Il nostro addio

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Mara e Razz arrivarono sul palco per stritolare Catra e Adora in un abbraccio. Passarono 10 minuti buoni a fare complimenti per lo spettacolo, prima che le ragazze riuscissero a interromperle e parlare anche loro. Mentre Adora spiegava qualcosa alla loro famiglia, Catra vagò per il palco alla ricerca di Max. Mara aveva detto di voler parlare con l'autrice del musical, e Catra aveva qualcosa da dire a Max in ogni caso. Poi, aveva in mente di invitare la gente a casa loro per cena e per le famose torte di Razz, quindi lo stava dicendo a tutti mentre girottolava per il palco e si presentava ai genitori che non conosceva ancora. Tanti familiari dei suoi amici la fermarono per farle i complimenti, e lei ne approfittò per dirgli della cena. Rivide le mamme di Scorpia, due donne tanto gentili e tanto alte quanto la figlia. Alla fine, si mise a parlare con i genitori di Bow dopo mesi che non li incontrava. George la fermò per un braccio e la tirò in mezzo a loro, così che Lance potesse abbracciarla.
<<Catra, sei stata fantastica!>> disse George, dandole una pacca sulla spalla.
<<Già, Bow ci aveva accennato qualcosa dello spettacolo, ma non ci aveva avvertiti che avremmo pianto.>>
<<Papà!>> Bow saltò addosso a Lance appena lo vide, seguito da Glimmer, che arrivò con molta più calma. Angella e Micah salutarono George e Lance e iniziarono a parlare del fatto che i loro figli fossero un'ottima squadra.
<<Catra, dov'è Razz? Pensavo di salutarla.>> chiese Micah, ma la domanda comprendeva tutti. Le loro famiglie erano tanto unite quanto lo erano i loro figli.
<<A tal proposito: tutti i ragazzi e i parenti sono invitati a casa nostra per cena.>>
<<Tua zia ha fatto una delle sue famose torte? Perché, nel caso, contatemi pure.>> disse Glimmer, in tono sarcastico. Angella la rimproverò, dicendole che non era per le torte che sarebbero andati a casa loro. La figlia si lamentò che lo sapeva già, stava solo scherzando.
<<Tuttavia, i famosi dolci di tua zia sono un motivo in più.>> aggiunse, sorridendo.
Catra si sentiva proprio bene. Non avrebbe saputo come descriverlo meglio. Erano tutti così gentili, simpatici e orgogliosi di loro, che era tutto ciò che Catra sognava per la sua famiglia e per i suoi amici. Con gli anni era riuscita a non pensare al casino che aveva passato con i suoi primi genitori adottivi, ma aveva sempre sognato di avere una famiglia felice un domani. Quello era il momento in cui davvero si sentiva parte della famiglia perfetta, il suo piccolo nucleo di amore e tranquillità si stava allargando anche agli altri ragazzi, e Catra era così felice per tutti. Sapeva che Glimmer e i suoi genitori a volte avevano delle discussioni perché Angella era iperprotettiva. Sapeva che Bow aveva nascosto ai suoi papà cosa voleva studiare al college per paura che non lo accettassero, e che glielo aveva detto da poco ed era andato tutto bene, perché lo amano troppo per prendersela per certe cose. Sapeva anche di tutto quello che era successo nella famiglia di Chloe. Dell'incidente di suo babbo, del patrigno violento e del fatto che sua madre era continuamente preoccupata per lei. In quel momento ogni cosa brutta o complicata scomparve. C'erano solo una decina di famiglie felici sul palco di un liceo di una piccola cittadina. Catra si convinse che niente sarebbe potuto andare male, da quel momento in poi, e se anche fosse successo lo avrebbero affrontato come una famiglia, sia di sangue che per scelta. Le venne un groppo alla gola al pensiero che, in un mese o poco più, avrebbe dovuto dire addio a quelle famiglie per il college, sempre che venisse ammessa. Voleva godersi ogni momento del tempo rimasto.
<<Glimmer!>> la voce di una ragazzina la riportò fuori dai suoi pensieri. Una bimba sui 12 anni saltò letteralmente in spalla a Glimmer, che la prese e cominciò a ridere.
<<Frosta, fai attenzione. Potevate farvi male.>> rimproverò Spinnerella. Catra sapeva che la professoressa fosse sposata con Netossa, il coach della squadra di basket, ma non sapeva avessero adottato una bambina. A quanto pare, Glimmer e Frosta si conoscevano grazie al fatto che i loro genitori lavoravano insieme. La bambina sembrava molto legata a Glimmer.
<<Complimenti Mrs. Spinnerella, la sua famiglia è stupenda.>> disse Catra, praticamente in automatico. La professoressa le sorrise, mettendole una mano sulla spalla e stringendo poco poco.
<<Grazie tesoro, sono certa che anche voi, un domani, ne avrete una tutta vostra, una volta trovato l'amore della vostra vita. Come hanno fatto Riley e Alex.>> guardò Bow e Glimmer, che giocavano e scherzavano con Frosta come una coppia di fratelli maggiori, o di genitori molto molto precoci. <<Magari c'è chi l'ha già trovato.>>
<<Hey, Spinny, questa è la ragazza che interpretava la protagonista vero?>> chiese Netossa.
<<E' proprio lei.>>
<<Ti ho vista con le cheerleader... Catra, giusto? Tu e Adora mi sembrate molto vicine. Vorrei parlarvi di alcune borse di studio per atleti che offrono dei college.>> Gli occhi di Catra brillarono all'idea di poter ricevere una borsa di studio per la cosa che sapeva fare meglio: essere figa in minigonna. Ancora di più le piaceva la possibilità che lei e Adora ne vincessero una per lo stesso college, e se ne andassero insieme da quel posto. Un gruppo di persone infondo al palco attirò la sua attenzione, però, e si costrinse a smettere di sognare ad occhi aperti. Decise di chiedere alla famiglia di Spinnerella di andare alla cena a casa loro, e propose di parlare là del college. Accettarono più che volentieri.
<<Sparkles, fammi il favore di spiegargli dov'è casa nostra, io devo fare una cosa.>>
Si avviò verso il gruppo che aveva riconosciuto come le famiglie di Max e Chloe. Le ragazze erano sedute sul bordo del palco e parlavano con i genitori. Avvicinandosi vide anche Rachel, che era scesa dal palco e stava fra i suoi, che la tenevano stretta. Sembrava un po' ansiosa, probabilmente per la NYADA. Tra le altre persone c'era anche David, il patrigno di Chloe, nella sua uniforme da capo della sicurezza della Brightmoon. La situazione fra loro si stava stabilizzando da poco, molto lentamente, ma lo stava facendo. Joyce aveva insistito perché non si ammazzassero a vicenda. Contava sul fatto che Chloe sarebbe stata ammessa ad un college di scienze matematiche e chimiche a New York, e si rifiutava di farle vivere i suoi ultimi mesi ad Arcadia fra un marea di litigi. Era più meno dal compleanno della ragazza che i due riuscivano a non discutere pesantemente, e Catra si ritrovò nuovamente a pensare a quanto fosse importante avere una famiglia che ti ama.
<<Devo ammettere che questa storia non è stata una completa perdita di tempo. Sei stata, uhm->>
<<Bravissima. E' stata bravissima, David.>> La moglie lo aiutò a completare la frase. Faceva ancora difficoltà a parlare a Chloe come se non fosse un sottoposto dell'esercito, ma era così con tutti, e col tempo era diventato più divertente che altro.
<<Sì, bravissima. Sei stata bravissima. Tutti quanti lo siete stati. Ottimo lavoro soldato, siamo fieri di te.>> lo disse apposta, e fece ridere un po' tutti. Joyce gli diede una gomitata finta, ma non pote fare a meno di sorridere vedendo quanto si stava impegnando.
<<Vi dispiace se mi intrometto?>> chiese Catra, prima di rischiare di dimenticarsi come mai era andata a parlare con loro.
<<Hey, Wildcat, vieni qui!>> ripose Chloe, tirandola giù per la maglietta, così che si sedesse insieme a lei e Max. Chiacchierarono per un po' dello spettacolo, della cena a casa Razz e della loro amicizia. Catra cercò di essere più educata possibile. Conosceva a malapena i genitori di Rachel e di Max, e non voleva fare una brutta impressione, sopratutto con il padre di Rach. Non era certa ci cosa facesse, ma sapeva che era un procuratore distrettuale, e lei aveva già avuto guai con la legge qualche volta. Avrebbe preferito non farsi riconoscere per questo. Ad un certo punto una donna di colore, relativamente bassa e con un paio di occhiali tondi dorati, si avvicinò con calma al gruppo. Catra fu la prima a notarla.
<<Salve, possiamo aiutarla?>> chiese, e la donna sistemò gli occhiali con aria sufficiente, ma non sembrava troppo arrogante. Catra aveva fiuto per la gente egocentrica e la odiava a pelle, questa donna non le stava sul cazzo, ed era un buon segno.
<<Sono qui per parlare con Rachel Amber.>> la ragazza stava dando la schiena alla donna, si girò non appena sentì il suo nome. Sgranò gli occhi e tese una mano. La donna la strinse.
<<E' un piacere conoscerla di persona, miss Amber. Io sono->>
<<Carmen Tibideaux!>> disse Rachel, in un misto fra un sussurro incredulo e un urletto di felicità. La donna sorrise.
<<Sì, sono io. Sono venuta per valutarti dopo la richiesta per la NYADA. Hai fatto un lavoro fantastico in questo spettacolo. Ti arriverà presto una lettera per confermare o smentire quanto sto per dire, ma sappi che per me saresti un ottimo acquisto per la NYADA, e darò nuovamente un'opinione positiva su di te quando discuteremo le ammissioni.>>
Rachel rimase a bocca aperta. Catra era piuttosto sicura che fosse la prima volta in cui la vedeva senza parole. Aveva raccontato ai ragazzi della Ribellione di aver mandato l'audizione online in cui cantava "It's all coming back to me" all'accademia, e che le era stato detto che l'avrebbero valutata di persona, mandando un insegnante, la sera del musical della Birghtmoon. Catra era così felice per Rachel che stava per urlare anche lei, pur non avendo idea di chi fosse Carmen Tibideaux, ne cosa fosse la NYADA di preciso.
<<L- le è piaciuta davvero così tanto la mia audizione?>>
<<La tua passione e il tuo talento mi hanno colpita subito, miss Amber, ma mai quanto la tua sicurezza. Essere bravi per natura aiuta, certamente, ma nessuno va lontano senza lavorare sodo per ciò che desidera.>> Rachel era così felice che Catra si preoccupò stesse per saltare addosso a Carmen. Sapendo che avrebbe fatto brutta figura, però, optò per lanciarsi ad abbracciare i suoi genitori, gridando che sarebbe andata alla scuola dei suoi sogni. Catra sentì di nuovo quella fitta che provava ogni volta che si rendeva conto che mancava poco al loro addio. Decise di approfittare del momento per rapire Max e parlarle. Chiese agli altri se poteva portarla via e Chloe accettò, a patto che poi la riportasse indietro. Prese in prestito Max, in pratica, e la portò dietro le quinte. La ragazza sembrava abbastanza confusa dal gesto, e non è che Catra fosse tanto sicura del perché l'avesse fatto, pure lei.
<<Voglio ringraziarti.>> disse, quasi piangendo. Non si era resa conto di quanto le faceva male l'idea di perdere quei ragazzi. Gli ultimi 5 mesi erano stati i migliori della sua vita. Oltre a poter finalmente stare con Adora, Catra aveva ottenuto tante cose fantastiche in quel periodo. Partecipare tutti al musical li aveva uniti più che mai. Catra si sentiva parte di quel gruppo da sempre, sì, ma ultimamente si sentiva anche speciale. Erano tutti così fieri di loro che l'avevano convinta di poter davvero fare qualcosa di buono nella vita. La sua ex-madre adottiva aveva passato la maggior parte del suo tempo con Catra a dirle che non avrebbe mai fatto niente di importante, e il resto ad ignorarla o picchiarla. L'unico modo in cui valeva qualcosa era essere forte e stare ai suoi ordini. Se disobbediva, si prendeva una marea di botte. Se sbagliava qualcosa, si prendeva una marea di botte. Se piangeva, si prendeva una marea di botte. Quando Adora si trasferì, Catra pianse parecchio, e fu il periodo più doloroso della sua vita. All'inizio si allontanò dalla vecchia amica, convinta che così avrebbe smesso di essere triste per lei, ma poi Adora la convinse a parlarle e insieme riuscirono a tirarla fuori da quella casa. Ora, Catra avrebbe dato la vita per Adora. Era ancora terrorizzata dall'ipotesi di essere inutile, e aveva paura che avrebbe perso la sua migliore amica per questo. Grazie a quel musical, però, aveva capito che Adora la amava troppo per lasciarla. Aveva capito che piangere non significava essere deboli, anzi, significava avere la forza di affrontare le proprie emozioni ed essere se stessi. Aveva capito di valere qualcosa. Grazie a Razz e Mara, che erano così fiere di lei. Grazie ad Adora, che la sosteneva e le stava sempre accanto. Grazie ai suoi amici, a Max, che l'avevano accompagnata durante quel viaggio. Si ritrovò a piangere come una fontana, sia per la felicità di avere certe persone nella sua vita, sia per la paura di dirgli addio dopo il diploma.
<<Woah, Catra stai bene? Che succede?>> il tono preoccupato di Max la fece sorridere. Sapeva che teneva a lei.
<<Si, sono solo felice di avere amici come voi, come te.>> disse, e la ragazza quasi diventò rossa. <<Volevo ringraziarti e, inconsciamente, ci ho nascosto per non farmi vedere mentre piangevo.>> spiegò, ridendo.
<<Non c'è niente di male a piangere.>> commentò Max, mettendole una mano sulla spalla.
<<Lo so, ma alcune cose non cambiano mai.>> l'amica sorrise. <<Senti, grazie a te io e Adora siamo riuscite a parlare di cosa proviamo l'una per l'altra.>>
<<State insieme pure voi?! Ma perché sono sempre l'ultima a sapere certe cose.>> si lamentò Max, facendo ridere nuovamente Catra.
<<Non lo sa ancora nessuno, ma va beh non è questo il punto. Grazie a te, quest'anno è stato spettacolare. Sono contenta che tu sia arrivata alla Brightmoon.>>
<<Continuate a dirlo tutti, e ne sono felice, anche se non capisco cosa abbia fatto di così spettacolare. Ho solo scritto una storia.>>
Catra, reduce dall'essere cresciuta con Razz e aver imparato a rispondere alla stronzate con un le botte scherzose in testa, tirò un pugno amichevole sulla spalla a Max. Non aveva una scopa o un mestolo, e le sembrava un po' troppo tirarle un cazzotto in testa.
<<Ouch, per cos'era quello?>> okay, amichevole ma troppo forte.
<<Smettila di dire stupidaggini. Ne hai scritte una marea di storie. Guarda le persone là fuori.>> disse Catra, indicando il palco con una mano. <<Quelle persone sono insieme, felici grazie a te. In 5 mesi sei diventata una colla in più per tenere unita la Ribellione. Non sei solo una scrittrice, sei mia amica, sei... una parte della famiglia di tutti noi. E sono abbastanza sicura che tu sia la ragazza di Chloe.>>
Max rimase in silenzio per un po', poi rise. Catra non riusciva a smettere di pensare a quanto le sarebbero mancati i sorrisi di tutti i suoi amici. Si asciugò gli occhi, prese Max per un braccio e la trascinò da Adora e gli altri.
<<Andiamo, mia cugina vuole parlarti.>>
<<Mara?>> chiese Max, confusa.
<<Studia nell'ambito dell'istruzione, e fa parte di un progetto per il college di arti visive più importante di New York. Diciamo che ti ho sentito parlare varie volte del fatto che vorresti andare nella stessa città di Chloe, e le ho parlato del fatto che lo spettacolo lo hai scritto tu. Dal giorno della festa ha iniziato a fare ricerche sui corsi di scrittura creativa e fotografia per vedere se ci fossero posti disponibili.>>
Max sorrise ancora più di prima. Fermò Catra e la abbracciò, lì in mezzo alla gente sul palco.
<<Grazie, Wildcat.>>

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