XXIV

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Samuel pov's

Non capivo cosa fosse successo; nella mia testa esisteva solo il momento in cui Christian era scappato via con le lacrime agli occhi.

Di fianco a me Enea mi stava palando; ma era come se tutto fosse attutito, come se fossi sott'acqua e stessi lentamente sprofondando mentre una sola domanda faceva eco dentro di me: Perché? Perché se n'è andato?

Le mie gambe si mossero da sole e inizia a correre nella stessa direzione in cui è andato Christian mentre la mia testa è tutta da un'altra parte.

Percorro velocemente le strade senza badare al freddo che mi punge la pelle.

Sento il fiato corto e la gola bruciare mentre penso a dove potrebbe essere finchè un flash non attraversa la mia mente.

Flashback

-Mi spieghi dove stiamo andando?- chiesi al mio compagno mentre tentavo di togliermi la benda dagli occhi.

-Aspetta ancora un'attimo ci siamo quasi!- disse ridendo leggermente e dandomi un piccolo schiaffetto sulla mano che era andata a togliere il tessuto che mi aveva messo sugli occhi quella mattina.

Mi aveva preso di sprovvista: stavamo tranquillamente mangiando quando, ad un certo punto, Christian mi disse che deve andare in bagno e si allontana. All'inizio non ci vidi niente di strano ma quando, dopo dieci minuti, non stava ancora tornando mi iniziai a preoccupare e decisi di andare a vedere se fosse successo qualcosa.

 Appena entrai nella camera da letto che confina con il bagno sentii delle mani sulle guance e un tessuto morbido accarezzarmi il volto.

Non riuscivo a vedere niente: la luce era spenta e probabilmente Christian si era messo davanti all'interruttore della luce per non farmela accendere.

Sbuffai tra il divertito e il confuso.

-Guarda che se volevi bendarmi per poi fare sesso bastava chiedere; anche se probabilmente quello bendato saresti stato tu!- dissi inclinando la testa di lato.

In risposta ebbi solo una risata e un colpetto sulla spalla accompagnato da uno "scemo" che mi fece sorridere.

Adoro quando ride.

-Okay ecco fatto; ora seguimi. Ti porto in un posto-

Disse semplicemente per poi dami una piccola spinta sulle spalle per farmi muovere in avanti.

Ed ecco che, dopo quelle che a me parvero ore, ero ancora bendato e alla mercé del mio fidanzato che mi stava portando in un posto che non conoscevo.

-Ascolta, lo so che a volte rubo i tuoi pancake e che ti ho finito tutte le barrette che avevi in casa ma non mi sembra un buon motivo per uccidermi!- dissi scherzosamente 

-Stai tranquillo non ti... Ehi! hai appena detto che hai mangiato tutte le mie barrette!? MI avevi detto che erano scadute e quindi hai dovuto buttarle!- disse fermandosi e, di conseguenza, facendo fermare anche me.

Potevo benissimo immaginare la faccia che stava facendo: a fronte aggrottata, gli occhi sgranati e la bocca spalancata in modo quasi ridicolo tutto accompagnato da una nota molto comica.

Mi misi a ridere solo all'immagine che avevo nella testa mormorando un "ups".

Lui sospirò e me lo immaginai scuotere la testa mentre continuava a camminare portandomi con se.

Dopo altri dieci minuti ci fermammo e lui si avvicinò al mio orecchio.

-Okay siamo arrivati; ora ti tolgo la benda- mi disse per poi slegarmi il nodo che avevo dietro la testa.

finally completeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora