tw: mention of r#pe
jeongin aveva così tante paure, che probabilmente contarle sulle sue dita piccoline sarebbe risultato impossibile.
yang jeongin aveva più di cento paure o forse più di mille, o forse stesso il numero dei suoi timori superava l'aspettativa delle leggi della realtà e contarlo non era fattibile.aveva scoperto a cinque anni d'avere una tremenda paura delle altezze, e ci aveva impiegato cinque anni di buona salute per potersi affacciare persino al primo piano di casa di jisung senza vomitare fino a sentirsi male; a dieci anni aveva scoperto di non riuscire a nuotare e l'acqua era diventata il suo nemico principale, a tal punto da rifiutare persino di lavarsi quando l'ansia s'aggravava e con essa gli innumerevoli attacchi di panico.
ad otto anni aveva imparato ad andare sulla bicicletta e, da fiero bambino qual era ai tempi, s'era esercitato a più non posso, così tanto che la notte al posto di dormire scappava dalla sua stanzetta (ovviamente, blu, la mamma era convinta fosse un colore esclusivamente per uomini) per divenire più bravo, per convincersi d'essere capace a fare qualcosa; a dieci anni, yang jeongin, la bicicletta manco più poteva vederla.
aveva finito per cadere e rompersi una coscia, ed era stato un trauma per un bambino di nove anni che aveva sia il timore delle altezze che di farsi male, e la sua sanità mentale era peggiorata a dismisura.a sette anni aveva cominciato ad avere il terrore del contatto fisico, qualunque esso fosse, che andasse da una misera carezza sulla guancia ad un pugno capace di dolergli per settimane; questa era probabilmente una delle sue paure peggiori, capaci di mozzargli il fiato e di ammazzarlo lentamente perché, sfuggire da un effettivo contatto fisico, era davvero impossibile.
yang jeongin era probabilmente un temporale, e l'idea di poter essere uno dei raggi solari pronti a meravigliare chiunque faceva capolino sulla sua pelle pallida con mille brividi di terrore, il terrore dell'aspettativa che lo portava a voler fuggire, fuggire da tutti senza più farsi vedere.
le notti non dormiva, le occhiaie risiedevano fisse sul suo faccino ma era bravo a nasconderle con pazienza e correttore, bensì torturava la sua mente da sedicenne oramai stanco persino della sua stessa vita – arrivava al punto che, nello schiarire del cielo, la testa gli doleva e rimaneva solo con la realtà dei fatti, ovvero quella d'essere solo un ragazzino problematico.
ma chi siamo noi per dirlo? nessuno è perfetto, la perfezione è solo un concetto futile radicato con la forza nella mentalità delle persone fragili, e col tempo quel concetto futile è divenuto la normalità dei fatti, dell'essere.
se fossimo tutti perfettamente perfetti sarebbe spaventoso, perché nemmeno le creature scientifiche (che gli scienziati s'impongono di costruire dopo anni di studio sacro) lo sono – nemmeno i robot, che dovrebbero essere gli esponenti del nostro futuro e risultare quindi come un modello da seguire, capace d'indicare alla società la retta via.chi siamo noi per giudicare? la realtà che nessuno vuole accettare è che siamo ricolmi di problemi, ma c'è chi li vomita urlandoli e chi preferisce rimanere col mal di stomaco, coi conati di ansie e di paure mai esposti – ed ancora, chi siamo noi per giudicare? siamo davvero superiori a qualcuno? siamo tutti perfettamente imperfetti, appare un po' come un girotondo di scioglilingua, e se la perfezione esistesse il mondo diverrebbe irreale e monotono.
yang jeongin è forse il modello di società meno consigliato da seguire, la sua mentalità è scomposta in mille sezioni e in tutte esse ci vivono pensieri che non dovrebbero visitare nessuno.
il contatto con gli esseri umani, quelli che sono suoi simili ma alla quale si rifiuta di somigliare, ha cominciato a terrorizzarlo all'età di sette anni, e yang jeongin aveva solo sette fottuti anni quando ha constatato di voler morire.oh, e pensate sia davvero così codardo? solo perché s'è sempre comportato da stupido superficiale? allora è vero; è vero che l'uomo giudica, che non riesce a stare zitto, non riuscite nemmeno a zittire i vostri pensieri!
l'unica cosa che è rimasta zitta è stata la vocina di jeongin, quella che da anni sembra essere apparentemente scomparsa, durante quella notte — e jeongin, nonostante tutto, non la vuole! non la vuole, per niente, non vuole riprendere a parlare, finirebbe per urlare e perderla nuovamente.

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FALLING IN LOVE WITH LEE MINHO, minsung
Fanfictionlee minho è il ragazzo più scontroso della scuola e han jisung decide d'aiutarlo a trovarsi una ragazza, ❛ ti prego minho fatti aiutare ti prometto che ti invierò trenta foto di me in gonna [seen] ❜ tw: nsfw, cursing (a lot) and swearing, sexual j...