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Quando ero tornata alla realtà, la prima cosa che avevo detto era stata:《Chi è Penteo?》.
Dioniso molto probabilmente non si era nemmeno accorto che mi ero "assentata" un attimo, perché mi aveva chiesto, cupo:《Perché lo vuoi sapere?》.
Non avevo fatto in tempo a rispondere che eravamo arrivati nell'ufficio di Chirone.

Il centauro era sulla sua sedia a rotelle e di fronte a lui erano seduti su delle sedie Apollo ed Artemide.
Chirone mi aveva chiesto:《Sei riuscita a riposare un po' o il nostro caro Dioniso russava troppo forte?》.
Il dio aveva risposto:《Ma dai... perché devo essere sempre trattato in questo modo?》.
Avevo detto, mentre mi sedevo su una sedia vicino ad Apollo ed ignorando quello che aveva appena esclamato il dio del vino:《Sì grazie. Ora sto meglio》.
Apollo mi aveva detto nell'orecchio:《Comunque Alice ora sta bene...》.
Avevo messo una mano davanti alla bocca per nascondere che stavo ridendo.
In quel periodo cambiavo spesso d'umore: un minuto prima piangevo e uccidevo i miei amici, un minuto dopo ridevo per qualsiasi cosa.
Però ero veramente contenta per Alice, soprattutto perché non era morta.
Subito dopo però ero ritornata seria.
Era vero, quel giorno era il 23 dicembre, quindi il mio quindicesimo compleanno.
Ci ero rimasta molto male perché Apollo, il mio ragazzo, non mi aveva fatto gli auguri e non aveva nemmeno accennato di ricordarselo.
Non pretendevo i fuochi d'artificio e chissà che cosa, ma almeno un "auguri" non costava tanto...
Artemide si era alzata.
《Allora, andiamo?》.
Io ed Apollo avevamo fatto come lei, ma prima di uscire avevo detto a Dioniso:《Comunque quando ritorno mi dovrai spiegare un paio di cose...》.
Lui aveva alzato i pollici e poi ero andata via.

《Potete aspettare un attimo che devo andare a recuperare delle cose nella casa nel mare?》.
Mi avevano detto che andava bene, allora mi ero incamminata.
Quando ero arrivata avevo visto Alice sdraiata sul letto, con di fianco Carlotta che dormiva sulla spalla di Lee, anche lui addormentato.
La figlia di Afrodite per fortuna sembrava stare abbastanza bene e quindi ero andata più serena in camera mia per prendere l'armatura.
In teoria tutti i semidei dovrebbero tenerla in armeria, ma io preferivo tenerla nell'armadio, così nessuno me la poteva rubare o rovinare.
Quando ero entrata avevo visto sul letto una enorme scatola nera con un fiocco oro sopra.
Sopra c'era un biglietto con scritto:

"La tua vecchia armatura a momenti cadeva a pezzi. Mi sono sentito in dovere di regalartela una nuova molto, molto, più bella.
Apollo♡"

Ero troppo curiosa di vedere cosa ci fosse all'interno, infatti avevo aperto immediatamente la scatola.
Non riuscivo a credere a quello che c'era all'interno: un'armatura oro con le decorazioni blu che richiamavano quelle del mio arco.
Era veramente bella.
Non ne avevo mai viste di così dettagliate, ma allo stesso tempo non era esagerata e sembrava essere fatta su misura per me.

Quando la scatola era vuota avevo visto sul fondo un altro biglietto con scritto:

"Indossala subito. Noi ti aspettiamo in spiaggia.
Sempre Apollo♡"

Forse non si era dimenticato del mio compleanno.
Ero andata in bagno, mi ero pulita velocemente, mi ero fatta una treccia improvvisata e poi mi ero messa l'armatura.
Era leggerissima e non sembrava nemmeno di avercela addosso.
Con un sorriso stampato in faccia  avevo preso la valigia che avevo preparato la sera prima e l'avevo messa nella Duat.
Ormai ero diventata abbastanza brava ad utilizzarla perché riuscivo a mettere le cose lì dentro e riprenderle senza problemi.

Ero uscita dalla camera e mi ero messa a canticchiare Burnin' up dei Jonas Brothers con la testa fra le nuvole.
Ad un certo punto ero andata a sbattere contro una persona: la mia amica Matilde, che era rimasta anche lei a dormire da me dopo aver accompagnato a casa Sadie.
《Auguri! Vedo che hai già ricevuto un regalo... e direi anche che è molto bello!》.
Aveva detto mentre guardava la mia nuova armatura.
《Ehm... grazie, ma non so se si può considerare come tale...》.
《Cosa è successo?》.
Era diventata più seria.
Avevo sollevato le spalle e avevo detto, senza sembrare troppo dispiaciuta:《Niente di importante. Sono soltanto i dispiaceri di un'adolescente...》.
Matilde mi aveva toccato le spalle, dicendo:《Se tu ci sei rimasta male, non è un problema qualunque... dai, ora dimmelo. Puoi fidarti di me, lo sai vero?》.
Avevo sbuffato.
《Praticamente, come te sai bene, oggi è il mio compleanno, però Apollo non mi ha fatto gli auguri...》.
Poi avevo aggiunto, liberandomi dalla stretta di Matilde:《Senti, lascia stare. Ora devo andare》.

Stavo per andarmene veramente  quando la figlia di Ipno aveva detto con una voce che non sembrava nemmeno la sua, da quanto era arrabbiata:《Io lo lascerei subito. Non merita di stare con una come te! In più non dovresti essere fidanzata con un essere del genere... le divinità ci usano e basta! Perché sei così stupida da non capirlo?! Aspetta, forse lo so... tu sei sempre stata la figlia viziata della classica famiglia ricca. Prima Ade e Persefone, due divinità, ti hanno regalato Ricardo, il cavallo perfetto. Poi arrivi al Campo Mezzosangue e dopo neanche un anno una divinità ti viene a parlare e decide di volerti addestrare, e alla fine ci finisci pute a letto. Ora mi devo anche inchinare al tuo cospetto?!》.
Non capivo perché era diventata così cattiva con me.
Va bene che avevo quasi ucciso Alice, ma mi sentivo malissimo per quel motivo e in più aveva detto un sacco di cose che non erano vere.
Non ero per nulla una "bambina viziata" e Apollo non mi utilizzava.
Anche se era molto strano vedere una divinità e una semidea che stavano bene insieme, non voleva dire che era impossibile.
Con quanta più calma che riuscivo le avevo risposto:《Non lo lascerò per un motivo così stupido ed infantile. È la mia vita e decido io che cosa fare》
Prima di uscire dalla casa, mi ero girata e le avevo detto:《Prova a parlarmi in questo modo un'altra volta e te ne pentirai》.
E dopo mi ero allontanata, cercando di mantenere la calma perché non volevo fare male a nessuno.

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SYMPHONY - Le OriginiWhere stories live. Discover now