La battalla final

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Il passaggio al vivaio è stato foriero di stimoli e ci siamo fatti prendere un po' la mano: ce ne torniamo a casa con una macchina così carica di piante e fiori che sembra un giardino ambulante! I bimbi ridono ad ogni curva, quando gli arbusti sbatacchiano a destra e a sinistra ed Álvaro, pur di sentire i suoi figli così gioiosi, non se ne perde una. Arriviamo a casa con lo stomaco sottosopra, ma felici.

Dopo esserci reinventati architetti di giardini per un paio d'ore e aver rinvasato tutte le piante e i fiorellini, lasciamo a Julieta e Leon il compito di dar loro acqua e nutrimento e noi ci dedichiamo alla cena perché si è fatto ormai tardi. Mentre Álvaro spadella verdure per un cous cous e io faccio altrettanto con il pollo, lancio l'idea del maneggio per l'indomani.

"Ehi, che ne dici se domani portiamo i bambini a cavallo? Mi avevi detto che ci tenevi a fargli fare la prima lezione di equitazione..."
"Mi sembra un'ottima idea, amor! Davvero un'ottima idea, i bambini ne saranno entusiasti"
"Ehm...lo sono già...mi sento un po' in difetto perché mi è venuta questa idea prima e ho preso loro il kep e ho dovuto farglielo provare per verificare che andasse bene perché il negozio alle 18 chiudeva, ma poi ho pensato che non ne avevo parlato ancora con te...scusami..."
"Amor, non ti preoccupare, hai avuto un pensiero bellissimo e io è veramente tanto tempo che voglio portarli a provare a montare...ne avevo anche già parlato con Blanca, che è d'accordo...quindi davvero nessun problema! Piuttosto, come fai a ricordarti di questa cosa? Te ne ho parlato un sacco di tempo fa..."
"Sì, è passato tanto tempo, ma di quel giorno mi ricordo ogni dettaglio..."
"Eh, già, è stato QUEL giorno..."
"Sì..."
"Vieni qui..."

Mi prende per una mano e mi attira a sé e ci abbracciamo in silenzio, mentre io mi faccio piccola piccola. Dopo qualche minuto, mi sussurra in un orecchio: "Quel giorno è stato il peggiore della mia vita...e ancora non immaginavo quello che sarebbe venuto dopo...però ora siamo qui, ed è questo che conta, no?"
"Certo" Lo guardo mentre pronuncio questa parola con convinzione, gli sorrido per rassicurarlo e fargli capire che apprezzo ogni singola cosa che lui ha fatto per me, per noi, nei mesi successivi a quel giorno.

Dopo qualche ulteriore minuto, riprende a parlare: "Senti, ma perché hai preso i kep? Li affittano al maneggio insieme a tutto il resto dell'attrezzatura. Non sappiamo neanche se gli piacerà davvero e se vorranno continuare..."
"Ma perché un conto sono gli stivali o il frustino, un conto è il kep che deve proteggere le loro testoline...volevo che fosse di buona qualità...e poi è anche una questione igienica..." dico, schernendomi un po'.
"Amor...come faccio io con te?"
"In che senso?" sorrido curiosa.
"Nel senso che mi farai morire d'amore..."
"Se è per questo anche tu stai mettendo un certo impegno nella stessa direzione...per esempio, è un caso che la tua camera e il bagno siano tutti verdi?" gli dico maliziosa.
"Innanzi tutto, non è la MIA camera, ma la NOSTRA camera. E poi no, non è un caso, e non sono casuali le vetrate e la posizione di questa villetta...volevo che tu potessi sentirti a casa anche qui a Madrid...che potessi ritrovare il tuo ambiente naturale, i tuoi amati alberi...e che potessi svegliarti felice, immersa nel verde che tanto adori..."
"È bellissimo che tu abbia pensato a tutto questo, ma ti assicuro che con te mi sarei svegliata felice ovunque..." sentenzio, mentre gli prendo il viso tra le mani e gli lascio un bacino a fior di labbra.

La cena è pronta, chiamiamo i bambini, che accorrono affamati. La serata corre via tra chiacchiere, racconti della settimana scolastica, e il programma della gita al maneggio della mattina successiva. Verso le 22.30 i due hanno la testa che ciondola sul tavolo e così li accompagniamo a nanna e leggiamo loro una storia a due voci, cosa che apprezzano moltissimo: "Come siete bravi!", chiosa Julieta con l'ultimo filo di voce rimasto prima di sprofondare nel sonno.
"Amore, questo è il nostro lavoro e Itzi ed io siamo abituati a lavorare insieme!" risponde comunque Álvaro mentre le accarezza i capelli e la bacia e nonostante la piccola stia ormai dormendo.

Siamo diventati la spiaggia | AlvitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora