Mare e terra.

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ATTENZIONE: Vi prego di leggere l'angolo autrice ad inizio capitolo.

Perdonate miei eventuali errori, verranno corretti presto.
Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura;)

ANGOLO AUTRICE:
Mi dispiace tantissimo per l'assenza, ma- oltre al fatto che sono proprio giù mentalmente- non ho trovato la motivazione per scrivere, e non ho neanche idee per scrivere.
Ho scritto quasi dieci capitoli, ma nessuno di loro mi convince; son già visti in altre one shot, quindi non mi sembra sia il caso di pubblicarli.
Se avete idee ditemele che seriamente, non ho idee per prossimi capitoli.
Ne ho una-consigliata da una di voi- piuttosto complicata da sviluppare che però mi interessa e ci sto scrivendo sopra; poi sto scrivendo un altro capitolo 'rosso', ma oltre a queste non ho idee per prossimi capitoli.
Quindi, scrivete, se la avete, qualche idea anche nei commenti-o anche in privato-.
Grazie mille per chi lo farà.
Buona lettura:)
Baci xxx

"Che hai Giovà?"

Giulia è seduta sul divano, le spalle rigide per la preoccupazione mentre guarda il suo ragazzo.
Giovanni, ad un occhio qualsiasi, sembrerebbe calmo; ma.

Ma ha le spalle rigide, curve; la fronte corrugata; le mani attraversate dai quei soliti tic nervosi; lo sguardo, triste, rivolto alla finestra.
E Giulia ha capito che qualcosa non va.

Proprio quella mattina è tornata dall'Inghilterra, dove ha seguito le lezioni in un accademia importante di danza; era rientrata nel loro appartamento a Milano dopo due mesi e lo aveva trovato seduto in cucina, con una bottiglia di birra in mani, alle dieci del mattino.

"Cosa?" Giovanni sembra esser tornato sulla terra; si volta verso di lei un secondo, giusto per porle la domanda, poi torna con gli occhi fuori la finestra.
A Milano il tempo non è dei migliori; il cielo è grigio, la macchine corrono per strada; i pedoni corrono per scappare alla pioggia e le nuvole piangono.
E Giovanni crede che da lì a poco non saranno le uniche, a piangere.

"Che hai? É successo qualcosa?" Chiede Giulia alzandosi dal divano; gli si avvicina piano e rimane ferita quando, una volta che gli poggia una mano sulla spalla, lui si scansa.
"Non mi toccare." Le sussurra guardando per l'ultima volta fuori la finestra.
"Ma che stai a dì?" Giulia aggrotta le sopracciglia e il cuore le si ferma un secondo nel petto quando Giovanni fissa i suoi occhi azzurri con i suoi marroni.

Mare e terra siamo, Giù.
Mare e terra.

"Ho fatto una cosa, Giulia, e non so se potrai perdonarmi."

Nuvole, fra poco non sarete le uniche.

"Che hai fatto Giò?" Giulia lo guarda negli occhi e cerca di convincersi che quello che vede nei suoi occhi non sia senso di colpa.

Ma Giovanni non risponde; chiude gli occhi e sospira prima di tornare con lo sguardo sul cielo grigio.
E Giulia ripete.
"Che hai fatto Giò?"

Giò.
Quasi odia quel nomignolo in quel momento.
Giulia lo usa quando giochiamo, quando parliamo, quando ridiamo, quando facciamo l'amore e quando balliamo in salotto. Pensa Giovanni.

Ecco, forse ballare in salotto sarà la cosa che più mi mancherà dopo oggi.
Sai Giulié, sai quando balliamo in salotto? Quando spostiamo i divani ai lati della stanza per aver abbastanza spazio da impiegare per il nostro passo a due improvvisato.
O comunque, quando non abbiamo la voglia di spostare i divani bianchi coperti da cuscini rosa, iniziamo a danzare fra i mobili, scontrandoci con loro spesso.
Ma io metto sempre le mani sui tuoi fianchi e tu dietro il mio collo; mentre dalle casse della televisione esce una melodia lenta, o mentre io canticchio qualche canzone che so ti piace.

Sangiulia-One shotOù les histoires vivent. Découvrez maintenant