IX

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- E alla fine si è ritrovato un ragazzino in mutande che gli girava per il giardino - disse Nicholas guardando l'omega di fianco a se che non smetteva di ridere all'assurda figuraccia che aveva fatto il suo fratellino qualche tempo prima.

Stava facendo di tutto per distrarre quell'omega dall'elemento che lo rendeva così triste e demoralizzato. Non sapeva il perché ma quel piccolo ragazzo dai capelli neri gli ispirava una sorta di fiducia. 

Avevano appena preso un frappè al chioschetto di fianco al parco in cui si erano incontrati e adesso si stavano dirigendo verso la casa del più piccolo che distava qualche isolato da li.

- Come mai stavi piangendo quando ti ho incontrato?- disse il maggiore senza peli sulla lingua non guardandolo nemmeno negli occhi ma tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a loro facendo attenzione a non andare addosso a qualcuno per sbaglio.

Enea fece un respiro profondo guardando a terra:

-Sai ci sono questi due ragazzi che... non lo so mi confondono in qualche modo. Quando sono con loro mi sento strano e senza pensieri ma appena resto un attimo solo inizio a chiedermi se è davvero la scelta gusta; che cosa ne penserà la gente, se uno di noi dovesse stufarsi o cose del genere... già  è difficile mantenere una relazione tra due persone figurati con tre. Poi ieri io ero in calore e... e... mi sono sentito così bene la mattina dopo ma i... io- disse mentre le lacrime iniziavano a scendergli dalle guance e il labbo a tremargli.

- Ehi, ehi sta tranquillo... stai tranquillo... - disse Nicholas abbracciandolo calorosamente e strofinandogli la schiena con il braccio.

-Gli ho spezzato il cuore... ad entrami e, io ho avuto paura e... non lo so; io non so cosa fare- 

-Tranquillo... vuoi un consiglio? Prenditi un po' di tempo per capire che cosa ti ferma dallo stare con loro e, se è solo per cosa pensa la gente fregatene perché la gente non può privarti della tua felicità - disse il rosso facendo staccare leggermente il moro e asciugandogli una guancia con il pollice.

Il più piccolo fece uscire il suo lato da omega facendo delle piccole fusa e strusciando la testa contro quella del più grande che gli sorrise. 

Fu proprio in quel momento che successe: enea chiuse gli occhi e in un attimo sentì chiaro un singhiozzo mal trattenuto che arrivava da dietro a loro e, improvvisamente, la mano calda di Nicholas non era più sulla sua guancia. 

Aprì gli occhi di scatto vedendo un piccola e minuta figura che stava addosso al rosso e che lo colpiva ripetutamente. 

Per un istante fu tutto confuso ma Enea non ci mise molto a distinguere la figura di Edoardo che prendeva a pugni il suo nuovo amico. 

-Edoardo ma che stai facendo? Ti prego spostati- disse prendendo il minore per un braccio e bloccandolo prima che sferrasse l'ennesimo colpo. 

Da sopra le spalle del castano vide la figura dell'Alpha con il labbro spaccato e un livido sullo zigomo che si stava lentamente gonfiando. 

-É per questo che ci hai lasciato?! Perché già stavi con un altro?! Rispondimi!- 

-Cristo santo no; non sto con lui, e sicuramente non è per questo che ho fatto quello che ho fatto- disse alzando la voce l'omega. 

-Allora perché?! Ricky non appena te ne sei andato è scoppiato in lacrime e si è addormentato solo adesso perché era troppo stanco mentre io ho vegliato su di lui mentre dentro di me ero disperato ma cercavo di essere il più calmo possibile.
Davvero non ti capisco; come te lo dobbiamo dire che ti amiamo è?! spiegamelo! In quale lingua vuoi che ti diciamo che sei il nostro mate?!- disse ormai urlando il minore dei tre. 

Le persone li guardavano straniti e qualcuno probabilmente aveva chiamato la polizia o l'ambulanza ma ad Enea non gliene fregava niente troppo colpito da quella risposta del castano che gli rimbombava nella testa:

ti amiamo... sei il nostro mate...

Era una frase che non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire eppure eccola lì; mentre uno dei due uomini che ama gliela sta dicendo apertamente senza nascondersi e senza alcun tipo di vergogna. 

-Davvero io non ti capisco...- iniziò a dire  Edoardo ma venne frenato dalle labbra di Enea che si scontrarono violentemente con le sue. 

Rimase un attimo sorpreso ma poi ricambiò il bacio stringendo il moro a se il più possibile.

Quel bacio era un misto di parole non dette e sentimenti in comune ma comunque il minore non riusciva a non pensare che, dopo quel bacio, Enea si sarebbe di nuovo allontanato e quel pensiero lo portò solo ad intensificare quell'unione tra le loro bocche.

Quando si staccarono i due si guardarono negli occhi.

A interrompere quel silenzio fu Enea che prese un bel respiro e iniziò a parlare:

-Sai avevo paura... è una cosa inusuale e nuova; come un tornado che ti travolge e non ti lascia via di scampo. Avevo troppi dubbi nella testa ma quando mi hai detto quella frase; che mi amate e che sono il vostro mate... sai è come se fosse ritornato il sole e... e mi dispiace per quello che vi ho fatto passare ma adesso sono qui e non vi lascerò andare mai più. Vi amo anche io- disse per poi dare un altro bacio a stampo al minore e staccarsi. 

Era come se fosse una bolla e tutto il mondo fosse isolato fuori ma, quando la bolla scoppiò, entrambi dovettero tornare alla vita reale e a quello che era appena successo.

Si girarono e videro Nicholas a terra mentre si teneva il labbro con il dorso della mano. 

- Dio Nico mi dispiace così tanto... lui non è cattivo è solo che...-

-Tranquillo lo capisco; lo avrei fatto anche io se un altro alpha stesse toccando la mia Omega- disse sorridendo il rosso per  poi alzarsi in piedi.

-Bene allora; penso che il mio lavoro qui sia finito; e mi raccomando, non fare soffrire più questi due ragazzi- disse Nicholas per poi girarsi e camminare verso casa sua salutandoli con un gesto della mano.

-Non lo farò- sussurrò Enea abbastanza alto da farlo sentire al suo compago che sorrise come un ebete per poi prenderlo per mano e portarlo verso casa.

Quando arrivarono ad aprirgli fu un Ricky assonnato e con gli occhi gonfi da pianto. 

Enea gli saltò addosso abbracciandolo e riempiendolo di baci e di piccoli "scusa" e "mi dispiace"

Ricky sgranò gli occhi per un secondo per poi stringere l'omega a se.

-Non scapperai più da noi vero?- chiese fiducioso al suo orecchio lasciandogli un bacio lascivo sul collo.

Il maggiore emise un piccolo sospiro per poi rispondere:

-No; non più-

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Scusate l'immenso ritardo vi prego perdonatemi😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭

Spero il capitolo vi piaccia🥰

-baci❤

finally completeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora