10. Sei geloso?

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L'aria primaverile mi solletica il viso, è quasi ora del tramonto e sono seduta all'aperto ad uno dei tavolini della caffetteria a pochi metri da casa.
Sto aspettando Oliver, un amico del college, mi ha chiesto di prestargli degli appunti e gli ho dato appuntamento qui.
Bevo un sorso del mio te freddo alla pesca nell'attesa, in fatto di puntalità Oliver non è il massimo.

"Eccomi" dice dopo poco "scusami" aggiunge con l'affanno.
"Te la sei fatta di corsa?" chiedo trattenendo una risata.
"Quasi" dice baciandomi una guancia per poi prendere posto accanto a me.
"Io ho già ordinato, sono seduta qui da mezz'ora" dico fingendo un broncio, lui se la ride e poi fa un cenno alla cameriera che appena lo vede corre senza esitazione al nostro tavolo.

"Cosa ti porto?" chiede impacciata,sicuramente vittima del fascino australiano di Oliver.
"Un caffè" dice gentile per poi voltarsi verso di me.
"Allora Angi, mi hai portato gli appunti?" mi chiede con un sorrisetto beffardo.
"Altrimenti perchè saremmo qui?" chiedo sarcastica.
"Per un appuntamento" dice avvicinandosi di più al mio viso, allungo una mano sulla sua guancia per poi spingerlo via.
"Sei temerario" ridacchio.
"Spero in un colpo di fortuna" dice " nessuno esclude  che tu prima o poi mi dirai di si" aggiunge sarcastico.
"Scordatelo" ribatto prendendo gli appunti dalla mia borsa.
"Trattali bene e dopo l'esame li rivoglio indietro" dico passandogli il quaderno, che afferra e inizia a sfogliare.
"Che precisione" dice ammirato.
"Sono frutto del mio duro lavoro" ribatto fiera di me, sta per dire qualcosa ma si blocca per ringraziare la cameriera che arriva con il suo caffè.

"Sei un vero angelo" dice baciandomi  vistosamente una guancia.

"Angela?!?!" quella voce dura e roca mi fa vibrare l'anima, mi paralizzo sulla sedia osservandolo imbambolata.
"Evan" balbetto sorridendo quando me lo ritrovo affianco con uno sguardo tutt'altro che felice.
"Oliver lui è..." sto per dire.
"Evan Sanders,il ragazzo di Angela" risponde al posto mio, con un tono di voce spettrale.

Ragazzo?!?!?!...deve essere impazzito, anche se a sentire quelle parole il mio cuore ha fatto più di una capriola...

"Evan Sanders,della Sanders Enterprise?" chiede Oliver stupito, spostando lo sguardo più volte da Evan a me.
"Esatto" risponde glaciale per poi rivolgere il suo sguardo impassibile a me "vado a casa, torni con me?" chiede scocciato.

"Io ho un impegno" interviene Oliver " Angi spero di rivederti presto, Evan è stato un piacere" dice alzandosi per poi sparire in fretta. Evan è stato così sgarbato, sicuramente Oliver è andato via perchè si è sentito a disagio.
Riporto il mio sguardo ad Evan che mi lancia delle occhiatacce e poi senza dire una parola si volta e ritorna in auto, mette in moto e se ne va...

Resto seduta al tavolino della caffetteria, stupita dall'irragionevole reazione di Evan.
Perchè si è comportato in quel modo?
Che gli è preso?

Prendo un bel respiro e mi alzo, entro dentro alla caffetteria per pagare il conto, ma la cassiera gentile mi dice che ci ha già pensato Oliver.
Gli invio un messaggio per ringraziarlo e per scusarmi dell'atteggiamento poco garbato di Evan.

Mi incammino verso casa ipotizzando su ció che accadrá una volta arrivata.
Sono cosí furiosa con lui, come si permette di trattarmi in quel modo. Mi chiede di tornare a casa con lui e poi se ne va lasciandomi lì.
Ma con chi crede di avere a che fare, con una delle sue Pamela?
Si sbaglia di grosso.
Entro in ascensore e compongo il codice, batto il piede nervosamente in attesa che le porte si aprano, questa salita sembra durare un'eternità.

Quando le porte si aprono, tutte le luci di casa sono spente, ma nell'aria risuona una musica.
Mi avvicino alle scale ma non proviene dal piano di sopra, proseguo lungo il corridoio e la musica si fa sempre più assordante.

Prenditi cura di leiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora