Capitolo 33 - Dentro la pozza d'acqua

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-Max, sei sicura che sia questo il posto giusto?--A me sembra un'idea stupida

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-Max, sei sicura che sia questo il posto giusto?-
-A me sembra un'idea stupida.-
-Puzza di pesce andato a male...-
Buster stava guardando davanti a sé un piccolo stagno circondato da rocce scure, la quale superficie ruvida era coperta di muschio. L'acqua verde era talmente sporca da rendere impossibile vederne il fondo.
La lastra di ghiaccio che li aveva portati fino a lì era stata fatta accostare a terra, ad un paio di metri di distanza, così che tutti potessero osservare ciò che Maxine aveva avvistato.
-Perché dovrei mentirvi?- spiegò la ragazza dal caschetto scuro. -Ho visto due persone gettarsi qui prima che il numero lì in cielo si alzasse nuovamente. E non sono più uscite.-
-Potrebbero essere affogate.- commentò Marrion, dando luce ad un pensiero comune.
Egli stava osservando un piccolo cartello che era stato piantato nel terreno bluastro. Forse anche in modo frettoloso e senza troppa cura, data l'inclinazione dell'asta. "Uscita", recitava la frase dipinta sopra.
Fin dall'inizio della gara, Buster aveva avuto in mente un'idea diversa del traguardo. Magari una piccola piazzetta con un nastro rosso da spezzare e tanti coriandoli che venivano gettati in aria.
Coloro che avevano organizzato il Torneo per scegliere il futuro sovrano di quel regno avevano invece scelto una pozzetta d'acqua sporca e puzzolente?
Alida rabbrividì, stringendosi le braccia attorno al petto per trattenere il calore del proprio corpo. -Non mi va di fare il bagno con questo freddo.-
Intervenne Mardic, volgendo lo sguardo a tutti i presenti. -Che facciamo se questo è il vero traguardo? Dovremmo aspettare e vedere se arriva anche Longfire?-
Il pensiero di doverlo fronteggiare non mise troppa allegria a Buster. -Se fosse già passato?-
Non fu semplice scegliere la via giusta da intraprendere.
Essi erano in grado di vedere il numero dei giocatori che avevano attraversato il traguardo, ma non i nomi. Vaion Longfire poteva essere ancora in quel mondo, così come poteva anche essere il primo ad aver superato la prova.
Inoltre, Marrion aveva puntato i riflettori anche verso un secondo quesito. Se quel cartello con sopra scritto "uscita" fosse stata solo una trappola? Il numero che era cambiato in cielo nello stesso istante in cui quelle due persone si erano immerse poteva essere solamente una piccola coincidenza.
Piccola e improbabile, dato il tempismo, eppure non nulla.
Sulla riva di quello stagno, i ragazzi optarono per una scelta ad alzata di mano.
In molti, compreso Buster, erano a favore di attendere un eventuale arrivo di Longfire. Indipendentemente dall'esito che avrebbe portato quella scelta, i ragazzi avrebbero attraversato comunque il traguardo quando il tempo andava a terminare.
Tuttavia la maggioranza prevalse sulla scelta di attraversare in quell'istante il traguardo, dando la priorità a poter superare con certezza la prova e arrivare al giorno in cui avrebbero potuto fare uso del siero portafortuna.
Il maggiore dei due fratelli ancora non era convinto. -Quindi, come facciamo a sapere con esattezza che questa non sia una trappola?-
-Ho un'idea.- Maxine fece la voce dolce. -Fred, caro, ho bisogno del tuo aiuto.-
Fred annuì, contento di poter essere finalmente d'aiuto.
La ragazza dagli occhi a mandorla posò le mani sulle spalle dell'amico, accompagnandolo fino al bordo del lago.
Tutti compresero ciò che avrebbe fatto. Tutti, tranne il povero Fred.
La gentilezza che Maxine aveva usato per farlo avvicinare al bordo svanì in un istante. Con una forte spinta, fece volare il ragazzo proprio in mezzo al lago.
A seguito di un ridicolo urletto interrotto a metà, Fred scomparve completamente sotto la superficie dell'acqua come inghiottito da una creatura affamata.
Accanto a Buster, Portia sussultò spaventata.
Fu un movimento comune quello di alzare lo sguardo verso il numero che brillava nel cielo. Con loro sollievo, questo aveva appena aumentato di uno.
Saura battè le mani una singola volta. -Ben fatto ragazzi. Ora possiamo vincere assieme la prova. Oppure morire tutti insieme. Prima le ragazze. Alida, tesoro, vuoi andare prima tu?-
Una dopo l'altra, le ragazze si tuffarono nello stagno, facendo svanire le proprie figure sotto la superficie. Allo stesso momento, il numero cresceva gradualmente in cielo.
62, 63, 64.... Buster era rimasto per ultimo.
Sul bordo roccioso, riempì bene i propri polmoni prima di compiere quel salto. Ad occhi chiusi, udì il rumore dell'acqua vorticare per diversi istanti attorno a sé. Eppure, nulla bagnò il suo corpo o i suoi vestiti.
Non sapeva bene cosa aspettarsi dopo quel salto. Il timore di rimanere bloccato in un fondale fangoso e annegare fece battere forte il suo cuore contro la casa toracica.
Sentiva la forza di gravità trascinarlo verso il basso, fino a quando percepì di colpo una luce esterna come all'uscita di una galleria.
Buster atterrò in piedi sul terreno, dopo un salto di poco più di un metro.
Prima ancora di poter aprire gli occhi, riuscì ad udire gli applausi del pubblico.
Il Fauno presentatore parlò al microfono. -Nove... No, dieci. Questo sembra essere l'ultimo del gruppo. Un applauso ai dieci giocatori che hanno appena superato il traguardo assieme!-
Il cuore di Buster martellava forte contro il suo petto, scosso dall'agitazione che lo aveva colpito nell'aver superato per davvero la prima sfida di quel Torneo.
Davanti a lui, i suoi amici stavano esultando, abbracciandosi a vicenda.
Mardic, colui che aveva saltato prima di Buster, si voltò per sorridere all'amico. -È stato semplice!-
-Credo sia stata solo fortuna.- Buster fu onesto.
Essi avevano di fatto accorciato il tempo e la fatica solo grazie ad una buona combinazione dei loro poteri. Senza di questi, avrebbero dovuto fronteggiare sia le marionette rosa, che la fatica nel percorrere tutta quella distanza a piedi.
La cinquantina di giocatori che aveva attraversato il traguardo fino ad allora era presente al centro dell'arena come loro.
Fu dunque spontaneo per Buster rivolgere lo sguardo ad essi.
Come se Cora avesse letto il pensiero dell'amico, diede una risposta al suo interrogativo. -Niente da fare. Lui è arrivato qui prima di noi.-
Un completo semplice ma elegante vestiva il Nobile della razza dei Draghi. Un intreccio rosso cadeva sulle sue spalle, capelli pettinati e ben ordinati come se non avesse appena svolto alcuna fatica.
Vaion Longfire stava ora intrattenendo in una conversazione due giovani e belle ragazze. Buster conosceva i nomi di entrambe.
"Quindi è ancora viva."
Rivedere Shu'ra non fu un piacere né per l'Umano, né per il suo amico che aveva fatto la sua conoscenza nella città di Emmeth. Dopo che Shato la aveva colpita alla testa con un tombino, Buster aveva alcuni dubbi sulla sua incolumità. Eppure in quel momento sembrava completamente in salute.
Lei e Anbet, la ragazza che la sera precedente aveva incontrato nella locanda, affiancavano il rosso come dei piccoli d'anatra che seguono con ammirazione la madre.
Senza alcun indugio, i due ragazzi presentarono la minaccia che Shu'ra era anche al resto del gruppo.
-Non sappiamo quanto sia pericolosa l'altra ragazza.- Buster non poteva dir loro di averla già vista. -Ma sarà meglio non abbassare la guardia.-
Mentre il tempo scorreva verso il suo termine, ai giocatori presenti in quel momento fu concesso del tempo per riposare. Alcune cameriere dai freschi abiti colorati saltellavano con le loro gambe caprine per donare fresche bevande zuccherate, accompagnate da solari ed educati sorrisi.
Avrebbero potuto donare un bel clima di festa, se solo lo stomaco di Buster non fosse in subbuglio per l'agitazione.
Fra coloro che avevano superato la prima sfida, i due gemelli Oakshade parevano averli anticipati. Nonostante li avessero attaccati e respinti, questi si trovavano già nell'arena al loro arrivo.
Per qualche ragione, scelsero di mantenere distanza da loro.
Buster poteva vedere un bel livido scuro sulla fronte di Victor, un souvenir che probabilmente avrebbe lasciato il segno.
La delicata bellezza della razza degli Elfi era un dono sprecato se indossato da persone tanto superficiali.
Con la coda dell'occhio, Buster notò che l'attenzione del Mezz-Elfo era rivolta a coloro che, al di fuori della sua conoscenza, erano suoi parenti.
-Provano solo ad infastidirti. Continueranno a farlo finché ti mostri toccato dalle loro parole.-
Mardic rivolse al corvino un piccolo sorriso forzato. -Lo so. Però non è semplice se parlano di mia madre.-
L'Umano incrociò le braccia contro il petto. -Quello è qualcosa che ha fatto quel verme del loro padre. Loro due non dovrebbero avere alcuna parola in merito.-
Guardando l'amico, Buster sapeva che non sarebbe mai stato in grado di rivelare al giovane che la morte dei suoi genitori fosse avvenuta per mano del suo stesso zio. Era una questione di famiglia, avrebbe lasciato questo compito al fratello Marrion.
Il biondo parve sforzarsi di nascondere il proprio stato d'animo. -Grazie Buster. Apprezzo ciò che fai per difendermi.-
-È il minimo che posso fare. Li hai visti al parco, no? Dici la prima cosa che non si aspettano e il palco che si sono costruiti da soli gli crolla sotto i piedi.-
Pensando alle mere provocazioni dei due Elfi, era difficile non giungere al paragone di un bambino che sceglie di rompere il giocattolo all'amico perché non può averne uno uguale.
Saper lanciare il primo sasso in una discussione è un atto che tutti sono in grado di fare. Diversamente, è saper continuare a lanciarli anche quando dall'altro lato il tuo rivale te ne manda altrettanti.
Buster non si accorse che nei successivi istanti di silenzio, Mardic sembrava in conflitto con sé stesso. Ma al fine, questo decise di non prendere parola. Una musica venne suonata ad alto volume, danzando nell'aria dell'arena.
Philip si alzò in volo, annunciando la fine di quella prova. -Signori e signore, il tempo è giunto al termine! Purtroppo sembra che solamente ottantanove dei cento posti disponibili siano stati presi. Ma non è un grosso problema!-
Nyara parlò sottovoce. -Solo ottantanove?-
Maxine al suo fianco non sembrava sorpresa. -Gli altri non avranno trovato la strada giusta prima dello scadere del tempo.-
-Meno male che i confini di quella dimensione dovevano essere limitati...-
-Ha detto limitati, non che era un posto piccolo.-
Anche a quella distanza, si udì il rumore degli zoccoli che vennero fatti scontrare una singola volta fra loro dal Fauno. -Per voi spettatori abbiamo in programma un fantastico spettacolo delle nostre giovani ballerine. Vi ricordo anche che dalle ore dodici alle ore tredici sarà possibile acquistare un buon pranzo da consumare qui con noi!-
Assieme alla pausa pranzo, ai giocatori che avevano superato la prima prova vennero concesse due ore in totale per riposare. Coloro che non avevano raggiunto il traguardo, sarebbero stati riportati ad Asil in breve tempo.
Da regolamento, le regole inerenti alla successiva prova vennero introdotte in anticipo, con lo scopo di dare il tempo ai giocatori di prepararsi.
L'Umano non comprendeva a pieno il senso di applicare molte prove fisiche quando il vincitore sarebbe dovuto essere un sovrano, e non un campione sportivo. Giocare una partita a scalpo avrebbe davvero messo in gioco le abilità collaborative e strategiche di tutti i giocatori?
Da lì ad un paio di ore, coloro che erano giunti sani e salvi al termine della prima sfida avrebbero dovuto affrontarsi gli uni con gli altri in un a partita a scalpo.
Come il punteggio venisse calcolato, era un procedimento semplice. Vennero assegnati loro dei valori in relazione alla posizione occupata durante la prima prova. A vincere, sarebbero stati i primi cinquanta con il punteggio più alto.
Per i partecipanti che erano arrivati primi sarebbe bastato difendere il proprio scalpo. A coloro che avrebbero dovuto scalare la graduatoria per riscattare una posizione migliore, toccava invece rubare lo scalpo ad altri.
Durante questa prova, Philip aveva esplicitamente detto che, così come ognuno era libero di giocare singolarmente, era possibile collaborare e partecipare a gruppi. Le stesse regole che vietavano l'omicidio e la mutazione del proprio corpo, già espresse in precedenza, persistevano anche in quel momento.
Per i giocatori era stato preparato un edificio accostato all'arena che ospitava una grande mensa e diverse sale d'attesa. Durante l'ora di pranzo vi era per loro un vasto e ricco buffet, che li avrebbe saziati a dovere senza richiedere in cambio nessun pagamento da parte loro.
I ragazzi scelsero di prendere una strada un poco più lunga mentre si dirigevano alla mensa per poter discutere senza problemi.
Fred si stava lamentando. -Perché hai spinto proprio me per primo in quella pozza? Pensavo di affogare!-
Poiché Maxine non era adatta a consolare il ragazzo, fu Nyara a prendere parola. -Vedi il lato positivo, Fred. Hai fatto qualcosa che tutti gli altri avevano paura di tentare per primi. Se non fosse stato per te avremmo superato la prova molto più tardi.-
Le parole uscivano dalla bocca di quella ragazza con una dolce e pulita delicatezza, come la voce di una doppiatrice esperta in grado di trasmettere calma solamente tramite il suono delle proprie parole.
Sarebbe stata la voce perfetta da accompagnare con il suono del vento e della pioggia in una meditazione guidata online.
Il suo discorso colpì il punto esatto nell'orgoglio dello Spirito dei Cristalli, che tramutò il proprio broncio in una smorfia orgogliosa.
Qualcosa nel suo comportamento portò Buster a notare una lieve somiglianza con l'atteggiamento infantile di Shato.
Saura tornò a parlare di cose serie. -Il nostro punteggio è troppo basso. Non sarà sufficiente proteggere il nostro scalpo.-
Marrion sospirò. -È stata dunque una fortuna non aver aspettato lo scadere del tempo per entrare nel lago.-
-Ahah!- Cora gonfiò il petto. -Come al solito avevo ragione nel dire di dover proseguire subito.-
-Ma se avevi dei ripensamenti pure te!-
-Non è vero, te lo sei immaginato.-
Mentre i due litiganti avevano iniziato a scaldarsi, il rumore di pesanti e frettolosi passi batté contro il pavimento di quel corridoio. Erano diverse le strade da poter percorrere, scegliendo fra la mensa, i bagni e le sale d'attesa e di ristoro. Per fortuna numerose indicazioni erano scritte sui muri e nelle porte, rendendo così difficile far perdere la strada anche ad un cieco.
Eppure, una ragazza stava correndo in modo casuale da un corridoio all'altro, come se stesse rincorrendo il proprio animale domestico che era appena fuggito. I lunghi capelli viola erano legati in una coda alta sulla sula nuca, lasciando liberi dalla sua presa solamente una frangia spettinata.
Nessuno le diede molte attenzioni, fino a quando ella non fermò la propria corsa davanti a loro. -Eccovi! Scusate, vi stavo cercando.-
Buster aggrottò le sopracciglia. -Ancora tu?-
Carla Del Novo sorrise con fare impacciato, alzando una mano per salutare il corvino.
Mardic domandò curioso. -La conosci?-
E così, Buster spiegò ai suoi amici di quel breve incontro che aveva avuto con Carla il giorno dell'iscrizione. Conoscerla era una parola grande per Buster, egli era solamente a conoscenza del suo nome.
Solo una serie di coincidenze che li aveva portati a rivedersi all'inizio del Torneo. Tuttavia, Carla sembrava in quel momento cercare Buster e i suoi amici di proposito.
Con un poco di imbarazzo, la ragazza espose le motivazioni che l'avevano spinta a prendere parola con loro. -Ecco... Vi ho visti per caso durante questa prova e ho pensato che i vostri poteri assieme siano proprio fighi!-
A braccia incrociate al petto, Saura scrutava con sguardo pungente la nuova arrivata. Gli occhi aspri di chi sta sulla difensiva di fronte ad un possibile nemico. -Dove vuoi arrivare?-
Carla si fece piccola piccola stringendosi fra le spalle. -Con una buona combinazione come quella ci sarebbe più probabilità di superare anche la prossima prova...-
-Vai dritta al punto.-
-Vorrei chiedervi di unirmi al vostro gruppo!-
L'entusiasmo usato per quella frase era visibilmente forzato. Carla stava parlando col tentativo di nascondere la vergogna dietro un atteggiamento vispo e coraggioso, con scarsi risultati. Così facendo, appariva solamente più impacciata.
Ci fu un momento di silenzio. A seguito, Fred fu il primo ad esclamare un felice "d'accordo", proprio nello stesso momento in cui Saura aveva affermato l'esatto contrario.
-Scusa.- disse lo Spirito della Neve. -Ma dov'è la mia garanzia che tu non ci stia mentendo per pugnalarci alle spalle?-
Carla sembrava tuttavia preparata ad un rifiuto. Si mise davanti alla ragazza, unendo le mani in segno di supplica. -Ti prego, non sono molto brava a combattere. Sono arrivata per ultima al traguardo per pura fortuna. Da sola non riuscirei mai a raccogliere un buon punteggio per poter vincere!-
Maxine condivideva lo stesso dubbio di Saura. -Questo non è un nostro problema. Se dovessimo curarci di tutti gli altri giocatori non arriveremo di certo primi.-
-Non sto puntando al trono. Vi prego, desidero solo non perdere il primo giorno.-
Buster ascoltava quella discussione in silenzio, curioso di sapere quale fosse il reale motivo per il quale la giovane fosse accorsa da loro. Si domandava quanti giocatori avesse fermato prima di loro per chiedere il medesimo aiuto.
Se non puntava al trono, per quale altra ragione desiderava aiuto per proseguire con le altre sfide?
La risposta non tardò a mancare. Buster e i suoi amici poterono notare le lacrime che si erano formate ai bordi degli occhi di Carla.
-Ho perso una scommessa, mi sono messa nei guai.- spiegò questa. -Non... Non posso dirvi i dettagli, ma se arrivo almeno alla terza prova potrò riscattare i soldi che sono stati tolti alla mia famiglia a causa mia. Sono sola e nessuno qui sembra disposto ad aiutarmi... Io e mia sorella siamo le uniche a portare a casa da mangiare ora, non posso lasciarla da sola.-
Alida prese delicatamente il braccio di Saura fra le mani, mostrando un poco di dispiacere nel proprio volto. -Possiamo dare ascolto a quello che dice. Dopotutto anche lei può aiutare noi, vero?-
L'espressione di Saura si addolcì un poco alle parole della fidanzata, probabilmente l'unica ragazza autorizzata a poterla contraddire senza doverne pagare le conseguenze.
Poiché Buster era l'unico a conoscere maggiormente quella ragazza, venne chiesto a lui di esprimere anche un proprio parere. Fu inutile per lui sottolineare nuovamente che il suo legame con Carla era pressoché nullo, pertanto scelse di rispondere sinceramente.
-Un alleato in più non ci farà male.-
Capendo di essere stata accettata, Carla gettò le braccia attorno al suo collo del corvino scoppiando a piangere per la gioia.

The King of AsilWhere stories live. Discover now