Thorki III

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Quando Thor bussò per la centesima volta alla porta del fratello e non ottenne risposta, fu tentato di buttarla giù. Sua madre camminava avanti e indietro nel corridoio mentre suo padre era rimasto nella sala del trono ad intrattenere gli ospiti. Difatti, prima che Loki corresse in camera sua senza apparente motivo, si stavano tutti divertendo ad una festa organizzata dal padre degli dei. Ma poi il dio dalle vesti verdi aveva annunciato un impegno. Thor e Frigga non si sarebbero impicciati se non avessero letto un nota di panico nella voce di Loki. Il fatto poi che non volesse aprire gli aveva fatto schizzare la preoccupazione alle stelle.
"Non te lo ripeterò un'altra volta fratello! Apri la porta, io e nostra madre possiamo aiutarti." Oh che sciocco! Come avrebbero fatto ad aiutarlo? Lo avrebbero visto. Thor non sapeva niente e Loki voleva che rimanesse tutto così.
"Sto bene. Voi andate. Tornate alla festa, io arrivo fra poco."
"Non mentire, non stai bene!" Era il dio degli inganni, perché in quel momento non riusciva ad uscirgli una bugia decente? Perché gli risultava così difficile? Si guardò le mani e pensò che fosse ovvio: Thor aveva ragione, qualcosa non andava. Ma se non sapeva come risolverla lui, cosa poteva fare suo fratello? Avrebbe potuto indossare dei guanti, un cappuccio e mimetizzarsi, in fondo era bravo in questo, ma scartò quell'idea.
"Se non apri questa porta, giuro che la butto giù!" Un altro colpo e Frigga gli si avvicinò. Posò una mano sulla spalla del figlio e parlò a voce alta in modo che anche l'altro avrebbe potuto sentire.
"Sono sicura che Loki stia bene. Tuo fratello è intelligente, se fosse un problema grave non esiterebbe a chiedere aiuto. Torniamo alla festa." Gli diede un bacio sulla guancia e si incamminò verso la sala del trono. A metà corridoio si fermò e, voltandosi verso il figlio, gli tese la mano.
"Vai madre, ti raggiungo tra poco." Frigga sospirò e si allontanò. Nel profondo del suo cuore però fu felice, i suoi figli non stavano molto spesso insieme, ma la preoccupazione di Thor stava a significare che ancora si volevano bene. Il dio del tuono si assicurò che la madre fosse uscita prima di tornare a battere il pugno sulla porta.
"Fratello, se non apri entro tre secondi butto giù la porta. E sai che lo faccio." Loki sospirò. Aveva tenuto per così tanto tempo segreta la sua vera natura che si era quasi stancato. Di bugie e di segreti ne aveva tanti, ma nessuno era grande come quello.
"Uno." Thor iniziò a contare, ma Loki non se ne preoccupò.
"Due." Se voleva proprio entrare che lo facesse, cosa aveva da perdere?
"Tre." Poi pensò che il tonfo della porta avrebbe attirato attenzioni non richieste e si affrettò ad aprire. Si mise di spalle per non farsi guardare e si avvicinò al letto. Thor entrò e chiuse la porta dietro di se.
"Fratello, ma che sta succedendo?" Fece per avvicinarsi all'altro, ma Loki si allontanò per non farsi toccare.
"Succede che le bugie si stanno rivelando. La mia vita è stata tutta una menzogna, forse è per questo che sono il loro dio." Piano piano si voltò e finì con il guardare Thor negli occhi. Quest'ultimo trattenne il fiato alla vista del fratello. Gli occhi puntati nei suoi non erano verde smeraldo, erano rossi; la pelle bianco latte era azzurra, lo stesso colore del ghiaccio. Effettivamente Thor pensò che somigliasse terribilmente ad un...Gigante di Ghiaccio? Ma com'era possibile? Perché Loki, suo fratello, aveva l'aspetto di uno di loro? Rimase senza parole.
"Loki ma cosa...perché..."
"Succede che questo sono il vero io fratello. Non siamo una famiglia, sono uno di quei mostri che odi tanto e che brami di uccidere. Non è buffo? Te ne ritrovi uno sotto il tuo tetto, parli con lui, giocavi con lui quando eravate piccoli, lo chiami addirittura fratello." Aspettò una qualche reazione da parte dell'altro, soprattutto dopo il modo in cui aveva pronunciato la parola 'fratello', ma Thor non parve in grado di dire nulla.
"Ma tu sei mio fratello!" No non lo era. Perché il dio del tuono era così ottuso a volte?
"No, non lo siamo. Tuo padre mi ha preso dal mio pianeta quando ero piccolo. Pensa, non mi volevano neanche i Giganti di Ghiaccio. Ero troppo magro e piccolo anche per loro." Fece un sorriso sprezzante. A volte gli faceva piacere sapere di non essere un asgardiano, ma si sentiva solo quando era l'unico a preferire la lettura alla lotta o il passare una giornata sotto il sole che ad esplorare. Si scordò quasi di avere Thor nella camera, ma gli tornò alla mente quando sentì due braccia stringerlo in un abbraccio. La pelle blu dell'altro bruciò tanto era fredda, ma Thor se ne fregò. Era felice che Loki si fosse aperto, proprio come quando erano bambini.
"Non hai capito, tu sei mio fratello. E non importa se sei un Gigante di Ghiaccio, siamo cresciuti insieme, siamo una famiglia. Non importano le tue origini, perché ti voglio bene per quello che hai dentro. Non importa se la tua pelle sia bianca o blu, calda o fredda, questo non cambierà il bene che ti voglio. Gigante di Ghiaccio o asgardiano non cambia." Loki si commosse a quelle parole e ricambio per poco tempo l'abbraccio. Credeva che Thor l'avrebbe abbandonato, invece era risultato molto più comprensivo di quanto si sarebbe mai immaginato. Credeva che avrebbe voluto ucciderlo o che avrebbe provato disgusto, invece l'aveva addirittura abbracciato.
"Grazie." Sussurrò in un modo appena percettibile.
"Puoi tenere il segreto per te? Sai cosa succederebbe se si sapesse che un Gigante di Ghiaccio vive al palazzo? Che è persino il principe di Asgard? Non voglio neanche immaginarlo."
"Non mi importa cosa penserebbero. Saresti, anzi sei, il loro principe e dovrebbero apprezzarti per quello che sei, come faccio io. Ma tranquillo, non dirò nulla se tu non vuoi, solo...non vergognarti di quello che sei, non è certo colpa tua." Si staccarono e tornarono a guardarsi negli occhi. Thor iniziò a pensare che forse non erano poi così brutti quegli occhi rossi.
"Torniamo alla festa?" Loki lo guardò e sorrise leggermente.
"Tu vai, io arrivo quando risolvo questo disastro." Alzò le mani e si indicò. Thor sorrise a sua volta e uscì dalla stanza. Loki sospirò quando sentì il rumore della porta sbattere contro i cardini e tornò a provare i suoi incantesimi.

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