Confinato nel suo appartamento condominiale per via di una gamba ingessata, Taehyung scopre quanto sia interessante osservare le persone immerse nella propria quotidianità. In particolar modo gli piace guardare Jungkook, un ragazzo che abita nel pal...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Gli occhi di Taehyung si spalancarono per lo stupore. Non voleva illudersi tanto facilmente che fosse stato JungKook a lanciare quegli aeroplanini fuori dalla sua finestra. La sola idea sembrava ridicola. Tuttavia, poteva dire con assoluta certezza che non si trattasse di un bambino. La scrittura era frettolosa, in stampatello maiuscolo, quasi pregna della disperazione che sussegue a numerosi tentativi andati male. JungKook stava cercando di contattarlo? Come conosceva il suo nome? Senza rifletterci oltre, il grigio si affrettò a scartare anche gli altri aeroplani. C'erano altri messaggi. Tutti brevi e concisi. Ehi, oggi la tua finestra è chiusa. Lo stupore di Taehyung crebbe a dismisura. JungKook era a conoscenza di ciò che aveva fatto? Jin hyung del piano terra ha trovato gli aeroplanini sul giardino d'ingresso. Va tutto bene? Non dovresti fare finta di nulla. Prima mi spii e poi mi ignori? Questo sarà l'ultimo. Le labbra del grigio si schiusero per il rammarico. JungKook era rimasto alla finestra ad aspettarlo per tutta la settimana. Perché? Taehyung non riusciva a collegare i puntini. C'era qualcosa che gli sfuggiva, a partire dal perché il corvino conoscesse il suo nome. Continuò a leggere. Il palazzo è triste se le tue tende sono tirate. La tua gamba è apposto? Come mai? Per favore. Sa che sono stato io. Si è lamentato. Ehilà! Immagino tu abbia trovato qualcosa di più interessante da fare :( Non c'era alcun ordine cronologico nel modo in cui aveva letto i messaggi, così Taehyung provò a ricomporli. Scivolando con il sedere a terra, prestando attenzione alla gamba ingessata, si sistemò sul pavimento a gambe aperte. Nel mezzo seminò i foglietti di carta che cominciò a disporre qua e la trovando la correlazione tra uno e l'altro. Il risultato fu soddisfacente.
Ehi, oggi la tua finestra è chiusa. Come mai? Va tutto bene? Il palazzo è triste se le tue tende sono tirate. La tua gamba è apposto? Ehilà! Prima mi spii e poi mi ignori? Non dovresti fare finta di nulla. Immagino tu abbia trovato qualcosa di più interessante da fare :( Taehyung, guarda fuori dalla finestra! Per favore. Jin hyung del piano terra ha trovato gli aeroplanini sul giardino d'ingresso. Sa che sono stato io. Si è lamentato. Questo sarà l'ultimo.
Non passò più di un minuto prima che Taehyung andasse strisciando verso il davanzale della finestra più vicina. Strisciò letteralmente con la gamba ingessata sul parquet di legno, ignorando il dolore pungente che lo aveva morso come una trappola per animali. Sapeva che sarebbe dovuto stare più attento in vista di ciò che gli aveva riferito Jimin quell'oggi, ma il bisogno di incrociare lo sguardo di JungKook, in piedi difronte alla finestra ad aspettarlo come aveva fatto lui per settimane, sconvolse i suoi piani. Trafelato, il grigio raggiunse la tenda con il pensiero costante di essere arrivato troppo tardi. Si aggrappò sul davanzale, insinuandosi con la testa fra le cortine impenetrabili e guardò fuori col cuore che galoppava nel petto. Taehyung trattenne il respiro. Cercò JungKook. Lo immaginò mentre gli sorrideva, con quel sorriso unico che lo distingueva. Il grigio si preparò a ricambiare. Ma fu costretto a ridurre al minimo le sue aspettative nel momento in cui si accorse che l'appartamento di JungKook era completamente buio. Taehyung guardò l'orologio. Erano le nove di sera. Molto probabilmente JungKook era uscito, oppure era già a dormire. La delusione morse il ragazzo dritto al cuore, tanto che non si mosse da quel punto dopo essere scivolato con la schiena addossata al letto. Si sentì così stupido quando le lacrime gli inumidirono gli occhi. Era ben lontano dal piangere, ma allo stesso tempo sentiva un groppo insostenibile pressargli il petto. I pensieri divennero un groviglio di congetture che presto gli avrebbero causato un bel mal di testa. All'improvviso qualcuno bussò alla porta facendo scattare Taehyung sull'attenti. Non poteva essere Jimin, non a quell'ora. Non dal momento che aveva una copia delle chiavi.
