In the middle of nowhere...

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In the middle of nowhere...

Era un dolore orrendo.
Ad ogni morso uno spruzzo di sangue gli schizzava addosso.
E diventava sempre più debole.
Vedeva i nervi e le vene strapparsi
Mordeva e sputava a terra i pezzi di carne viva.
Non sapeva neanche lui come ci stava riuscendo,forse la paura,forse la disperazione, forze la pazzia..
Aveva i brividi.
Piangeva dal dolore.
I denti esitavano ad ogni morso.
Ormai era quasi arrivato all'osso.
Respirava affannosamente ma
Ce la stava facendo.

Il sangue gli aveva ricoperto il viso e il braccio e la cosa gli stava facendo venire da vomitare.
Un ultimo morso,
E fece scivolare il polso ormai scarnificato ,urlando con tutto il fiato che aveva , fuori da quella morsa di ferro.
Aveva una mano fuori.
Libera di muoversi.
Aveva una possibilità in più per uscire.

Non riusciva a vedere intorno a se.
C'era sempre la penombra ma i suoi occhi si erano abituati.
Ma allungò il braccio, scricchiolante e intorpidito, sopra la sua testa.
Tastò il freddo metallo di alcuni cortelli.
Punte affilate e oggetti di varie forme.
Poi ne sentì uno diverso.
Lo tirò su.
Erano due cesoie grosse ed affilate.
Al solo pensiero che potevano essere usate su di lui gli vennero i brividi.
Si asciugò le lacrime che gli appannavano gli occhi,
Impugnò saldamente le cesoie e taglio il gancio delle manette.
Adesso aveva entrambe le mani libere.

Si tirò su.
E gridò di dolore.
La schiena gli faceva un male cane.
Le bruciature pizzicavano.
Le ferite aperte sanguinavano ancora.
Erano comparsi lividi violacei sulla schiena e sui fianchi.
E nelle gambe i profondi tagli.

Tagliò anche le ultime due manette.
Era finalmente libero di potersi muovere.
Ma non c'era tempo da perdere.
Scese dal tavolo, trascinando le gambe che non si muovevano quasi per niente.
Ma gli cedettero e cadde in ginocchio.
Gli si fermò il respiro per qualche secondo.
Ma con i denti digrignati in un espressione sofferente si sforzò per tirarsi su.
Si aggrappò al tavolo dove era stato torturato fino a poche ore fa.

Ora in piedi.
Barcollando.
Guardava quella stanza.
Le macchie rosse.
Le teste dei suoi, cosiddetti, amici.
La sedia di legno.
L'acqua per terra.
Poi vide la porta.
Quella porta verde scuro.
C'era un lucchetto bello spesso, ma ormai lui aveva in pugno le sue amiche cesoie.
Prima di dirigersi verso la sua libertà prese qualche coltello e li nascose nei pantaloni, dietro la schiena, per ogni evenienza.

A piccoli passi.
Appoggiandosi alle pareti.
Riuscì ad trascinarsi alla porta.
Con uno sforzo enorme ruppe il lucchetto.
Aprì la porta..

"Ma che cazzo..."

E se ne ritrovò davanti un'altra chiusa sempre con un lucchetto color argento.
Ruppe anche quello.
La aprì..
E vide solo buio..
davanti a lui una sconfinata radura, circondata dal bosco..
In mezzo al nulla più assoluto..
Neanche un'anima..

E con una risata pensò "È brava.."

Autore: ciao a tutti! Mi scuso per non aver aggiornato e perchè questo capitolo é davvero corto , ma sono stata davvero occupata con la scuola *blah* comunque spero vi sia piaciuto byeee!

Kill the bully.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora