Capitolo 34 - Gioco di squadra

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Cora stava saltando con allegria, facendo oscillare i capelli color carota attorno al suo volto lentigginoso

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Cora stava saltando con allegria, facendo oscillare i capelli color carota attorno al suo volto lentigginoso. -Forza forza! Possiamo vincere di nuovo con l'aiuto di Carol!-
Nessuno aveva il cuore di stroncare l'unica fiamma d'allegria che bruciava all'interno di quel gruppo ed intimare la ragazza a non dare un nome ad una lastra di ghiaccio.
Ebbene sì, la strategia che avevano sfruttato durante la prima prova poteva essere utilizzata una seconda volta.
Poiché l'attacco non sarebbe bastato, occorreva avere un piano per preservare i punti che possedevano fino allo scadere del tempo. Avere dunque come supporto una piattaforma sollevata da terra avrebbe limitato i danni da coloro che non erano in grado di lanciare attacchi a distanza.
Il cuore della loro formazione era Nyara. Lo Spirito dei Cristalli possedeva un accessorio che le avrebbe dato la capacità di proteggere i punti di ogni membro del gruppo. La collana che portava al collo aveva come ciondolo una pietra azzurra incastonata fra vari filamenti argentati, un'arma magica proveniente dal Regno Sottile.
Essa le donava l'abilità di poter comprimere l'energia, pareti utilizzabili come scudo che avrebbero man mano tenuto al sicuro ciascuno scalpo che i ragazzi avrebbero guadagnato, come una piccola banca.
Nessuno di loro avrebbe dunque combattuto con il proprio scalpo addosso, non potevano rischiare di perdere anche il più piccolo del punteggio. Poiché il regolamento non vietava lo scambio volontario di uno scalpo fra due giocatori, a tempo scaduto essi avrebbero potuto spartire il bottino in modo più sicuro.
All'interno del suo piccolo bozzolo dorato, Nyara sedeva al centro della lastra di ghiaccio. Buster e Cora erano coloro che avrebbero dovuto tenerla alzata da terra, spostandosi qualora avessero dovuto fuggire o inseguire qualcuno.
Un quarto individuo che non avrebbe potuto allontanarsi da quella postazione era Saura. La temperatura in quell'arena era molto più alta rispetto a quella incontrata nel terreno di gioco precedente. Dunque, lo Spirito della Neve avrebbe dovuto assicurarsi che il loro sostegno mantenesse una forma solida.
La ragazza si sarebbe dunque occupata della difesa, assieme a Mardic e Alida.
Maxine aveva preservato il ruolo di vedetta, mentre con Portia si sarebbe occupata di portare al sicuro ogni scalpo guadagnato a Nyara. I restanti membri del gruppo erano incentrati infine sull'attacco.
La seconda prova era iniziata con il caos. La maggior parte dei giocatori aveva scelto di giocare in piccoli gruppetti, composti da almeno una decina di persone. Eppure, non mancavano coloro che si basavano puramente sulle proprie capacità, sfidando la sorte in solitudine.
Questi giocatori furono le prime prede facili che il gruppo di amici riuscì a battere.
Saura mosse la frusta che teneva stretta nella propria mano, osservando Portia correre verso Nyara. -Dove sono i giocatori più forti? Voglio divertirmi anche io.-
Buster osservò con curiosità l'arma che ella possedeva. La frusta aveva l'aspetto di una pianta, un grosso rampicante coperto da piccoli e appuntiti aculei come il gambo di una rosa. Saura aveva avvertito loro di tenersi lontani da questi. Un veleno paralizzante impregnava le spine di quella frusta, una lama a doppio taglio che avrebbe potuto nuocere anche allo stesso proprietario.
Mentre con una corrente d'aria Buster si occupava di trasportare nuovamente Portia a terra, ascoltò la conversazione fra Cora e Saura.
-Di che ti lamenti?- fece la rossa. -C'è qualcosa di meglio di vincere senza fare molti sforzi?-
-Sì, spaccare il culo a qualche sbruffone. E poi vincere.-
Nyara sospirò, portandosi una mano all'altezza del cuore. -Saura, il linguaggio!-
La ragazza all'interno della cupola di scudi non poteva muoversi, così rimproverò l'amica solamente a parole. Come una principessa educata alle buone maniere, ella rimase composta anche in una situazione simile. Sulle braccia e sul petto della giovane, stavano poco più di una decina di scalpi. Accessori sottili e rotondi, in grado di attaccarsi al corpo come calamite. Su un lato di questi brillava il numero del punteggio associato allo scalpo.
Era passato solo un quarto del tempo disponibile, ancora non avrebbero potuto spartire il punteggio per completare tutti assieme quella prova.
Sulla cima della lastra di ghiaccio regnava ancora la tranquillità, pertanto Buster poté osservare ciò che accadeva a terra. A qualche metro di distanza, Fred, Marrion e Carla si stavano dando da fare per rubare gli scalpi da coloro che si trovavano nei paraggi.
Quest'ultima, dopo aver mostrato loro la propria arma, non aveva avuto alcun problema ad accettare il ruolo che le era stato assegnato.
La combinazione delle loro tre armi si era rivelata ottima e applicabile sin da subito.
Fred reggeva in mano un arco di legno verde e lucente. Sulla schiena non aveva bisogno di alcuna custodia, poiché le frecce si generavano da sé ogni volta che il proprietario tirava la corda. Sottili scie di energia verde, che venivano scoccate dal giovane con estrema velocità e precisione.
Buster aveva classificato lo Spirito dei Cristalli come sciocco e imbranato. Ma vederlo combattere a seguito di un ordine, e compierlo al massimo delle sue capacità, gli aveva fatto rivalutare quel pregiudizio.
Le frecce scoccate da quell'arco non procuravano alcun danno fisico. Il bersaglio avrebbe dovuto però fare i conti con movimenti e riflessi molto meno rapidi del normale.
Colpita la vittima, sarebbe entrato in scena uno dei suoi compagni.
Legata ai pantaloni, Carla portava una cintura argentata, coperta di piccole scaglie come la pelle di un serpente. Da quella distanza, agli occhi di Buster sembrava realmente uno di questi animali.
La cintura si muoveva come un essere vivente, strisciando e allungandosi attorno alla proprietaria, un veloce predatore che avrebbe afferrato e legato qualsiasi avversario.
Al loro fianco, due lunghe fruste si muovevano veloci, lucenti del loro colore azzurro chiaro. L'elettricità che scorreva nelle mani di Marrion aveva scelto la forma più adatta per poter colpire e catturare a sua volta i nemici. Portia correva da una parte all'altra, schivando i colpi e portando a destinazione gli scalpi, sorretta dal vento creato da Buster.
Per diverso tempo, tutto sembrò andare per il verso giusto. Tuttavia, un piccolo dettaglio turbava l'animo dell'Umano, Vaion non si vedeva da nessuna parte.
Il Mezz-Elfo dai capelli biondi si sedette accanto a lui. -Manca poco ormai, credi di avere ancora abbastanza forze per tenerci in aria?-
Buster alzò le spalle. -Non ho fatto altro fino ad ora, posso resistere.-
Alla luce del primo pomeriggio, il volto delicato del maggiore si illuminò di un piccolo sorriso. I suoi occhi si spostarono verso l'arena. -Non credevo di potermi sentire così piccolo qui dentro.-
Se quello fosse stato un momento qualsiasi, con i due amici come protagonisti in mezzo ad uno dei pacifici prati di Borrian, Buster avrebbe gradito commentare ed ammirare a sua volta la meraviglia di quella struttura.
Tuttavia dovette prendersi la responsabilità di stroncare quel momento con qualcosa che avrebbe dovuto preoccuparli di più. -Non riesco a vedere Vaion.-
Alida si aggiunse a loro. -Che abbia perso i propri punti?-
Poiché le sue abilità erano ottime se combinate con quelle di Mardic, ella era stata accanto al giovane per tutta la durata di quella sfida. Si sedette poco distante dai due.
Buster tuttavia non era del tutto convinto. -Dubito che in quel caso uno come lui se ne starebbe col broncio a far niente.-
Si udì il commento distante di Saura. -In quel caso vorrei stringere la mano a chi è riuscito a fregare Longfire. Quel pezzo di...-
Nyara la sgridò. -Saura!-
Mancavano oramai pochi minuti al termine della sfida. Portia e Cora si erano affiancate a Nyara e, all'interno del bozzolo di scudi, stavano contando il loro bottino.
Buster non credeva di poter vedere così tanti scalpi nelle loro mani. Diverse volte avevano incontrato avversari più forti, dovendo ricorrere alla fuga per evitare la sconfitta.
Per qualche strana ragione, i gemelli Oakshade avevano volontariamente tenuto le distanze da loro. Anche se avrebbe significato avere un paio di punti in più, nessuno di loro gradiva affrontarli e, di conseguenza, sentirli parlare.
Cora stava tenendo in mano l'ultimo scalpo. -Dovrebbero essere abbastanza!-
-Buster e Mardic sono gli unici a poter usare il siero, la priorità andrà a loro.-
-Davvero ce n'è per tutti?-
Tornati tutti sulla lastra di ghiaccio, ciascuno in quel gruppo poté osservare la quantità di scalpi guadagnati dentro il bozzolo di scudi. Mancavano pochi minuti allo scadere del tempo, eppure non era ancora il momento di abbassare la guardia.
-Fermi, non è ancora il momento di indossarli. Potrebbero attaccarci ora.-
-Marrion, non portare sfortuna.-
-Ha ragione, tornate alla difesa. Maxine, perché sei scesa anche tu, dovevi rimanere a fare da vedetta!-
Un istante successivo allo sbuffo della corvina, si percepì un peso di troppo sulla lastra di ghiaccio. Fu un movimento comune quello di voltarsi a guardare.
Sul bordo del ghiaccio, sostava una giovane donna dai lunghi capelli azzurri. Buster perse un battito, era la ragazza vista in compagnia di Longfire!
Prima che questa potesse attaccare, Alida aveva già evocato un'alta parete d'acqua che venne scagliata nella sua direzione da Varyel, la spada di Mardic. Quel colpo avrebbe fatto cadere chiunque. Eppure la figura della ragazza sembrò passarci attraverso come se non l'avessero mai colpita.
Buster non seppe dire se fosse per la stanchezza o meno, ma non vedeva alcuna goccia d'acqua sui vestiti o sui capelli della ragazza. La sorpresa generale le concesse di poter evocare nelle proprie mani una piccola lira. Uno strumento dall'aspetto particolare, costruito da pietre bianche e azzurre dalle venature ondulate.
La frusta di Saura era già pronta in aria per essere scoccata, eppure le dita di Anbet avevano già pizzicato le corde di quello strumento. Dopo solo un paio di note, Buster sentì le ginocchia cedergli e costringerlo a terra. Una tremenda ed innata paura lo aveva colpito come una lama avvelenata, bruciandogli ogni capacità di logica. Percepì la lastra di ghiacciato tremare brutalmente sotto di sé, con la coda dell'occhio riuscì a dare una rapida occhiata ai propri compagni.
Stando a ciò che poteva vedere sui loro volti, quel pesante senso di paura poteva essere condiviso con coloro che udivano il suono della lira.
La lastra di ghiaccio tremò ulteriormente. Cora sembrava quasi sul punto di poter vomitare il pranzo, pallida in volto e tremante come una foglia d'autunno. Il suo potere non sarebbe durato a lungo e Buster non era sicuro di poter reggere l'intero peso in quelle condizioni.
Questa volta, non ci sarebbe stata alcuna roccia ad evitare loro una brutta caduta da quell'altezza. Avvicinare la lastra a terra fin quando il giovane aveva forze li avrebbe probabilmente esposti ad un maggior rischio. Era forse quello l'intento del nemico?
Il suono di quella melodia era talmente forte da aver bloccato sul posto l'intero gruppo di ragazzi. L'unica ad esserne immune era la proprietaria dello strumento.
Al suo fianco, comparve una seconda figura. Shu'ra si era materializzata sul bordo della lastra in un modo parecchio simile a come venivano evocate le armi dal Regno Sottile.
"Ecco come ha fatto a raggiungerci a quest'altezza senza essere notata." pensò Buster.
-Woah.- per poco questa non scivolò. -Che idea stupida quella di usare proprio del ghiaccio.-
Anbet, che non aveva ancora smesso di suonare, non le degnò nemmeno uno sguardo. -Fa la tua parte e renditi utile.-
Ben udibile era il disgusto in quelle parole, come se Anbet dovesse rivolgersi ad un essere ripugnante.
Ciò venne notato anche dalla rossa, che sembrava non aspettare altro per innescare una discussione. -Vorrei renderti presente che per ora sono stata io ad aver fatto tutto il lavoro.-
-Oh, wow. Allora torna indietro da lui e chiedigli di farti i complimenti. Fatti dare anche un biscottino come un bravo cane.-
-Chi sarebbe il cane fra le due qui?!-
Buster era ancora paralizzato per la paura che gli bloccava le gambe, eppure dubitava che in circostanze normali si sarebbe mosso. La confusione lo avrebbe tenuto fermo sul posto anche senza l'ipnosi della lira. Quelle due ragazze non li stavano attaccando, ma stavano litigando fra di loro?
Anbet si decise a dedicare a Shu'ra uno sguardo acido. -Tu. Scommetto che ancora un po' e gli chiederai pure di piegargli la carta igienica quando va al bagno.-
Dal lato suo, Shu'ra sembrava aver dimenticato perché fossero giunte lì. -Guarda chi parla. Abbiamo notato tutti come gli stai addosso. Credi davvero che possa degnarti di uno sguardo?-
-A Vaion non piacciono i cani.-
-A Vaion non piacciono nemmeno le finte donne.-
Una nota stonò, facendo scorrere un brivido lungo la schiena del corvino. Lo sguardo di Anbet era diventato glaciale. -Tu... Ripetilo davanti a Vaion se ne hai il coraggio.-
Shu'ra mostrò un sorriso fastidioso. -Ti difende solo perché gli fai pena.-
Improvvisamente, la melodia cessò di danzare nell'aria. Con grande stupore, chiunque su quell'altura poté vedere la lira colpire con forza la testa di Shu'ra. Le due ragazze erano giunte lì con lo scopo di attaccarli e accaparrarsi tutti i loro punti. Eppure, fra di loro scorreva tanto odio da mandare all'aria il loro stesso piano.
L'interruzione momentanea di quella melodia aveva però dato la possibilità ai ragazzi di riprendere controllo del proprio corpo. Una figura vestita di nero scattò in avanti, accompagnata da un lieve battito d'ali.
Maxine si era lanciata contro Anbet come un giocatore di rugby, facendo cadere entrambe oltre il bordo della lastra. Con i suoi stivali alati, tuttavia, la ragazza se la sarebbe cavata.
Shu'ra, invece, stava ora schivando con agilità i feroci colpi della frusta di Saura.
Ripresa dall'ipnosi della lira, la mente di Buster ragionò in fretta. Se quelle due ragazze erano lì, allora anche Vaion non doveva trovarsi molto lontano.
Non era difficile pensare che questo li avesse lasciati raggruppare tutti quei punti, per poi attaccarli all'ultimo momento e lasciarli con l'amaro in bocca. Tuttavia, Buster non capiva per quale motivo avesse mandato solamente quelle due ragazze. Era come se...
"...come se stesse lasciando il posto a qualcun altro." pensò. "E quel qualcuno sono io."
Quell'attacco era troppo improvvisato e debole per essere preso sul serio. Capire come ragionasse la mente del Nobile non era facile, ma Buster poté trarre le sue ipotesi.
Riuscì quasi ad immaginare Vaion mentre mandava le due ragazze ad attaccarli, sapendo che avrebbero solo creato scompiglio. Era un invito per Buster, gli stava servendo su un piatto d'argento l'occasione perfetta.
Lentamente, il ragazzo riuscì a rimettersi in piedi. L'elsa della spada venne stretta con forza nella sua presa.
Egli ancora non aveva agito in alcun modo per adempiere al proprio dovere e compiere la propria parte di quel loro piano. Il Nobile stava dunque aspettando da qualche parte lì attorno che egli facesse la propria mossa.
Stando al loro patto, Buster avrebbe dovuto tradire i propri amici davanti a tutti entro il termine della terza prova, ossia entro la fine della giornata.
Non essendo a conoscenza di cosa avrebbero dovuto compiere a seguito della partita a scalpo, Buster pensò che quello sarebbe stato il momento ideale. Con il potere che la sua spada gli conferiva, avrebbe dovuto eseguire solo un ulteriore sforzo e separare i propri compagni.
Allontanarli dal bozzolo di scudi e lasciare libera la strada a Shu'ra era la via più breve che in quel momento lo avrebbe portato a guadagnarsi il perdono del Nobile.
Sotto di loro, un'esplosione generò all'improvviso un alto muro di fuoco. Alcune grida si innalzarono, creando il caos per diversi metri nel terreno di gioco.
La mano che reggeva la spada tremava leggermente, coperta da un lieve strato di sudore che la fatica gli aveva portato. Lentamente alzò il braccio, lo sguardo incantato nel fissare un punto non definito davanti a sé. Correnti d'aria fredda avevano iniziato a girare attorno a lui, pronte per farsi più forti e seguire le indicazioni del ragazzo.
Una mano calda si posò improvvisamente sulla sua, facendo sobbalzare il cuore del corvino per la sorpresa. Davanti a sé, non trovò altri che il Mezz-Elfo.
-Buster!- chiamava questo. -Dobbiamo allontanarci o il fuoco farà sciogliere il ghiaccio.-
Il volto del giovane era pallido. Anche senza più la melodia di quello strumento, era possibile vedere ancora un leggero strato di paura su di esso.
"No che non vi faccio fuggire." rispose a mente il corvino. "Devo mandare all'aria il nostro piano..."
La sicurezza che Buster aveva fino a qualche istante prima vacillò. Egli aveva un motivo valido per voler scegliere quella strada. Ma i suoi amici avrebbero davvero capito?
Per un istante, davanti al volto del biondo si sovrappose l'immagine che questo aveva quando erano fuggiti da Del-Hetim. Il cuore del ragazzo era stato già ferito dal tradimento di un suo fidato. Cosa sarebbe successo ad un giovane talmente sensibile nel rivivere emozioni simili tutte in una volta?
Buster provò a quel pensiero sensi di colpa come se già avesse compiuto tali azioni. Comprese che, per lui, ferire i sentimenti di quel ragazzo sarebbe stato peggio che affogare dieci volte nello stesso lago.
Vedendo che il ragazzo non rispondeva, Mardic lo scosse per le spalle. -Buster! Mi senti?-
-Benissimo.- rispose infine. -Ti conviene reggerti. Reggetevi tutti!-
Il vento crebbe più forte e freddo, pungendo contro le pelli di chi colpiva. Le diverse emozioni contrastanti che battevano contro il suo petto aiutarono l'Umano a raggruppare le forze restanti per poter compiere quell'ultimo sforzo.
L'aiuto di Cora faceva sì che quella grossa lastra di ghiaccio perdesse il proprio peso, ma non quello della decina di persone che sostavano sopra di essa. Far sì che il vento soffiasse abbastanza forte per trasportarli per un'ora intera richiedeva parecchia fatica.
Buster attinse a tutte le proprie forze, facendo esplodere quello che sembrava un vero e proprio tornado. Dalle tribune più vicine si udirono alcune grida, il pubblico vide strapparsi via cappelli o leggeri accessori.
Il fuoco era stato alimentato dal vento, crescendo come una grossa bestia volenterosa di divorare qualsiasi cosa gli si trovasse accanto. Tuttavia, il loro mezzo di trasporto era stato spinto via in tempo.
Buster non aveva avuto l'onore di vedere chi fosse riuscito a spingere Shu'ra oltre il bordo, e non osò guardare indietro per accertarsene.
La cintura di Carla si era allungata lungo tutta la superficie del ghiaccio, per dare a tutti un supporto col quale reggersi durante quella fuga di fortuna.
Sentendo le gambe cedere per lo sforzo, il ragazzo dovette reggersi al braccio di Mardic per rimanere in piedi.
Quando la musica risuonò in aria per annunciare il termine della partita, Buster poté finalmente accompagnare lentamente la lastra di ghiaccio a terra. Una volta a contatto con il terreno, egli si lasciò finalmente cadere in ginocchio. Accanto a sé, sentì la presa dell'amico accompagnarlo con premura.
-Guardate!- Cora fu la prima ad esultare. -Siamo passati! Siamo passati tutti!-
-Cavolo, siamo riusciti a spartirci i punti appena in tempo!-
Il cuore di Buster si fece un poco più leggero, non aveva nemmeno voglia di alzare lo sguardo verso il grosso schermo della graduatoria.

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