42.Fuoco vivo

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"Queste uova era immangiabili" ribatte lui incrociando le braccia al petto, osservandola con aria di sfida.
"Non mi sembra che tu non le abbia gradite, il tuo piatto è vuoto" rispondo prontamente appoggiando i gomiti sul tavolo, ricambiando il suo sguardo.
"Avevo fame" sospira lui alzandosi da tavola e lasciandomi sola in cucina.

"Odioso e stronzo" sbuffo spazientita per poi alzarmi e sparecchiare la tavola.
Insapono i piatti pensando al fatto che mi sarei aspettata un'accoglienza diversa da lui, magari come quelle che si vedono nei film.
Lui che mi corre incontro felice e io che gli salto addosso in lacrime, lui che mi stringe a se sussurrandomi parole d'amore per poi unire le nostre labbra in un bacio appassionato che ci avrebbe portato a finire arrotolati tra le lenzuola.

"Esiste una cosa chiamata lavastoviglie" afferma alle mie spalle distogliendomi dai miei pensieri e riportandomi alla realtà.
"Grazie mister ovvietà;che ne dici di darmi una mano ad asciugare i piatti, piuttosto che dispensare preziose lezioni di vita" affermo trattenendo una risata.
Lo sento sbuffare e borbottare qualcosa, ma dopo poco mi affianca con uno straccio tra le mani.

"Ho dei dolcetti al cioccolato" sospira poi aprendo la credenza e poggiando sul tavolo dei muffin.
Ne afferro uno e lo mordo, è buonissimo.
Lui mi osserva in maniera diversa ed io in quello sguardo ci riconosco il mio Evan, quegli occhi che mi hanno guardato milioni di volte, con la stessa intensità con cui mi sta guardando adesso ed è proprio per questo che io non posso mollare la presa. Sono certa che mai più nella mia vita qualcuno mi guarderà in questo modo, come se fossi la cosa più preziosa a questo mondo e sono convinta che sarà difficile trovare poi qualcuno che sappia darmi tutte queste emozioni, devastanti.

"Buono" sospiro avvicinando la mano con cui tengo il muffin alla sua bocca. Lo morde senza distogliere il suo sguardo dal mio, per poi leccarsi le labbra ed innescare nella mia mente pensieri tutt'altro che puri.
Vorrei che mi prendesse qui sul bancone della cucina, adesso.Ma poi si allontana da me, si gira di spalle ed esce dalla cucina,lasciandomi delusa.

Lo seguo in salotto e mi siedo sul divano alternando lo sguardo tra il bosco che si espande oltre la vetrata e la fiammella che luccica nel caminetto a gas.
"È finita male con il biondino e per questo che sei qui ?" mi chiede dopo poco continuando a tenere lo sguardo puntato sul suo computer, facendomi accigliare.
"Non c'è mai stato nulla tra me ed Alex" sosprio brusca, portandomi le gambe al petto.
"Strana coincidenza, dopo che mi hai lasciato è corso da te" sospira continuando a mantenere lo sguardo basso.
"Non è come credi" sospiro puntando il mio sguardo fuori dalla vetrata.
È per questo che è andato via?
Credeva che io stessi con Alex? Probabilmente l'avrà visto entrare a casa, dopo la nostra lite. Perchè non mi ha chiamata? Avrei potuto spiegargli la situazione ed evitarci un'altra inutile sofferenza.
"È venuto a farmi le sue scuse" aggiungo spostando di nuovo il mio sguardo su di lui.
"Non mi interessa, non ha alcuna importanza, ti ho detto appena sei entrata quali sono le mie intenzioni, con te" afferma tagliente.

"Sai che ti dico Evan? Vai a quel paese, non ho attraversato un lago  per essere trattata da te in questo modo" sbuffo alzandomi dal divano "io non ti ho fatto assolutamente nulla, a differenza tua. Se è quello che vuoi, domani mattina quando ti sarai alzato, io sarò già sparita" aggiungo alzando il tono di voce, per poi incamminarmi lungo il corridoio alla ricerca della mia stanza.
"Ultima porta a sinistra" urla dal salotto.
"Vaffanculo" sbotto aprendo la porta e sbattendola con forza alle mie spalle.

Dannato Evan, lui e la sua testardaggine.
Mi spoglio e mi metto a letto con solo l'intimo, non posso ritornare in salotto a chiedergli una maglietta, non dopo che l'ho mandato a quel paese.
Mi avvolgo nel morbido piumone e mi stendo sul fianco osservando la vetrata, su cui la pioggia batte all'impazzata.
Non verserò altre lacrime per lui, non gliela darò questa soddisfazione, non più penso mentre i miei occhi si fanno sempre più pesanti.

Prenditi cura di leiWhere stories live. Discover now