Capitolo 2

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Ho sempre creduto di essere una ragazza con una mente aperta, che è pronta a qualsiasi situazione, soprattutto alle più strane e irreali. Niente nella mia vita mi ha mai messo a disagio.

Oh almeno, fino adesso.

È quasi da un'ora che sono ferma al controllo bagagli dell’aeroporto, mentre cerco di evitare quanto più possibile gli sguardi incuriositi e infastiditi dei passanti. Questi infatti, fissano intensamente lo spettacolo che stanno mettendo in atto Marina e le gemelle con il controllore. Qualche minuto fa siamo stati fermati perché, a quanto pare, in una delle bambole delle gemelline sono stati trovati i soldi della loro paghetta. E adesso, naturalmente, Marina cerca di convincere il signore addetto ai controlli che si tratti di banconote fuori corso e non magari, del frutto di una rapina.

Il signore, che abbiamo scoperto chiamarsi Alberto, scruta con aria annoiata mia madre adottiva, mentre lei continua a urlare e agitare le mani in aria cercando di provare la sua innocenza, o meglio, quella di Gaia e Lucia.

Io tento in tutti i modi di guardarmi intorno, per evitare che qualcuno possa cercare di ricondurmi a questa “pazza” che sta disturbando la quiete dell’aeroporto. Per quanto un posto del genere possa essere silenzioso.

Dopo non so quanto tempo, il controllore ci fa passare con un: <<d’accordo le credo, ma per favore adesso se ne vada!>>, pronunciato con un’alzata esasperata delle mani al cielo.

Ammetto che vedendo questa sua reazione trattengo una risatina. Almeno siamo riusciti a passare senza che qualcuno chiamasse la polizia!

•☽︎✫☾︎•

Siamo appena atterrati a Los Angeles.

Ancora non ci credo. Sono di nuovo in America!

Nonostante sia metà Settembre, qui il sole batte cocente, costringendomi a togliermi il cappotto e la felpa che avevo indosso, rimanendo con una maglietta a maniche corte bianca.

Adoro tantissimo questa maglietta! Sul davanti presenta infatti la scritta NINTENDO, in rosso. Sì esatto. Sono una ragazza a cui piacciono i videogiochi. Anzi, il verbo “piacere” non rappresenta a pieno il mio amore per console e cartucce. Quando ero piccola mio padre mi ha istruito al mondo videoludico, dandomi a mangiare a forza pane e Nintendo. Così sono cresciuta con un indescrivibile passione per questo tipo di giochi. Ancora adesso, ogni volta che posso, mi rifugio in camera mia con la Nintendo Switch per giocare a Zelda o Pokémon. Peccato non avere più nessuno con cui passare il tempo dopo che… avete capito.

Spero che tornando a Beacon Hills, potrò di nuovo giocare con Stiles e Scott, anche se non credo di trovarli ancora lì. Dopo la morte della madre, Stiles ha attraversato un periodo bruttissimo e non è stato per niente bene neanche l'anno prima. Per questo penso se ne sia andato. Scott, invece, potrebbe, per quanto ne so, essere andato a vivere col padre dopo la separazione dei suoi. Anche se la madre era molto legata a lui. Lydia invece non ne sono sicura, spero con tutto il cuore che sia rimasta.

Penso a tutto questo mentre ci siamo ormai lasciati Los Angeles alle spalle, diretti a Beacon Hills. Osservo le decine di edifici che si vedono piccolissimi dal finestrino, immaginando che adesso ogni volta che guiderò la macchina sarà, non per andare a prendere Marina dal suo negozio di profumi, bensì per andare alla Beacon Hills High School.

Sorpresi che io sappia già dove andrò a scuola? Beh, non dovreste esserlo. Quella cittadina è così piccola che vi è solo un liceo. Tutti i ragazzi che vivono lì sanno che prima o poi dovranno passare per quei corridoi.

I miei pensieri vengono interrotti dalle grida delle gemelline, che continuano a chiedere a loro padre quanto manchi per arrivare a casa. Ammetto che, eccitata come sono, potrei unirmi anch'io a quelle urla, nonostante non sia una bambina di nove anni.

𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐋𝐔𝐏𝐎, stiles stilinski¹ ✓Where stories live. Discover now