Capitolo 7

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Il caldo a Sofia non piace, ma a Santa Monica fa sempre caldo. Per questo, in quella calda mattina di giugno, si rifugia sotto l'albero in cortile per stare un po' al fresco.

È stata una delle poche ad alzarsi a quell'ora, anche se ha dormito pochissimo. Ha fatto tardi guardando una serie e ha preso sonno verso le quattro.

Guarda l'orologio: sono le nove.

La quiete mattutina viene interrotta dal rumore di ruote sull'asfalto, Sofia allunga allora il collo per dare un'occhiata. Una macchina grigia sta arrivando dalla strada, parcheggia proprio davanti alla Villa dei vicini.

Dai posti posteriori esce una persona, ma Sofia non riesce a vedere chi sia. Abbassa lo sguardo sulla panchina e sul piccolo fumetto che si era portata dietro, continua a leggere.

«Buongiorno.»

La castana alza gli occhi, mentre Melinda le viene incontro.

«Come hai aperto il cancello?» domanda Sofia, perplessa.

«Era già aperto.»

La bionda si siede al fianco di Sofia, lanciando un'occhiata alle pagine.

«Di chi era quella macchina?» chiede Sofia.

Melinda inarca un sopracciglio. Quale macchina?

Sofia indica. «Quella grigia.»

«Oh,» risponde Melinda, capendo «è l'automobile di famiglia. L'ha presa papà per tornare a casa.»

"La domanda è: ah, perché se n'era andato?" pensa Sofia.

«È stato un mese a San Francisco per lavoro, ma adesso è tornato e dice che rimarrà a casa per tutta l'estate» si vede che trattiene la sua allegria, riguardo ciò.

Sofia sorride.

«Melinda!» urla una voce che Sofia riconduce alla padrona di casa.

«Arrivo, mamma!» grida in risposta.

Guarda la castana, la saluta e se ne va.

**

A Matilde viene riferito che Filomena ha bisogno di alcuni alimenti per cucinare e ciò significa che qualcuno deve fare la spesa.

«Dove vai, tesoro?» chiede Paola, vedendola uscire.

«Al centro commerciale, compro qualcosa da mangiare.» Poi aggiunge: «Vuoi venire con me?»

E così, dieci minuti dopo, Adam scorta sia Matilde che sua madre verso il supermercato.

«Fra quanto devo passare a riprendervi?» domanda, dopo aver parcheggiato.

«Fra mezz'ora, circa.»

Adam annuisce.

Il supermercato è praticamente vuoto, non c'è quasi nessuno. "Meglio per noi, niente fila" pensa Matilde.

Per i primi dieci minuti né la madre né la figlia dicono nulla, si limitano a spingere il carrello fra le corsie e a guardarsi intorno.

Poi la rossa domanda: «Mamma, perché non mi hai mai parlato di Frank?»

Paola si blocca in mezzo alla corsia, non guarda la figlia in faccia.

«Non lo so» risponde. «Anni fa, Frank litigò con lo zio, l'altro fratello. Al tempo eravamo a Santa Monica e quando ce ne siamo tornati in Italia Frank è rimasto qui. Ci sentivamo poco, in effetti. Dopo il suo matrimonio non so come sia andata la sua vita e ho pensato per anni che non aveva senso informarlo della mia.»

«Quindi Frank non sapeva che io esistessi?» chiede Matilde, scioccata.

Paola scuote il capo. «Ma certo che lo sapeva! Solo non... immediatamente. Se non lo avesse saputo l'eredità sarebbe passata a qualcun altro.»

"Vero" pensa Matilde.

«Quindi, per questa vostra mancanza di conversazione, hai pensato che non avesse senso parlarmi di una persona che non avrei mai incontrato in vita mia?» domanda la rossa.

Paola annuisce.

Arrivate alla cassa, le due pagano la spesa ed escono. Adam le sta aspettando nel parcheggio con l'auto.

«Possiamo andare?» chiede.

«Sì, andiamo.»

**

La villa dei vicini sarà pure più piccola di quella dei Guerra, ma è altrettanto elegante. Sofia, mentre supera il cancello, si sentiva una nobildonna del XIX secolo.

Adesso, invece, è seduta su un morbido divano di colore scuro nel soggiorno della bionda che le sta chiedendo se vuole qualcosa da mangiare.
Rifiuta.

«Tua madre?»

«Uscita» risponde Melinda.

"Sì, di testa" pensa Sofia, ma non dice nulla.

«Lina?»

«Linda.»

«Quello» alza gli occhi al cielo.

«Uscita anche lei, con papà.»

Il salotto è molto grande con mobili raffinati e una finestra che fa entrare un'enorme quantità di luce. Le tende sono di colore grigio chiaro e sembrano essere di lino.

«Cosa ha detto Matilde di Linda?» domanda la nobildonna bionda.

Sofia inarca un sopracciglio. Che ha detto? Che deve aver detto? Nulla, ovvio.

«Nulla?» chiede Melinda, sorpresa. «Davvero? Mia sorella ha detto di aver incontrato una persona, ma nonostante le mie insistenze si è categoricamente rifiutata di dire chi fosse. Come se non lo sapessi...»

«Matilde ha detto che non ha fatto nulla di che.»

"Come se avere un'appuntamente con quella ragazza con il fisico da modella non sia qualcosa da riferire alla tua migliore amica" si innervosisce la castana.

«Di' a Matilde di stare attenta con la mia gemella, non voglio che la faccia soffrire. Chiaro?» continua la bionda.

Sofia alza le sopracciglia, scioccata. Lei potrebbe far soffrire Lina? Ma l'ha vista bene? Matilde è così buona.

«Come ti pare, ma non so se fidarmi» dice Melinda.

Sofia ribatte che semmai sarà la modella a far soffrire la sua amica, non il contrario.
Alza la voce e assume l'aria litigiosa, Melinda risponde con altrettanta rabbia.

Sono interrotte solo dall'arrivo della donna delle pulizie che dice di dover passare l'aspirapolvere in salotto. Sofia ne approfitta per alzarsi e andare via.

«Che hai fatto?» chiede Matilde, vedendola entrare con tutta fretta.

Sofia imbocca la porta per il salotto.

«Nulla di che» dice, imitandola un po'.

TroublemakersWhere stories live. Discover now