Primera vez

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La sveglia mi catapulta fuori dal sogno. Prendo in mano il cellulare, sono le 6.30. Stavo bene sotto le coperte, ma uno strano nervosismo mi travolge non appena realizzo di essere lucida. Sento una scossa potente nelle gambe, non riesco a stare distesa. Mi alzo e apro la finestra: un tiepido sole invernale illumina la facciata rosso ruggine del palazzo di fronte creando un dolce riverbero. Vedere i tetti della mia Basauri mi rassicura: sono qui, a casa. Nulla può nuocermi. Sorrido timidamente.

Sono piena di energia questa mattina, comincio a trafficare in casa, metto su un po' di musica mentre mi preparo un caffè. Lo sorseggio con piacere e intanto apro WhatsApp. Vedo subito un suo messaggio: "Partiti! ❤️" Sorrido di nuovo, anche se in fondo sento una sottile inquietudine invadermi fino a provocarmi una lieve vertigine. "Non si torna più indietro", penso. Oggi è uno di quei giorni che sanno di ineluttabile. Che paura mi mettono quei giorni...io ho sempre bisogno di una via di fuga. Poi alla fine resto, amo restare, ma sapere di avere quella porticina aperta mi dà molta sicurezza, mi fa sentire libera, mi fa sentire di poter essere protagonista delle mie scelte, di non subirle.

Mentre mi perdo via in queste riflessioni che sorgono un po' schizofreniche suona il telefono. È lui. Faccio un profondo sospiro e rispondo.
"Buongiorno", dico soltanto.
Guardo l'orologio, si sono fatte le 9.
"Buongiorno, piccola basca, hai riposato bene?"
"Sì, svegliata presto, ma ho fatto un bel sogno...c'eri anche tu..."
"Mmm...che tipo di sogno?"
"Uno di quelli che ti fanno svegliare sorridendo..."
"Ahhhh...e quindi dopo fai sorridere anche me e me lo racconti?"
"Se te lo meriti!"

Sorride, poi resta un attimo in silenzio. Un attimo sufficiente per spostare la mia attenzione sulle voci di sottofondo. Sono le loro vocine, stanno bisticciando, o così sembra. Mi arrivano come la melodia di un carillon: soave, dolce, senza sbavature.

"Come stanno i piccoli?" chiedo...e, prima che lui possa rispondere, timidamente aggiungo: "Sono contenti di questa gita?"
"Aspetta, chiedilo a loro, ti metto in vivavoce! Bimbi, è Itzi che vi vuole salutare!"
In una frazione di secondo sento un stretta alla bocca allo stomaco...come?!? Mi sta mettendo in vivavoce? E cosa dico ora? Come li affronto? Una parte di me è letteralmente terrorizzata, l'altra mi dice: "Ehi Itzi, sei una donna di 45 anni e loro sono due bambini...sii te stessa e lo sentiranno"
"Ciao Julieta, ciao Leòn" dico...e mi esce fuori una voce infantile, è la me bambina che è venuta in soccorso.
"Dammelooooooo" sento dall'altra parte. "Itzi, Leòn mi ha preso l'iPad e stavo facendo un disegno bellissimo per te! Puoi dirgli per favore di ridarmelo subitooooo?!?"
"Come fanno i bambini ad essere così meravigliosamente spontanei?", penso.
"Leòn, quando arrivate vi ho preparato una tela con tanti colori, ne avete una a testa, così non dovete litigare. Ora restituisci l'iPad a tua sorella e raccontami che cosa vedi fuori dal finestrino!"
Sento Leòn che rimane in silenzio per un attimo e poi si rivolge alla sorella con dolcezza: "Va bene, tieni JuJu"
Ancora qualche secondo di silenzio e poi attacca: "Allora Itzi, ci sono tanti tanti prati verdi, si vedono le montagne più lontano...il cielo è pieno di nuvolette, fanno dei disegni...c'è un mostro ciccione ahahah, poi c'è una macchina come quella di Fast and furious...e...aspetta!!! Nooooo, ci sono i cavalli!!! Papy, fermati per favore!"
"Papy" ride di gusto: "Leòn, siamo in autostrada, non mi posso fermare per ammirare il paesaggio!!!"
"Ma dai papy", dice con una dolcezza disarmante. E subito aggiunge, giudizioso: "Hai ragione, siamo in autostrada, non ci possiamo fermare"
Mi inserisco: "Leòn, fotografa con i tuoi occhietti tutto quello che vedi, che quando arrivi devi disegnarlo tutto sulla tela, anche i cavalli, ok?"...faccio un attimo di pausa e aggiungo: "Vi aspetto". Mi esce così, senza averlo pensato, spontaneamente.
"Ok, Itzi", dice remissivo. "Hasta prontooooooo Itzi", urla Julieta in sottofondo, mentre Álvaro toglie il vivavoce.
"Grazie mi amor, non vedo l'ora di essere da te"

Siamo diventati la spiaggia | AlvitzDonde viven las historias. Descúbrelo ahora