33. Tu resti con me!

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Evan

Da quando le mie mani si sono posate sul suo corpo e la mia bocca ha riassaggiato il suo sapore, sono ricaduto in quella dipendenza che mi ha reso schiavo per mesi.

Entrare dentro di lei è stato come ritornare alla vita, sentirla gemere per il piacere che le mie mani, la mia bocca e il mio corpo le hanno fatto provare mi ha mandato letteralmente fuori di testa.
Sono pazzo di lei e desidero farla mia in ogni modo possibile ed immaginabile.

Mi fermo con l'auto sotto casa sua, impaziente di rivederla. Le invio un messaggio senza mai distogliere il mio sguardo dall'ingresso del suo portone.
Il cuore mi trema nel petto e quel familiare formicolio al centro dello stomaco si espande fino al mio basso ventre che si gonfia indomabile appena i miei occhi si posano su di lei.

Cammina sicura in direzione della mia auto, il cappotto aperto lascia intravedere le sue lunghe gambe fasciate da un paio di calze nere e le sue forme a stento contenute da un vestito in maglia nera.
Apre lo sportello e si sistema sul sedile accanto a me, riempiendo l'abitacolo con il suo dolce profumo.

"Buonasera Evan" la sua voce sensuale è il colpo di grazia per spazzare via anche quell'ultimo briciolo del mio autocontrollo.
Mi slaccio la cintura di sicurezza e invado il suo spazio avvolgendo le mie labbra alle sue in un bacio privo di alcuna decenza. Infilo la mia lingua nella sua bocca, intrecciandola alla sua e impossessandomi del suo sapore afrodisiaco e dei suoi gemiti.

Ci stacchiamo dopo un tempo che sembra infinito, ansimanti e privi di fiato.

"Sei bellissima" sussurro sulle sue labbra che si piegano in un sorriso dolce "e mi fai impazzire" aggiungo mordendole un labbro.
Mi risistemo sul mio sedile e metto in moto l'auto, lottando contro me stesso per non far ricadere i miei occhi più del dovuto sulle sue cosce lasciate scoperte dal cappotto, mi sembra di impazzire, la desidero così intensamente che fa quasi male.

Il desiderio represso e l'eccitazione che aleggia tra di noi è palpabile a vista d'occhio, più cerco di non pensare a quello che le vorrei fare in questo preciso istante, più lei sospira e stringe le cosce tra di loro,segno che è eccitata. Il mio bacio deve aver acceso anche in lei quella scintilla di desiderio.

"Fanculo" sospiro svoltando nella strada che porta a casa mia, con la coda dell'occhio la vedo sorridere, eccitandomi ancora di più al pensiero che anche lei mi desideri quanto la desidero io.
Entro nel garage sotterraneo così veloce che le gomme stridono contro l'asfalto facendo tremare l'auto che parcheggio in modo pessimo nel posto a me riservato.

Scendo e faccio il giro dell'auto per aprire la sua portiera, l'aiuto a scendere e la prendo per mano trascinandola con me verso l'ascensore.
"Sei impaziente?" chiede ridendo per quanto devo sembrarle patetico, sembro un disperato, ma la desidero così tanto che sarebbe stato impossibile passare una serata tranquilla con lei pensando tutto il tempo ai diversi modi in cui avrei voluto scoparla.
La spingo dentro e non appena le porte si chiudono mi attacco alle sue labbra, divorandole.

Possibile che una semplice persona possa creare una tale dipendenza? Mi chiedo spazientito dall'intensità delle emozioni che provo quando sono con lei.
Ma come sempre ho la risposta a portata di mano, lei non è una semplice persona, lei è l'amore della mia vita.

L'ascensore si apre e ci ritroviamo ancora avvinghiati a percorrere l'ingresso di casa mia fino ad arrivare al divano senza combinare casini.
La libero del cappotto e della sciarpa, facendo scorrere le mie mani lungo i suoi fianchi per poi riprendere a baciarle quelle labbra che tanto mi fanno impazzire.

Afferro l'orlo del suo vestito, ma lei mi blocca con le sue mani.
"Non vuoi?" chiedo sorpreso.
"Aspetta" sospira "facciamo un gioco" aggiunge allontanandosi da me per recuperare la sua sciarpa.
"Che vuoi fare? Vuoi legarmi?" chiedo divertito ed eccitato.
Scuote la testa e si avvicina di nuovo a me, si solleva sulle punte incollando le sue morbide labbra alle mie, afferro il suo sedere tondo e perfetto spingendola contro la mia erezione dura.
"Angelina" sussurro e lei si stacca da me, mi gira intorno fermandosi alle mie spalle per poi coprirmi gli occhi con la sua sciarpa.

Prenditi cura di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora