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Resto sempre sorpresa quando la signora George ci saluta e correre verso dove è venuta. Resto con lo sguardo basso, i miei pensieri troppo rumorosi per sentire la voce di Nate mentre mi parla.

Perché non dovrei perdonare Aiden? Certo che di farmi una lista dei pro e dei contra nella testa. Contra: mi ha mentito e quindi ferito moltissimo. Pro: è pentito, ha mantenuto le sue promesse, e mi ama. E io amo lui.

È chiaro cosa mi resta da fare. Prendo il telefono in mano per digitare il suo numero e portarlo all'orecchio.

«Tutto apposto?», mi domanda Nate confuso, ma io annuisco solo disinteressata. Ascolto, il cuore a mille, il telefono mentre attento che Aiden risponda.

E cosa gli dico?  «Pronto?»

Mi si ferma il respiro in gola, ma mi schiarisco la voce. «Aiden. Sono Juliet.»

«Sì, ho visto. Tutto bene?» Sorrido, me lo chiede così spesso.

«Sìsì. Ecco...La signora George è venuta a parlarmi. Mi ha detto che sei andata da lei a parlare del club», gli spiego. La voce mi sta tremando, forse perché tutta me sa di fare qualcosa di giusto.

«Davvero? E?...»

«Ha detto che mi fa sapere.»

«Davvero? Ju... non sai quanto sono contento.» Invece sì che lo so, lo sento dalla sua voce.

Mi mordo il labbra, in cerca di parole. «Aiden, possiamo parlare?» Non riesco più a evitarlo, non se è lui a rendermi felice. E miserabile.

«Stiamo parlando.»

«Sì-sì, ma...», mi blocco e alzo lo sguardo. Coraggio. «...vorrei parlare di noi.»

Resta in silenzio. Poi però si schiarisce la voce. «Da- davvero?», balbetta. Sembra non crederci, e francamente neanche io.

Dovrebbe essere il contrario, ma è come se si stesse avverando un sogno. Scoppio a ridere per il suo tono confuso. «Sì, Aiden. Davvero. Possiamo parlare di persona?»

«Adesso sono con mia zia. Se vuoi però posso venire da te-»

«No, no. Tranquillo, possiamo parlare stasera», lo interrompo, nonostante vorrei vederlo in questo momento. Non voglio interrompere il suo tempo con la sua famiglia, so che gli ci è voluto molto per riprenderci i contatti.

«Sei sicura?», mi chiede incerto. Purtroppo sì.

«Sì. Ci vediamo stasera nel dormitorio?», gli chiedo per accertarmi. Mi sento così libera, adesso che so che l'agonia di questi mesi può arrivare a un termine, che non do voce alla mia coscienza che mi dice di non perdonarlo.

«Va bene, Ju. Aspettami, ok?»

«Certo che ti aspetto.» Dove dovrei andare? Lo sento ridacchiare e attacco, perché conoscendolo non lo farà lui per primo.

Prendo un profondo respiro, un sorriso stampato in faccia. Solo adesso mi ricordo di Nate, il quale adesso mi sta guardando a disagio.

«Scusami, dovevo- dovevo chiarire una cosa», gli dico ridacchiando. Potrei piangere dalla gioia.

Nate sorride in imbarazzo. «Ho visto. Ti stai sentendo con Aiden Houston?»

«Lo conosci?», gli chiedo sorpresa.

Annuisce con un ché di preoccupato. «Abbiamo preso un appartamento insieme a due nostri amici.»

Lo guardo perplessa. «Vivete insieme?»

«Sì. Non lo sapevi?» Scuoto il capo e lui annuisce in silenzio. Non mi sarei aspettata da Aiden di vivere insieme ad altri ragazzi, sopratutto perché odia condividere i suoi spazi.

Ci iniziamo ad avviare verso la caffetteria, lo vedo grattarsi la nuca nervoso. "Juliet. Non vorrei rovinarti la giornata...» oh no.

«Cosa?», lo incito a continuare. Sento una morsa nello stomaco.

«Bè, ecco, Aiden è al quanto innamorato di una», borbotta, ma io sorrido a quelle parole. C'è una grande possibilità che si tratti di me e sapere che pure Nate sia venuto a sapere di me mi allieva lo stomaco.

«Ah sì?...», mi fingo sorpresa. «Come fai a saperlo?»

Nate mi sorride in compassione. «Perché è tutta l'estate che non gli viene duro con altre ragazze. Scusa il linguaggio...»

«Non ti preoccupare. Ormai ci sono abituata.» Ridacchio, sento quella familiare leggerezza nel petto. Non è andato a letto con nessuna quest'estate? Nessuna. Per me? Speriamo per te...

«Non sei cambiata affatto», cambia argomento Nate, evidentemente pensa mi faccia male parlare di Aiden.

Gli sorrido. «Ah, no?»

«No, sei uguale al primo liceo.»

«Spero sia un complimento.»

«Sì, che lo è.»

Entriamo in caffetteria. Dopo aver preso un panino e un caffè mi siedo a uno dei tavoli accanto alla finestra e Nate mi si siede di fronte.

Restiamo a parlare del liceo fino alle tre. Nate mi accompagna a piedi fino al dormitorio, dopo che gli ho detto che devo iniziare a svolgere un incarico che il professore Tomlinson ci ha dato questa mattina.

È sorprendente come all'apparenza Nate sembri una persona completamente diversa a quando aveva quattordici anni, mentre dentro è esattamente lo stesso. Meno le parolacce...

«Grazie di avermi accompagnata. Mi sarei annoiata a tornare da sola», lo ringrazio non appena raggiungiamo l'ingresso e ci fermiamo davanti.

Abbassa lo sguardo in imbarazzo. «Non c'è di che. Mi ha fatto piacere rivederti.»

«Anche a me. Immagino che ci vedremo al quanto spesso», osservo e lui annuisce con un sorriso.

«Lo spero.»

Abbozzo un sorriso un po' troppo forzato, forse per il tono con cui ha detto quelle parole. Lo saluto con un gesto della mano: «Allora ci vediamo.»

«Aspetta!» Mi volto per guardarlo confusa, lui arrossisce leggermente. «Mi è davvero piaciuto stare con te oggi, Ju. Non è che ti andrebbe di uscire qualche volta?»

«Intenti... un appuntamento?»

«Sì. Possiamo chiamarlo in quel modo.»

Che tempismo orribile che ha. Mi dispiace per Nate, anche se so che sarebbe un partito ideale non è Aiden. Faccio una smorfia dispiaciuta e lui afferra dal mio sguardo la mia risposta.

«Scusa, Nate, ma non posso.»

«Ah.» Sembra davvero dispiaciuto. «Tranquilla, non importa. Ci vediamo in giro», taglia corto. Non mi lascia tempo di rispondere che è già tornato da dove siamo arrivati senza voltarsi. Non me lo ricordavo così permaloso.

Sospiro, per poi voltarmi verso il dormitorio e salire le scale. Perfetto, adesso conosco due persone in tutta Londra. Quando entro in stanza non posso evitare di pensare a Aiden e Nate. Sono così diversi che è impossibile che io possa essere stata con entrambi.

Nate è incredibilmente garbato e amichevole, mentre a Aiden non importa della discrezione e ha problemi di rabbia. Ma Nate non l'hai mai amato. Questo non lo posso negare, sorrido all'idea di Aiden.

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