccome avevo i piedi bagnati, sono scivolata sulla ghiaia del sentiero.>> concluse Adora.
Razz le guardò di traverso per un paio di secondi, poi fece spallucce e disse che si sarebbe andata a fare la doccia. Informò Mara e Catra della crostata che era pronta in forno, lasciata lì perché non si raffreddasse, e gli augurò una buona colazione.
Quando sentirono la porta del bagno chiudersi, rilassarono finalmente le spalle. Adora chiese alle ragazze se sembrassero davvero così male i lividi, e Mara annuì, dicendo che anche lei era preoccupata ma l'aveva aiutata per sostegno fra cugine. Si sforzò di ricordare come se li fosse procurati, ma niente. La sua memoria stava ancora caricando le informazioni su quell'argomento. Catra si mise a bere il suo caffè, ignorando la conversazione. Lo faceva spesso, la mattina. La felpa di Adora le stava così grande che le maniche le superavano le mani. Aveva delle occhiaie a dir poco profonde, i capelli spettinatissimi e sbadigliava fra un sorso e l'altro.
<<Perché hai la felpa di Adora?>> chiese Mara, e Catra quasi si strozzò. Si ricompose in una attimo e disse che la sera prima aveva freddo e gliel'aveva chiesta. Adora annuì, anche se a dire il vero non se lo ricordava. Le sembrava strano che non avesse semplicemente preso il suo maglione delle cheerleader.
<<Oh.>> download completato.
<<Cosa?>> domandò Mara, confusa.
La sua memoria aveva caricato le informazioni sui lividi, sul perché Catra avesse la sua felpa e sul perché avesse dormito nel letto di Adora.
<<Me li hai fatti tu questi!>> disse, accusando Catra. Lei non smise di bere il suo caffè, fingendo tranquillità, però rivolse uno sguardo tagliente ad Adora.
<<Catra? Che ha combinato per farti quei lividi?>>
<<Non sono lividi. Sono succhiotti.>>
Catra sputò mezza tazza di caffè e si strozzò con l'altra metà. Ripulì il ripiano della penisola e poi vietò a Mara e Adora di dire qualsiasi altra cosa sull'argomento. Accettarono solo perché sapevano che, di mattina, non avrebbero ottenuto niente nemmeno insistendo.
Finita la colazione, ognuna tornò in camera sua. Adora si lanciò verso lo specchio e si tolse la maglia. Era piena di succhiotti dalle spalle in su, e aveva la schiena ricoperta di graffi. Flashback di lei e Catra che si baciavano prima di andare a dormire cominciarono a riempirle la testa. Non erano andate fino in fondo, e Adora si ritrovò a dire anche menomale. Nonostante sapesse di provare qualcosa per Catra, avrebbe preferito che la loro prima volta non fosse da ubriache, e non quando sapeva che a Catra piaceva già qualcuno. I ricordi delle unghie dell'amica che tracciavano mille e più disegni sulla sua schiena le fece girare la testa, nel modo più positivo possibile. Era decisa ad arrivare infondo a quella storia e parlarne con Catra. Si costrinse a smettere di pensare alla buonanotte che si erano date la sera prima e andare a chiederle cosa pensava di quanto successo. Si mise una canottiera qualsiasi e corse a bussare alla porta della camera accanto alla sua.
<<Entra pure.>> disse Catra, la voce ovattata per il muro che le separava. Catra sapeva già fosse Adora. Entrò nella stanza e la trovò che si toglieva la sua felpa degli Scorpioni, rimanendo in top. Gliela porse.
<<Grazie, ma non è per questo che sono qui.>>
<<Stai dicendo che non la vuoi?>> chiese Catra.
<<Certo che la voglio.>> rispose Adora, riprendendosi la felpa. Si sedette ai piedi del letto e invitò l'altra ragazza a mettersi vicino a lei. Catra sospirò, ma fece come suggerito.
<<Ascolta, se sei qua per parlare di ieri sera ti fermo subito. Mi dispiace per tutto. Per i succhiotti, per i graffi e mi dispiace ma non voglio che succeda di nuovo.>>
Il cuore di Adora si spezzò giusto un po', proprio nel mezzo, sentendosi dire quelle parole. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe andata così, infondo Catra era già innamorata.
<<Hai- hai ovviamente ragione.>> disse, rassegnata.
<<Mi dispiace sul serio, ma non voglio illudermi che tu possa provare qualcosa per me. Mi rendo conto che bevendo e con tutta la tensione che c'era ieri, tu ti sia lasciata andare, ma se quello che è successo era solo un po' di divertimento a caso voglio che lasciamo perdere, perché non ho intenzione di stare male per te. Sei la mia migliore amica.>>
Adora era paralizzata. Non aveva neanche lontanamente considerato quella possibilità. Balbettò qualcosa che poteva essere interpretato come una frase, se ti impegnavi per tradurla.
<<Ma non sei innamorata di qualcuno?>> Catra la guardò con gli occhi sgranati.
<<Sei seria, Adora?>>
<<Si?>>
<<Non ci arrivi proprio, eh? Sei tu la ragazza che mi piace.>>
Adora fece la prima cosa che le venne in mente: baciò Catra. Non come la sera precedente, non con desiderio, ma con amore. Un bacio delicato e dolce. Le labbra di Catra sapevano di caffè e burro di cacao alla ciliegia. Adora si allontanò, una mano sulla guancia di Catra. Si rese immediatamente conto di aver appena fatto l'opposto di quel che stavano dicendo.
<<Scusa. Ah, cazzo, mi dispiace. Avevi detto che non doveva succedere di nuovo. Non so cosa mi sia preso, mi sono distratta e un attimo dopo ti stavo baciando.>>
<<Sei proprio un idiota.>> commentò Catra, ridendo.
Il bacio che si scambiarono dopo fu il primo di una lunga serie, e Adora sapeva che si sarebbe ritrovata molti più "lividi" dopo quella mattina. "Mi ci potrei abituare" pensò.

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