Svegliati.

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(PLS mi ritrovo a leggere queste righe mesi dopo che le ho scritte, il mio metodo di scrittura è variato tantissimo e forse è meno infantile, non fermatevi qui. Non pensò cambierò il testo, mi sembrerebbe di eliminare le prove del mio progresso, quindi, appena potrò, farò una revisione riguardante la grammatica ed errori. Un bacio.)

Perdonate miei eventuali errori, verranno corretti presto.
Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura;)

Angolo autrice importante alla fine.
Leggete!

Era successo tutto troppo in fretta.
Troppo velocemente.

Giovanni si chiese, mentre era seduto lì, con le mani fra i capelli per la preoccupazione ed il panico, come fosse possibile concludere in quel modo una serata del genere.

.

.

.

Erano entrambi in casa, quella in campagna vicino Roma che usavano quando entrambi avevano del tempo libero.

Giovanni doveva sparecchiare il tavolo che stava in giardino, sulla quale avevano cenato lui, Giulia ed alcuni dei loro amici che erano appena andati via.

Rosa.
Deddy.
Aka.
Leonardo.
Tommaso.
Serena.
Tancredi.

Accadeva, da ormai quasi quattro anni, che due volte al mese, come minimo, alcuni di loro si riunissero per passare del tempo insieme.
E il posto che impiegavano spesso era proprio la casa di Sangiovanni e Giulia quando i due ragazzi erano a Roma.

Soprattutto in estate, a bordo piscina.

Ma come erano casinisti in casetta durante i tempi di Amici, erano casinisti anche fuori e ad anni di distanza.

Proprio per quello Giovanni aveva bisogno di sistemare fuori.
Così si avvicinò a Giulia, che aveva messo a bollire dell'acqua per la tisana sul fornello, e le diede un bacio sulla tempia prima di allontanarsi verso l'esterno della casa.

Era fuori quando aveva sentito un botto.
Qualcosa era scoppiato. Si immobilizzò sul posto, come per capire da che parte fosse arrivato.
Ma non sentì più niente e continuò a raccogliere i cartoni vuoti della pizza che avevano mangiato per portarli dentro, nella spazzatura.

Così, pochissimi minuti dopo, era entrato dentro, e fischiettando non si accorse della puzza di gas che vi era in casa.

Anzi, non se ne accorse subito, ma dopo pochi secondi e quando lo fece lasciò cadere i cartoni a terra per correre in cucina.

Lì, stesa sul pavimento, c'era Giulia svenuta.

La cucina era distrutta, il piano cottura era saltato in aria e con esso tutto quello che vi era vicino, compresi gli sportelli e le mensole.
Entrò in panico, ma meccanicamente aprì la finestra della cucina e subito dopo prese Giulia fra le braccia per portarla fuori.

La lasciò sul prato del giardino per correre verso il pannello di controllo che stava dietro casa e bloccò la fuoriuscita di gas girando una manopola.
Poi tornò indietro ancora più veloce mentre tirava fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono.

Attivò l'assistente vocale e gli ordinò di chiamare l'ambulanza mentre arrivava da Giulia.
Gettò il telefono per terra, vicino al corpo della ragazza, alla quale alzò la testa.
"Giù. Giulia." La chiamava mentre le accarezzava il volto.

Portò la mano destra alla nuca della ragazza ma subito sentì le dita coperte di un liquido caldo.

Si portò le dita davanti agli occhi e notò come il rosso del sangue della ragazza coprisse la sua mano.
Nel frattempo il centro emergenza rispose e Giovanni diede l'indirizzo ed i dettagli dell'accaduto.

Sangiulia-One shotWhere stories live. Discover now