The Last Match

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Take me back to the night we met

La serata stava procedendo tranquillamente, tra fragorose risate e ricordi nostalgici dei momenti passati insieme. La costosa bottiglia di Champagne pregiato era ormai finita, e le menti di entrambi erano leggermente offuscate dalla copiosa quantità di alcol ingerita.

I due si ritrovarono così distesi, uno accanto all'altra, sulle poltroncine che decoravano il centro della stanza. Le guance di (Nome) erano visibilmente arrossate, a causa sia del calore della notte estiva sia del liquore bevuto. Nel frattempo, Kuroo aveva abbandonato l'elegante cravatta bordeaux in un angolo della stanza, per poi slacciarsi i primi due bottoni della camicia, mettendo in mostra parte del petto ancora muscoloso.

"Ho sentito che lavori per l'Associazione Giapponese di Pallavolo ora. Ma, hai smesso completamente di giocare a pallavolo e ti occupi solo della burocrazia, o fai ancora qualche partitina nel tempo libero?" Chiese (Nome), per non farsi opprimere dal silenzio che stava calando nella stanza.

Kuroo sospirò felicemente, sentendo il suo sport preferito venir menzionato. "Qualche volta, mi ritrovo ancora con i miei vecchi amici e compagni per fare qualche partita, tanto per rimanere allenato e divertirmi un po', ma nulla di serio. Comunque, non mi pento affatto, anzi sono davvero felice della carriera che ho deciso di intraprendere." Disse con sincerità, senza rimorsi presenti nella sua voce.

Poi si fermò un attimo, prima di aggiungere. "Ricordo come se fosse ieri la mia ultima partita con la squadra del Nekoma." I suoi occhi castani divennero lucidi al pensiero della dolorosa sconfitta.

"È stata la miglior partita che abbia mai visto. Nonostante abbiate perso, è stata la partita più emozionante e interessante che io abbia mai visto." Anche (Nome) ricordava alla perfezione quel giorno, soprattutto quella sera. La sera in cui vide per la prima volta, e forse anche l'ultima, quanto la pallavolo potesse affliggere i sentimenti del giovane, portandolo fino alle lacrime.

~×~

Il buio ed il silenzio erano finalmente calati sull'enorme hotel in cui l'intero team del Nekoma, insieme a tante altre scuole che stavano partecipando al torneo di pallavolo, risiedeva. Dopo la dolorosa sconfitta contro il Karasuno, tutti i membri della squadra erano rimasti affranti e distrutti, sia fisicamente che mentalmente.

I ragazzi avevano provato a rimanere svegli per discutere degli errori commessi durante la partita, ma la stanchezza e i dolori muscolari e spirituali erano tali che nessuno riuscì a rimanere in piedi neanche fino alle dieci di sera, coricandosi non molto dopo la fine della cena.

Anche (Nome) stava soffrendo quanto loro per l'occasione di raggiungere i nazionali perduta. Ma, ciò che la affliggeva di più al momento, era la preoccupazione che stava provando nei confronti di Kuroo. Il ragazzo, finita la partita, si era fatto forza e aveva congratulato e assistito alle successive partite degli avversari, nascondendo i reali sentimenti negativi che lo persuasero per tutto il giorno. Tutto ciò per non demoralizzare ancora di più il morale della squadra. Ma, nonostante i tentativi di lui, la manager conosceva benissimo cosa il capitano stava provando veramente in quei momenti.

La ragazza stava ancora riflettendo sul comportamento altruista del suo fidanzato, quando udì qualcuno bussare alla porta della camera singola assegnatale. Essendo l'unica ragazza del team, doveva rimanere separata dal resto della squadra. (Nome) sapeva già, senza ombra di dubbio, chi si trovava fuori nel corridoio, quindi si alzò dal letto con le gambe leggermente tremanti ed andò ad aprire, lasciando entrare l'intruso senza emettere una parola.

Kuroo fece due lunghi passi dentro la stanza silenziosa, fermandosi esattamente al centro, davanti al letto sfatto. A causa dell'oscurità che aveva preso prigioniera la camera, (Nome) non fu in grado di vedere l'espressione sul volto del capitano, ma sapeva che su di esso non era presente il solito ghigno di sfida o il caldo sorriso che rivolgeva solo a lei ogni volta che la vedeva. Il cuore di lui stava battendo lentamente, come volesse fermarsi da un momento all'altro, ed i suoi occhi bruciavano.

Senza rilasciare parole, e cercando di fare meno rumore possibile, la ragazza si avvicinò alla figura immobile. Dopo essere rimasta, per qualche secondo, in attesa di una qualsiasi reazione da parte di lui, senza però riceverne alcuna, (Nome) prese la decisione di allargare le proprie braccia intorno alle poderose spalle dell'amato, abbracciandolo, per quanto le fosse possibile data la superiorità di massa muscolare che lui possedeva in più in confronto a lei, da dietro.

Con quel gesto, la manager riuscì a notare che Kuroo stava tremando, cercando in tutti i modi di sopprimere le lacrime ed i sentimenti negativi. Il capitano non voleva mostrarsi debole davanti alla ragazza che voleva impressionare più di tutti, ma la sconfitta lo aveva reso esausto, ed ora non riusciva più a controllare i propri sentimenti. Aveva bisogno di qualcuno su cui contare, con cui sfogarsi. Aveva bisogno di una spalla su cui poter piangere senza essere giudicato. E lui sapeva benissimo che poteva trovare tutto ciò proprio in (Nome).

Dopo aver notato il reale stato del ragazzo, molto peggiore di quello che la (colore capelli) si aspettava, la manager afferrò la mano fredda di Kuroo e lo guidò fino al letto, facendolo sdraiare lì, per poi lasciarsi cadere sul materasso accanto a lui. (Nome) si avvicinò alla figura tremolante che aveva accanto, abbracciandola nuovamente.

Fu proprio dopo quel gesto che Kuroo decise di lasciare da parte il proprio orgoglio, facendosi trasportare dalle carezze calmanti della ragazza, e scoppiò in un pianto disperato, che lasciò una ferita irreparabile nel cuore di lei. Vedendo l'amato in quelle condizioni, (Nome) non ci pensò due volte prima di avvicinare il viso di lui al proprio, per poi connettere le loro labbra in un bacio salato.

Entrambi sapevano benissimo che, in quel momento, qualsiasi parola sarebbe stata sprecata e fuori luogo. Così, una volta interrotto il bacio, la manager portò, per la terza volta, il capitano addolorato dalla sconfitta a sé, passando le mani tremanti tra i capelli arruffati di lui. Tutto ciò per cercare di calmarlo, o almeno, placare leggermente le sofferenze che entrambi stavano provando.

Dopo qualche minuto, i respiri rotti dal pianto di Kuroo si trasformarono in profondi sospiri. Gli occhi di lui si chiusero spontaneamente e il corvino piombò in un sonno privo di sogni. (Nome) rimase sveglia a guardare il viso solcato di lacrime dell'amato, prima di appoggiare la testa sul cuscino ed addormentarsi a sua volta.

Non una parola fu scambiata quella notte, ma i sentimenti viaggiarono più vividi che mai tra le due menti collegate dal filo rosso del destino.

~×~

(Nome) si alzò di scatto dalla poltroncina su cui era sdraiata, sentendo il bisogno improvviso di contatto fisico. Voleva, anzi doveva, sentire le forti braccia di Kuroo attorno al suo corpo fragile, passare le dita fredde tra i capelli morbidi di lui, immergersi nel calore che solo il corvino poteva offrirle.

E anche Kuroo sentiva lo stesso irrefrenabile desiderio di toccarla, non in modo sensuale, ma di sentire la ragazza stringersi attorno a lui come se non ci fosse un domani. Voleva proteggerla tra le proprie braccia, non lasciarla mai più scappare.

Così, anche il giovane uomo si alzò dalla posizione in cui si trovava, avvicinandosi alla donna. Le braccia di lui finirono sopra le spalle scoperte di lei, mentre quelle di lei si aggrapparono al petto fermo di lui.

I due rimasero fermi, abbracciati l'uno all'altra, senza dire una parola, persi nel loro mondo, per minuti, ore, giorni.

I don't know what I'm supposed to do

The Night We Met Again || Kuroo TetsuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora