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Eravamo corsi fuori dall'hotel e nel parcheggio avevamo visto Carlotta e Alice che ci stavano aspettando.
Stavamo per andarcene il più velocemente possibile, ma appena arrivati all'uscita del parcheggio era sbucata fuori da una siepe Matilde.
《Oh Giulietta... te non capisci proprio niente. Potremmo però perdonarti visto il tuo importante lignaggio... unisciti alla causa giusta. Unisciti a Luke. Unisciti a Crono!》.
Avevo attivato il mio arco e avevo detto esasperata a Will:《Ora inizia la prima lezione: lei è il nemico》.
Avevo scoccato una freccia nel cespuglio, dove c'era un semidio che avevo colpito sulla mano e che si era messo ad urlare.
《Lezione numero due: adesso ti facciamo vedere come si combatte》.
Mi ero poi rivolta ad Alice:《Te pensa a proteggere Will... a loro ci pensiamo noi》.
Matilde aveva sfoderato la sua spada.
《Ci sarebbe piaciuto averti dalla nostra parte, ma se proprio non vuoi ti uccideremo》.
Aveva scoccato le dita e dalle siepi erano usciti una decina di semidei.
Davide aveva detto:《Facciamo Defuera?》.
Avevo sospirato:《Per forza sempre canzoni così?》.
Lee mi aveva messo una mano sulla spalla.
《Dai almeno qua c'è Madame...》.
Avevo fatto la linguaccia a Davide mentre Lee aveva iniziato a cantare la parte di Ghali.

Dovevo ammettere che quel giorno non stavamo veramente combattendo, ma ci stavamo per lo più esibendo soprattutto perché nessuno di noi voleva uccidere quei poveri semidei.
Stavamo facendo soltanto scena per spaventare i nostri nemici.
Davide, Lee e Carlotta erano impegnati a far scappare gli semidei, ma più se ne andavano più arrivano, io invece stavo fronteggiando in prima persona Matilde.
Dovevo ammettere che era migliorata notevolmente.
L'arco e le frecce erano inutili e allora avevo messo via la mia arma e mi ero fidata soltanto dei miei poteri e della mia voce.
Matilde però aveva ricevuto un dono da suo padre, perché più mi avvicinavo a lei più mi veniva sonno.
Ad un certo punto mi aveva colpito con la sua spada e mi aveva fatto un taglio sull'indice, staccandomi quasi la prima falange.
Avevo urlato dal dolore e avevo stoppato i miei poteri improvvisamente per stringermi in dito, trovandomi indifesa.
Matilde si era messa a ridere:《Oh povera illusa... talmente innamorata di un dio che non ricambierà mai gli stessi sentimenti... E ora stai per morire》.
Io ero caduta in ginocchio.
Aveva alzato la spada in alto sopra la mia testa.
《Te lo richiedo per l'ultima volta: unisciti a noi e distruggeremo insieme l'Olimpo. Se ci tieni veramente ad Apollo forse lo potremmo tenere in vita, ma non ti posso promette nulla》.

Dietro di lei avevo visto volare qualcosa di bianco e quando era abbastanza vicino a noi lo avevo riconosciuto: era Ricardo.
Mi ero messa a ridere come una psicopatica e le avevo sputato in faccia.
《MAI! TE NON SAI CHI SONO IO! HO VISSUTO DODICI ANNI NEGLI INFERI... PER TE MI FACCIO SPAVENTARE DA UNA INUTILE E INCAPACE SEMIDEA?!》.
Mi ero messa a ridere nuovamente e avevo sentito gli occhi e la parte sotto di essi bruciare.
Ricardo ora era vicinissimo a noi.
Era volato sopra Matilde, le aveva tirato una zoccolata sulla testa e lei era caduta per terra, svenuta un'altra volta.
Ricardo era poi atterrato e mi aveva fatto salire su di lui.
Una strana sensazione, come una specie di pelle d'oca, mi diceva che stava per succedere qualcosa.
Avevo urlato:《CHIUDETE GLI OCCHI!》.
Come al solito gli unici che lo avevano fatto erano stati i miei amici, invece i nemici non lo avevano fatto forse perché volevano cogliere l'occasione per colpirli, visto che erano distratti.
Ricardo mi aveva portato in un istante al centro del parcheggio.
Si era impennato e aveva nitrito forte come non aveva mai fatto in vita sua.
Per non cadere mi ero aggrappata al suo collo e avevo chiuso gli occhi, con il dito che mi bruciava moltissimo.
Le parti della mia pelle che erano a contatto con il pelo di Ricardo avevano iniziato a bruciarmi, come se un enorme calore le stesse colpendo.
Avevo sentito delle urla e un ragazzo abbastanza vicino a me urlare:《I MIEI OCCHI!》.

Ricardo aveva appoggiato gli anteriori per terra e il calore era passato.
Io mi ero tirata su con la schiena e avevo aperto gli occhi.
Davanti a me avevo visto i nemici che urlavano e che si tenevano gli occhi, invece i miei amici sembravano illesi, se non per i vestiti un po' bruciacchiati.
Avevo dato una pacca a Ricardo con la mano sana.
《Bravo Ricky, grazie per averci salvato》.
Come risposta aveva semplicemente sbuffato.

Ero scesa da cavallo e Lee mi aveva raggiunto di corsa, seguito dagli altri miei amici.
Aveva guardato il mio dito e aveva detto:《Ti fa male?》.
Mi ero messa a ridere nuovamente e avevo capito che molto probabilmente stavo impazzendo.
《No, guarda... mi piace come sensazione. Lee santi numi! È ovvio che mi faccia male! A momenti ho perso tutta la falange della mano che mi serve per tirare con l'arco!》.
Will si era avvicinato lentamente e me l'aveva preso in mano.
《Di solito sono abbastanza bravo a curare le persone, anche se non so come mai...》.
Mi aveva stretto il dito fra le sue mani, che si erano illuminate di una luce fioca.
Una strana sensazione mi stava percorrendo per quel dito, ma rispetto a quello che provavo prima non era negativa, anzi mi stava alleviando il dolore fino a quando non era scomparso del tutto.
Quando aveva aperto le sue mani mi ero ritrovata con il dito perfettamente attaccato e con soltanto una piccola cicatrice.
《Ma... come...》.
Aveva alzato le spalle.
《Non lo so nemmeno io... di solito mi funziona con dei piccoli tagli, infatti non pensavo di riuscire a fare così tanto... ma chi siete voi?》.
Lee aveva detto:《Ora è giunto il momento di spiegarti tutto, a partire da chi siamo noi e soprattutto chi sei te》.

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Mentre stavamo ritornando al Campo gli avevamo raccontato tutto, anche se avevamo omesso il fatto del mio fidanzamento, soprattutto perché Apollo era suo padre e anche perché Davide non sapeva niente nemmeno lui.
Avevamo cercato di andare più velocemente possibile perché la scuola sarebbe iniziata a breve e non volevo saltarla come avevo fatto con il secondo quadrimestre dell'anno prima.
Giunti al Campo io, Lee e Will eravamo andati da Chirone e Dioniso per informarli su quello che era successo.
Chirone aveva fatto il classico discorso a Will, anche se ormai sapeva tutto visto che avevamo passato quattro giorni assieme e avevamo già colmato tutti i vuoti e dubbi che aveva.
Dopo i due fratelli erano andati a fare un giro del Campo e Chirone era andato via perché un figlio di Ares aveva intasato il bagno.
Gli avevo detto che quello che gli avrei dovuto raccontare era urgente, ma lui aveva detto di raccontarla tranquillamente a Dioniso.
Avevo detto, quando eravamo rimasti da soli:《Andiamo da un'altra parte? Stare qua dentro mi mette sempre ansia》.
Aveva annuito ed eravamo usciti.

SYMPHONY - Le OriginiWhere stories live. Discover now