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A una settimana dal primo avvistamento del ragazzo, o Nevosetto come aveva cominciato a chiamarlo già da qualche giorno, Taehyung ancora non era stato in grado di reperire il suo nome in alcun modo

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A una settimana dal primo avvistamento del ragazzo, o Nevosetto come aveva cominciato a chiamarlo già da qualche giorno, Taehyung ancora non era stato in grado di reperire il suo nome in alcun modo.
Riservando la sua intera giornata ad osservarlo alla finestra, aveva imparato a memoria il programma quotidiano del ragazzo. Ogni mattina alle sei in punto si alzava dal letto e ancora assonnato, con i capelli scarmigliati forse per le notti passate ad arrovellarsi fra le lenzuola, si incamminava verso il bagno. Li, celato alla vista acuta di Taehyung, trascorreva una quarantina di minuti buoni tra bisogni fisiologici, igiene dentale e una doccia rinfrescante che si premurava sempre di non saltare. Taehyung lo sapeva perché, quando più tardi rientrava in scena mezzo nudo, coperto solo da un asciugamano bianco legato in vita, i capelli a rondelle erano visibilmente bagnati e grondanti d'acqua. In quei momenti il giudizio di Taehyung si spartiva in due diversi filoni di pensiero: la parte ragionevole e coscienziosa gli diceva di voltarsi e smetterla di violare la privacy di quel ragazzo, la parte lussuriosa e maliziosa invece faceva sì che tenesse gli occhi inchiodati sulle linee scavate e nette di quegli addominali. Grazie a quell'ultima aveva potuto scoprire i meravigliosi tatuaggi sul corpo atletico di Nevosetto; dal pettorale destro fino alle dita delle mani, la pelle alabastrina del corvino era coperta da intricati ricami d'inchiostro nero. Purtroppo, per via della distanza, Taehyung non fu mai in grado di distinguere la natura del disegno, il che lo faceva sempre sbuffare un po'.
Afflosciandosi sul cornicione della finestra, seguì i movimenti del corvino fino all'armadio dove recuperò una maglia e un jeans strappato sulle cosce. I capi di abbigliamento di Nevosetto, come aveva notato Taehyung adocchiando il guardaroba da lontano, erano perlopiù neri. Non lo aveva mai visto agguantare una t-shirt azzurra o rossa, quasi fosse allergico ai colori. Poteva essere sintomo di una personalità chiusa e tenebrosa, il riflesso di un'anima sofferente e tormentata. Eppure i suoi occhi scuri, insieme al sorriso adamantino, brillavano di una luce semplice ed eterea. Nulla gli dava l'idea di un supplizio interiore con il quale fosse impegnato a combattere.
Ma dopotutto, ognuno di noi ha radicato dentro di sé un mostro invisibile col quale confrontarsi. Forse era solo troppo bravo a celarlo sotto quei sorrisi serafici, che trasportavano Taehyung in una dimensione alternativa dove non esisteva altro che la volontà di essere felici e rendere felici gli altri. In quel luogo, non facevi altro che dare e ricevere sorrisi; un innocuo scambio di briciole di felicità.
Un sorriso per un sorriso.
Anche lui voleva poter rivolgere il proprio a Nevosetto, ma quello sforzo continuava a rivelarsi inutile poiché neanche una volta gli occhi del corvino avevano imbroccato la direzione giusta, incontrandolo. Taehyung sorrideva alla sua finestra, ma Nevosetto non guardava mai oltre il vetro, sempre impegnato in qualche attività. La sua quotidianità non era per niente sedentaria, tutt'altro. Difatti, già dal mattino, dopo essersi fatto la doccia e vestito, si dedicava ai suoi esercizi quotidiani e poi alla pulizia della casa. Come prima cosa però, faceva colazione pescando un contenitore colmo di avanzi dal frigorifero della cucina. Allo stesso tempo, serviva il pasto anche a Nevosetto Junior, il suo cane, posizionando la ciotola dell'animale accanto ai propri piedi. A metà pasto, entrambi guardavano l'uno nella direzione dell'altro con una sincronia stupefacente. Taehyung fu talmente intenerito da quella scena la prima volta, da decidere di scattare a Nevosetto e Nevosetto Junior una foto con la propria macchina digitale. Era tremendamente dolce il rapporto del ragazzo con quello che, a tutti gli effetti, era il suo migliore amico e coinquilino mantenuto. Il cuore di Taehyung ebbe un sussulto, un tepore gradevole si propagò nel petto del grigio come una goccia d'olio in un bicchiere d'acqua.
Improvvisamente desiderò poter scendere di sotto, attraversare la stradina che divideva i loro palazzi e raggiungere il corvino. Si sarebbe presentato porgendogli la mano con fare dinamico, come era solito nelle presentazioni e gli avrebbe restituito uno dei tanti sorrisi di cui era in debito.

• 𝙴𝚑𝚒 BOY, 𝚕𝚘𝚘𝚔 𝚘𝚞𝚝 𝚝𝚑𝚎 WINDOW! • 𝗧𝗮𝗲𝗸𝗼𝗼𝗸Where stories live. Discover now