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Passo la giornata in biblioteca a studiare. Aiden non mi ha chiamata neanche una volta, ma non voglio concentrarmi troppo su di lui. Devo finire di ripassare economia e non riuscirò a farlo se continuerò a pensare a lui in continuazione.

Solo quando Katie viene a sedersi sulla sedia di fronte alla mia, alzo la sguardo dai libri per la prima volta in ore. Gli occhi mi bruciano.

"Ei", la saluto.

"Ei. Andiamo?", mi chiede entusiasta. Mastica la sua gomma a bocca aperta, mentre mi guarda con le sopracciglia alzate.

Aggrotto la fronte confusa. "Andare dove?"

"Ehm... da Nate."

"Di già?"

"Come di già? Sono le sei. Ti avevo detto che ti sarei venuta a prendere per quest'ora", sbotta lei sconvolta.

Le sei? Quando alzo lo sguardo sull'orologio appeso sulla parete noto che ha ragione. Neanche mi sono accorta di essere stata qui dentro per ore.

Chiudo il libro e mi massaggio le tempie. "Cavolo. Non pensavo fossero già le sei."

"Da quanto stai qui dentro?" Katie si alza in piedi e mi fa cenno col capo di fare lo stesso.

"Non lo so. Sei ore, suppongo", ammetto e lei mi guarda con gli occhi spalancati. Suona davvero assurdo, ma mi è capitato spesso.

Mi aiuta a mettere i libri in borsa e ci incamminiamo in silenzio verso l'uscita della biblioteca. Fortunatamente ha smesso di piovere, mi sono dimenticata l'ombrello in stanza.

Sono contenta che Katie vive accanto a me, così non dovrò chiederle il favore di darmi un passaggio in giro.

"Vuoi portare i libri in stanza o lasciarli in macchina?", mi domanda mentre scendiamo gli scalini davanti alla strada.

"Possiamo lasciarli in macchina, tranquilla. Cosa faremo da Nate?"

Katie fa spallucce, mentre prende le chiavi della macchina in mano. "Non lo so. Probabilmente quello che facciamo sempre; berremo e qualcuno scoperà", risponde calma.

"Ma quanti saremo?"

"Non lo so, Ju. Un paio. Non ti devi preoccupare", ridacchia, prima che raggiungiamo la macchia e apre la portiera.

Non riesco a evitare di preoccuparmi. Le feste grandi mi innervosiscono. Mi domando se alla fine Aiden non sarà lì insieme a Kevin. Katie mi fa cenno di entrare in macchina, così obbedisco.

Quando chiudo la portiera lei sospira e mette in moto. "Hai intenzione di parlare con Amy alla fine?", mi domanda tranquilla.

"Parlare di cosa?"

"Di Aiden. Avevi detto che volevi chiederle se davvero stesse passando un brutto periodo...", mi ricorda, mentre sterza.

Mi sono completamente dimenticata di quella idea; odio l'idea di dovere chiedere a Amy riguardo a un dubbio che ho sul mio ragazzo, ma so di averne bisogno. Perché non puoi fidarti di lui e basta?

"Hai ragione", le dico, "Penso di parlargliene."

"Bene. Cosa le vuoi dire?" Non ne ho idea.

Faccio spallucce, ancora odio questa situazione. "Non lo so."

I miei pensieri tornano ad Aiden; sono certa che si ricorda di quello che è successo ieri, perché sennò si sarebbe fatto sentire già stamattina. Ma perché non mi ha scritto per scusarsi? Pensavo che avrebbe riconosciuto il quanto è stata sbagliata la sua reazione ieri.

Sul tragitto Katie mi racconta di un certo Dan con il quale ha iniziato ad uscire. Mi chiede se potrei darle qualche consiglio sulle relazioni, dato che fino ad ora non ne ha mai avuto una seria, ma mi accorgo di non avere alcuno da dargli. Aiden ed io finiamo con l'incasinare tutto comunque.

Quando parcheggia davanti alla casa giusta scendiamo senza aspettare. Katie apre il bagagliaio per pendere dei fusti di birra.

"Suona al campanello e dì a Nate di venire a prendere la sua maledetta birra", mi ordina con fatica.

Obbedisco e suono il campanello. Poco dopo la porta viene aperta da un ragazzo che però non conosco. Ci guardiamo confusi, ma poi nota il fusto di birra.

"Ce l'avete fatta", esclama, mentre si scaraventa su di quello, "Che birra è?"

Katie alza gli occhi al cielo. "Una birra che vi fate andare bene, Dan."

"Grazie, tesoro. Apprezzo sempre la tua gentilezza", risponde ironico il ragazzo, ma entrambi sorridono.

Katie ci presenta subito e noi ci stringiamo la mano. Non danno l'aria di essere fidanzati, ma posso sentire nell'aria l'attrazione tra di loro.

"Quanti sono dentro?", domanda lei, mentre Dan trascina il fusto dentro casa.

"Venti, circa. Ma deve ancora venire un po' di gente."

"Quanti circa?", gli domanda un po' preoccupata. Non posso farne a meno.

"Non lo so. Non troppi però, penso."

Quando entriamo nella casa però il corridoio all'entrata dà già l'aria di essere affollato. Gli invitati hanno tutti un bicchiere in mano e la musica che proviene dal salotto è assodante.

Katie mi prende sotto braccio per assicurarmi. "Tu pensa soltanto a divertirti."

"Sì, lo so. Ci provo..."

"Andiamo da Amy?", mi domanda, prima che un ragazzo mi versi per sbaglio della birra addosso.

Prova a scusarsi desolato, ma lo superiamo a sguardo basso. Perfetto. Cerco di coprire la macchia, passandoci le mani sopra, ma non serve a nulla. "Cavolo..."

"Che coglione... Amy!" Katie fa cenno alla ragazza con il tatuaggio di una farfalla, seduta sul divano in salotto.

Amy passa una canna a Kevin per saltare con euforia in piedi e venirci incontro. Ha un vestito trasparente che accentua le sue curve. Abbraccia Katie, mentre a me rivolge solo un sorriso forzato. Davvero voglio porle quella domanda?

"Andiamo fuori a fumare?", propone Katie. È chiaro che vuole che ci troviamo sole.

Amy accetta subito, così sono obbligata a seguirle. Sul terrazzo prendono un pacchetto di sigarette dalle loro borse.

"Non pensavo di trovarti qui, Juliet", sbotta sincera Amy, quando si mette una sigaretta sulle labbra. Me ne offre una, ma io rifiuto e lei ghigna. "Come pensavo."

"Cosa pensavi?"

"Che non fumavi. Non devi prenderla come un'offesa", risponde ridendo lei. Sono sempre meno convinta di fidarmi delle sue parole.

Katie si accende la sigaretta e passa l'accendino all'amica. "Non l'ha presa come un'offesa. Hai visto Nate?"

"Sì, credo stia in bagno con una. Tra cinque minuti torneranno", l'assicura Amy.

"Capisco", mormora Katie, mentre si scambia uno sguardo malizioso con Dan. Quest'ultimo la scruta dal divano.

Amy ed io ci scambiamo degli sguardi fin troppo strani. "Aiden viene stasera?", mi domanda, come se non volesse chiedermelo.

"Non lo so." Non voglio dirle che abbiamo litigato ieri. "Tu l'hai sentito?"

Armeggio con la mia gonna, mentre lei mi guarda chiaramente diffidente. "L'ho visto stamattina", risponde soltanto con un sorriso.

"Stamattina?" Perché l'ha visto stamattina? Forse dovrei chiederle se Aiden mi abbia davvero raccontato la verità.

"Sì, stamattina. Ma poi è uscito."

Prima che possa pensarci due volte, le parole che sono frutto della mia ansia mi scivolano dalle labbra. "È vero che stai passando un periodo difficile?"

Sia Amy che Katie mi guardano perplesse. Vorrei sotterrarmi. "Come scusa?", mi domanda la prima.

"Aiden mi ha detto che vi siete visti qualche volta... solo perché stai passando un periodo difficile", confesso, la paura nelle mie parole è evidente, "È vero?"

Resta due secondi a labbra socchiuse, come se non sapesse cosa rispondere. Ma poi si ricompone tranquilla. "Non so cosa ti abbia detto, ma non sto passando un periodo difficile. Ci siamo solo visti perché diceva di avere bisogno di qualcuno con cui parlare."

Ho un groppo in gola.

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