🪟 Hᥱყ boყ, look out the window

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Un altro giorno

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Un altro giorno. Un'altra notte. Le luci dell'appartamento di JungKook si spensero davanti allo sguardo sorpreso di Taehyung. Le ore continuavano a trascorrergli intorno senza toccarlo. Come tutte le sere, al rientro a casa di JungKook, il grigio gli aveva tenuto compagnia a distanza. Un braccio inchiodato al davanzale e il mento infossato nell'incavo del gomito. Lo aveva guardato salutare Nevosetto Junior con una carezza sulla testa e giocare con lui a 'prendimi', fin quando quella macchietta marrone non aveva afferrato il ragazzo per una fibbia dei pantaloni stile cargo che aveva indosso. Dopodiché Taehyung si era nutrito dei sorrisi dolci rivolti al cucciolo. Quei sorrisi pregni di un pericoloso magnetismo, capaci di tenere Taehyung sveglio per giorni. Illuminavano la sua visione del mondo come una lucciola in un bosco fitto di oscurità. La sua vita smetteva di fare schifo difronte al sorriso di JungKook. Nonostante l'ora tarda gli aveva poi fatto compagnia mentre cenava, piluccando qualcosa tra gli avanzi del pasto che Jimin aveva portato a pranzo. E in un attimo era giunta l'ora di spegnere le luci. Dal suo lato, Taehyung non le aveva mai accese. Aveva lasciato alla luce del sole la libertà di saturare la stanza durante il giorno, offrendogli la possibilità di vedere senza l'illuminazione artificiale, per poi arrendersi al ciclo naturale giorno-notte, secondo il quale dopo la luce arrivava la volta del buio.
A quel punto il grigio non doveva fare altro che voltarsi e rotolare dalla sedia girevole al morbido materasso alle sue spalle. Col gesso a fasciargli la gamba risultava molto faticoso cambiare i vestiti, per questo non era inusuale per lui andare a dormire con indosso una tuta che sostituiva ogni mattina con una nuova che odorava di lavanderia. Lo faceva spesso, troppo pigro per perdere tempo dietro a quella gamba che di problemi gliene aveva causati già a sufficienza. Trasferendosi dalla sedia al letto, Taehyung si sdraiò a pancia in sù con lo sguardo rivolto al soffitto. I suoi occhi erano ancora troppo vispi e il suo cuore troppo agitato per riuscire ad addormentarsi subito, così non forzò le palpebre. Invece rimase lì, a fissare il soffitto, il cuscino a forma di cuore stretto tra le braccia. Poi un lieve calore alla bocca dello stomaco arrivò a importunare quella serenità spirituale che lo faceva sentire in pace ogni qual volta pensava a JungKook. Salì su, fino al petto di Taehyung strisciando come una serpe. Il suo battito cardiaco ebbe un'impennata. Non aveva mai provato un turbamento simile. Provò a tradurne il significato, a cercare il motivo per cui quel sintomo fosse comparso, ma non c'era davvero niente in quel momento a preoccuparlo. Taehyung non riusciva a capire. Si agitò per la repentinità di quel che era accaduto e se possibile, si sentì ancora peggio.
Ho bisogno di lui, pensò nel momento in cui, sfiorandosi la fronte, sentì le dita inumidirsi di sudore freddo. Con il cuore in gola e una morsa sempre più stretta a serrargli lo stomaco, Taehyung rotolò sulla schiena, abbrancò i braccioli come avrebbe fatto con un salvagente e tornò a sedersi sulla sedia girevole. Si spinse in direzione della finestra, aveva il fiato corto come se avesse corso. Dopodichè guardò fuori, guardò JungKook pur non potendo vederlo davvero. Un po' per il buio, che lo costringeva a fissare un muro impenetrabile di oscurità e un po' per quel maledetto punto cieco che limitava la vista dell'appartamento difronte.
Ma Taehyung sapeva che lui era li.
Finalmente, cominciò a respirare di nuovo. L'aria entrava nei suoi polmoni come uno schiaffo e usciva come una carezza in grado di sciogliere qualunque preoccupazione. In quelle settimane non aveva fatto altro che stare seduto a fare niente se non imparare a conoscere Jungkook, dimenticando tutto il resto del mondo. Dimenticando i suoi studi e il fatto ora inconfutabile che probabilmente avrebbe perso un anno. Dimenticando che a casa, a Daegu, i suoi genitori si spezzavano la schiena per poter permettere a lui di vivere a Seul, di vivere con un tetto sopra la testa, il cibo nella pancia e i vestiti a scaldarlo.
Taehyung aveva dimenticato perché, al suo arrivo, Jungkook aveva provveduto a riempire ogni angolo del suo essere e a poco a poco aveva cominciato a rimpiazzare anche tutto il resto. Sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe rimpiazzato anche Jimin? A malincuore, Taehyung non poteva escluderlo perché quel ragazzo rendeva possibile anche l'impossibile. Era in grado di rasserenare anche il cielo più scuro, di scacciare l'incubo più terribile e ribaltare il destino più infelice. Se quella che aveva offuscato la vista di Taehyung non era vera magia, allora proprio non sapeva cosa lo fosse. JungKook lo aveva assorbito al punto da non fargli desiderare altro che consumarlo ancora e ancora fino ad annullarsi.
Se solo avesse chiesto il parere del suo migliore amico, si sarebbe reso conto di star perdendo il controllo. Ma, affondato nei suoi stessi sentimenti, Taehyung ormai era troppo in profondità per riuscire a udire le parole giungere dalla superficie.
Così, con il respiro regolare e il cuore stregato, il ragazzo si lasciò spingere verso il fondo e si addormentò con le braccia incrociate sul davanzale, la testa naufragata sul cuscino a forma di cuore.
La luna lo guardò dall'alto, illuminando la figura e i lineamenti morbidi di Taehyung con cautela, come il tocco attento di un pittore.
Dormí serenamente, come mai prima gli era accaduto, cullato dalla dolce sensazione che JungKook vegliasse su di lui.

• 𝙴𝚑𝚒 BOY, 𝚕𝚘𝚘𝚔 𝚘𝚞𝚝 𝚝𝚑𝚎 WINDOW! • 𝗧𝗮𝗲𝗸𝗼𝗼𝗸Where stories live. Discover now