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Restiamo una mezzora in terrazza, poggiati alla ringhiera per scrutare le luci della città nella notte e a parlare del suo colloquio di prossima settimana. So che è nervoso, da quando abbiamo iniziato a parlarne non ha smesso di tamburellare con le dita sulla ringhiera.

Quando mi sente sbadigliare decidiamo di andare in camera sua. Mi prende per mano e entriamo di nuovo in casa dalla porta scorrevole.

La festa ha preso una piega sconcertante; ci sono molte persone che ci vengono incontro ballando e una ragazza prova addirittura a baciare Aiden, ma lui l'allontana con una mano sulla fronte.

"Mi sento come una celebrità", confessa quando si gira verso di me. Non sembra entusiasta.

Continuiamo a farci strada tra la massa di persone, quando di colpo si avvicina Nate. Ha una canna in mano. Aiden si ferma quando lui gli posa una mano sulla spalla per bloccarlo.

Nate si ricompone. "Volevo... volevo farti le mie... condoglianze."

Oh no. No no no.

Aiden è confuso e irritato. "Condoglianze? Di che cazzo stai parlando?", gli domanda a denti stretti.

"Sei nella fase della negazione amico. Deve essere dura..."

Aiden stringe la mia mano più forte. Come fa Nate a sapere di sua madre?

"Cuciti quella cazzo di bocca", sbotta soltanto il mio ragazzo a denti stretti.

Ma Nate lo ignora: "Deve essere dura accettare il fatto che tua madre si suicidata pur di non doverti avere come figlio."

A queste parole mi si blocca il respiro. Non pensavo potesse arrivare a dire una cosa del genere. E poi come fa a saperlo? Katie...

Aiden si blocca per un istante, ma poi si ricompone. Mi aspetto che si scaraventi su Nate, ma invece si libera dalla mia presa per dirigersi verso l'uscita della casa.

Il mio cuore è a mille quando, insieme ad altre persone, lo seguo fino al marciapiede davanti all'ingresso di casa. Nate ha l'aria soddisfatta e divertita, ma si incupisce non appena Aiden tira fuori le chiavi dalla tasca.

Sussultiamo tutti quando si avvicina a una macchina per rigarla senza cura. Suppongo appartenga a Nate, infatti si scaraventa subito sulla scena. "Ma sei impazzito? Figlio di puttana!"

"Tu sei fottutamente impazzito se pensi che ti permetterò di dire una cosa del genere", controbatte a denti stretti Aiden, quando finisce di lasciare una striscia orizzontale su tutta la portiera. La guarda con soddisfazione, ma poi ritorna a essere arrabbiato.

Katie mi affianca con un'espressione preoccupata e io mi sento ancora più pesante. "Ju... mi è scappato", mi implora con un ché di disperato.

"Glielo hai detto? A Nate?" Non riesco a dissimulare la mia rabbia.

"Sì... ma non apposta."

"Come puoi non averlo fatto apposta?"

Quando sento Nate pronunciare il mio nome mi rivolgo verso i due, per vedere che le nocche di Aiden hanno ripreso a sanguinare.

Nate punta un dito contro di me. "È stata la tua mogliettina a parlarne in giro."

"Cosa? No, non è vero!", squittisco in panico. So che è per colpa mia se è venuto a saperlo, ma non ne ho di certo parlato in giro.

Aiden scuote la testa con un ché di annoiato, mentre tiene strette le chiavi in mano. "Smettila di sparare cazzate, Depp."

"Non sto sparando cazzate. Katie mi ha detto che gliene ha parlato lei."

Mi avvicino confusa a Aiden. "No- cioè sì- non è andata così però."

Aiden si incupisce. "Cosa significa 'cioè sì' ?", mi chiede a labbra socchiuse.

"Che... per sbaglio... le ho detto che..." Non riesco a dirlo.

"Che cosa? Ju, cosa?"

"Che tua madre è andata in overdose", mormoro sotto voce, come se così potesse arrabbiarsi di meno.

Mi sento il mondo cadermi addosso quando resta guardarmi in silenzio, gli occhi velati dalla rabbia.

Punta un dito su Katie. "Glielo hai detto?"

"Sì ma-"

"Le hai fottutamente detto l'unica cosa che non dovevi dirle?", mi chiede perplesso.

Sento gli occhi appannarsi e lui stringe i pugni, sbiancandoli.

"Sì, mi dispiace..." Provo a prendere la sua mano, ma si allontana.

Mi si spezza il cuore quando mormora: "Non voglio parlarti adesso."

Si volta verso la sua macchina, ma gli chiudo la strada appostandomi davanti. Gli poso le mani sul petto. "Ti giuro che non l'ho fatto apposta, Aiden. Mi è scappato di bocca. Possiamo parlarne per favore?"

"Juliet, ti ho detto che non voglio parlarne adesso", risponde soltanto, mantenendo il controllo. Toglie le mie mani dal suo petto per entrare in macchina.

"Dove stai andando?", gli domando preoccupata contro il finestrino.

Lo vedo fare spallucce dietro il vetro. Ho un déjà vu.

"Ma tornerai, vero?", mi accerto, la mia voce trema. Ma lui evita il mio sguardo mentre mette in moto.

So che è arrabbiato e so che è colpa mia, ma sono pure certa che tornerà. Come faccio io. Torniamo sempre. Mi allontano dalla macchina e lui non aspetta un attimo per allontanarsi.

Resto in silenzio a guardarlo svoltare l'angolo a una velocità fin troppo alta. Non ho idea di cosa sta andando a fare e questo mi terrorizza. Mi odio da morire; se avessi tenuto la bocca chiusa adesso non starebbe guidando in stato di ebbrezza- Cazzo.

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