Capitolo 74: Bambino

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~All Might POV (poco dopo che Midoriya è stato portato in ospedale)~

<Come ha detto scusi?! Ci sta prendendo in giro per caso?> urla il giovane Sero, voltandomi le spalle di scatto, passandosi compulsivamente le mani tra i lisci capelli corvini.

Sapevo non avrebbero preso bene la notizia.

Mal d'altronde, io sono il loro insegnante, è mio compito aiutarli nei momenti di difficoltà.

<Qu- quindi lei ci sta... ci sta dicendo...> balbetta la piccola Uraraka, indietreggiando qualche passo finendo per sbattere le spalle contro la parete.

<Che Izuku è in coma?> chiede con tono assente il ragazzo dai capelli viola.

<E inoltre... non sono riusciti ad arrestare quei farabutti?!> urla l'Alpha bicolore, spargendo piccoli fiocchi di neve ghiacciati al suolo, facendoli risuonare con un leggero clangore quando questi si infrangono a terra.

<In che ospedale si trovano? Come stanno? Possiamo vederli?> chiede pallido Kaminari, facendo qualche passo verso il sottoscritto.

Gli prendo indeciso la mano tremolante, stringendola tra le mie e facendola oscillare appena; cerco di tirar fuori il miglior sorriso adatto a sollevare anche solo di un minimo la situazione, nonostante le occhia scure ed il viso scavato.

I miei studenti cominciano ad agitarsi, alzando la voce, diventando ancora più irrequieti.

<Sono stati entrambi portati al pronto soccorso più vicino, non sono in pericolo di vita... il professor Aizawa è con loro, anche i genitori dei ragazzi li hanno raggiunti.>

<N-non rischia di...> prova a chiedere il capoclasse, scostandosi gli occhiali dal naso e pulendoli stanco con l'orlo della camicia.

<No. Il giovane Midoriya è debole, ma salvo. Lo stesso vale per Bakugo. Hanno detto che le visite saranno accessibili ai non parenti quando Midoriya si sarà ripreso un minimo, il che dovrebbe essere questione di giorni...>

Il biondo annuisce, allontanandosi da me e venendo sorretto da un alquanto irritato Kirishima.

<Abbiamo capito.> dice con voce ferma, puntando lo sguardo bruciante al vetro appannato della finestra.

Sospiro, pedinandomi una ciocca color paglia con le dita, rialzando le iridi sulla classe.

<Ragazzi, odio questa situazione tanto quanto voi... ma disperandoci non combineremo proprio nulla; quello che dobbiamo fare ora è sostenerli, con ogni nostro mezzo, ora sono al sicuro e presto li riavremo fra noi.>

Stanno in silenzio, guardandomi ansiosi e con i nervi a fior di pelle.

<Che ne dite di... fare qualcosa per quando Midoriya si risveglierà?> propongo, provando a risollevare l'umore.

Alcuni annuiscono incerti, altri si buttano a peso morto sul divano della sala comune, mentre alcuni, ancora irritati, prendono qualche lungo respiro, distraendosi in una qualche maniera dalla situazione.

Sono giovani in gamba, non basterà di certo solo questo a fermare la loro avanzata.

~Inko POV (presente)~

Canticchio con il sorriso a curvarmi le labbra una dolce melodia che mi si è incastrata in mente, sbagliano qualche nota, rendendola leggermente più bassa.

Contino ad accarezzare con il pollice il dorso della mano del mio piccolino.

Se mi avesse sentito chiamarlo in questo modo si sarebbe sicuramente adirato...
"Mamma smettila!"
"Non trattarmi come un bambino!"
"Mamma!"

Mi lascio sfuggire uno sbuffo divertito, ignorando il sottile velo d'acqua salata che minaccia di sfuggire ai miei occhi, fin troppo segnati dal sonno, o per meglio dire dalla sua assenza, e dai troppi dolorosi e brucianti pianti.

La canzone non se vuole proprio andare nel mentre che accarezzo più e più volte la zazzerra verdognola di mio figlio, di colore tanto simile al mio... ma come fa ad aversi sempre così spettinati? Sa almeno che cosa sia una spazzola?

Inizio a pettinarglieli soprappensiero, avvicinando a me con l'altra mano una bottiglietta d'acqua posta sul traballante comodino bianco, prendendone qualche sorso fresco.

Ora che ci penso, lo facevo molto spesso quando eri piccolo... eri talmente sbadato che i tuoi giocattolini finivano dappertutto!

Mi facevi diventare matta!

Avevi sempre la testa tra le nuvole, era sempre Katsuki quello che te la rimetteva a posto; non che sia cambiato molto in effetti.

Rido sottovoce, invitando ad entrare chiunque in quel momento abbia bussato alla porta.

<Signora Midoriya?>

<Professore.> lo saluto sorridendo, stringendo con entrambe le mani il braccio libero dai cavi del mio bambino.

Il moro si ferma qualche istante davanti al lettino, rimanendo comunque in religioso silenzio.

<Ha bisogno di qualcosa?>

<Questo dovrei chiederlo io a lei.>

Scuoto la testa, pizzicando le piccole lentiggini di Izuku.

<Sto bene. Non sono io quella addormentata, e poi so che si rimetterà... è finito tante di quelle volte in ospedale.> sbuffo, facendo un gesto con la mano, come per cercar di cacciare via le preoccupazioni.

<Capisco.>

<Come stanno gli altri ragazzi?>

<Fortunatamente non hanno riportato ferite gravi.>

<Immagino vogliano rivederlo anche loro.>

<Hanno espresso questo desiderio, si.>

<Lo immaginavo... se cercava Katsuki, è stato trascinato a casa dalla madre. Ha fatto bene, quel ragazzo aveva proprio bisogno di una dormita. È così caro...>

<Bene. Altrimenti lo avrei fatto io stesso.>

<Lei è un bravo professore.> sussurro,
salutandolo nel vederlo lasciare la camera.

Sospiro, voltandomi di nuovo verso mio figlio, steso ad occhi serrati.

<Ehy Izuku, mi hai sentita? Ti stiamo aspettando tutti... i tuoi compagni, i professori, Katsuki, io.>

Gli lascio un'ultima carezza sulla testa, alzando lo sguardo verso l'orologio a muro; l'orario di visita è quasi terminato.

<D'accordo.>

Mi alzo dalla piccola poltroncina, richiudendomi i bottoncini del pullover verde scuro, prendendo la borsa di nuovo in mano.

Chinandomi sulla fronte del mio bambino gli lascio un bacio su quest'ultima, dandogli un'ultima carezza prima di andare ad aprire la porta.

Ormai sono abituata a dormire sola.

<Buonanotte piccolo mio.>

Guardami - Bakudeku OmegaverseWhere stories live. Discover now