Tra i banchi di scuola - Althea Patania

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Reating: rosso
LUCAS

    Le nostre labbra unite in una danza complessa. Le mie mani ovunque sul suo corpo. A prendere l'iniziativa è lei. Mi spoglia della maglietta. Le sue mani sul mio petto nudo mi danno i brividi.
    "Sei bellissimo, Lucas", mi guarda con occhi adoranti.
    "Tu di più", mi sento di rispondere. Stringo i suoi glutei tra le mani e la sollevo leggermente per farle capire che di allacciare le gambe intorno alla mia vita. Le nostre intimità si scontrano.
    "Cazzo", diciamo entrambi a denti stretti. La conduco al letto su cui la lascio cadere. Le nostre bocche e poi le nostre lingue si uniscono di nuovo. Si sfila da sé la maglietta, con un gattino stampato sopra, e mi lascia in bella vista il suo intimo rosa di pizzo.
    "Elegante", mi complimento.
    "Non fare lo scemo e toglimelo",
    "Agli ordini signorina", con una sola mano apro il gancetto del suo reggiseno e lo lancio da qualche parte nella stanza. Intrappolo un capezzolo tra le mie labbra e l'altro seno nella mia mano. Dei piccoli gemiti abbandonano le sue labbra.
    "Oh, Line mi fai impazzire"
    "Aspetta, adesso tocca a me", inverte le posizioni. Si precipita sulla parte inferiore del mio corpo. Mi sbottona i pantaloni e li sfila con un unico gesto veloce. Posa la mano sul tessuto dei miei boxer sotto cui pulsa la mia erezione. Con estrema lentezza mi spoglia dell'intimo.
    Subito dopo il mio membro viene avvolto dalla sua bocca calda.
    "Oh, porca puttana", gemo dalla sorpresa. Inizia a pompare con la bocca e ad accarezzami dolcemente con la lingua. Le mie dita finiscono tra i suoi capelli. Sento l'elettricità avvolgermi.
    "Oddio, Line. Sto per...", Jacqueline si separa da me all'improvviso. Non comprendo il motivo, fino a quando non sento dei tonfi lontani.
    "Lucas!", qualcuno sta bussando alla porta.
    "Lucas! Apri per favore!", qualcuno con la voce femminile sta bussando alla mia porta. Maëlie sta bussando alla mia porta.
    "Cazzo, è Maëlie. Ci metto un attimo, non far rumore per favore", prendo a volo l'intimo che era stato lanciato per terra.
    "Lucas!"
    "Arrivo! Arrivo!", apro la porta per metà. Sono sempre in mutande.
    "Lucas, ma che stavi facendo? È da un sacco che busso? Perché sei in mutande?", cazzo, quante domande.
    "Stavo facendo la doccia. Ringrazia che non sia nudo - sono incazzato, ha interrotto il nostro momento - cosa ti serve?"
    "La caffetteria", ha un'espressione preoccupata e addolorata.
    "Cosa è successo alla caffetteria?", inizio a preoccuparmi. Non l'avevo mai vista così tesa.
    "Ci hanno derubati. Hanno distrutto tutto e hanno svuotato la cassa", questo non ci voleva.
    "Dammi un attimo. Mi vesto e andiamo insieme alla caffetteria", fa per entrare in casa ma le sbatto la porta in faccia.
    Entro come una furia nella stanza dove, seguendo la mia richiesta, Jacqueline era rimasta in silenzio. Appena entra nel suo campo visivo, poggio l'indice sulle mie labbra, chiedendole di far silenzio.
    "Che succede?", mi dice sussurrando quasi senza suono.
    "Devo scappare, hanno rubato tutto il denaro della caffetteria. Maëlie mi ha chiesto di andare con lei", mi infilo dei jeans neri e una maglietta bianca pescata a caso dall'armadio.
    "Torno presto, principessa", le stampo un lungo bacio sulle labbra e vado via.

Montiamo in macchina e premo sull'acceleratore. Maëlie resta in silenzio accanto a me. Si mordicchia nervosamente l'unghia del pollice. 

    Appena arrivati sul luogo, mi accorgo che è molto peggio di come mi aspettavo. Le pareti a vesti sono tutte sfondate. I tavolini, lasciati ieri ordinati, sono tutti schiantati da un lato della caffetteria. Sul posto troviamo la polizia che fa dei rilievi.
    "Si sa qualcosa?", chiedo ad uno dei poliziotti.
    "No, signore. Ancora niente. Stiamo facendo dei rilievi"
    "E adesso che si fa?", chiedo alla ragazza riccia accanto a me.
    "Non lo so, dovremmo aspettare", sospiro. Non vedo l'ora di tornare dalla mia bellissima principessa rossa.