Llámame por mi nombre

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"A che pensi?"
"Indovina!"
"Hai voglia di fare l'amore con me"
"Vedi che non ho bisogno neanche di dirlo?"
Sorrido. Sì, ho veramente voglia di fare l'amore con lui questa sera. Non che di solito non ne abbia...ma stasera è una serata speciale. Vorrei fermare la macchina in questo momento e farlo qui, sotto le stelle di questa notte estiva dalla brezza sottile.
"Perché non accosti?"
"Ma manca poco alla destinazione..."
"Bene, perché se no il rischio è che io e la mia pancia ti saliamo a cavalcioni mentre guidi..."
"Ah, quindi è una cosa impellente..."
"Molto impellente..."
"Okok, ogni desiderio di questa Signora è un ordine". Mi prende la mano, la intreccia alla sua e se la porta alle labbra, mentre imbocca la strada per il maneggio. Dove mi sta portando? Smetto di chiedermelo, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla brezza che entra dal finestrino, dal profumo di pino, dalla musica in background, ma soprattutto dalla sensazione delle sue labbra che mi sfiorano la mano e mi fanno venire i brividi.
Dopo qualche minuto, cinque al massimo, spegne il motore. Siamo davanti a casa di Alba. Credo mi stia portando nella casetta nel bosco...quanto tempo che non veniamo qui...e che posto perfetto per questa notte.
"Álvaro..."
"Ehi, aspetta"
Fa il giro della macchina e mi apre la portiera. Lo fa sempre, ma stasera suona più romantico, non so perché.
"Abbracciami"
"Vieni qui, piccola basca..."
"Sono felice di essere qui, mi mancava questo posto"
"C'è una sorpresa..."
"Un'altra? Non finiscono mai le sorprese con te..."
"Pur di vedere il faccino che fai quando sei sorpresa te ne farei una ogni cinque minuti, perché mi fa impazzire quell'espressione che ti viene..."
Sorrido.
"Andiamo?"
"Andiamo!"
Mi prende per mano, dopo aver afferrato un grosso zaino dal baule della macchina ed esserselo caricato in spalla. Nell'altra mano tiene una torcia. Quando arriviamo nei pressi della casetta mi sembra di vederla diversa, molto più grande di come me la ricordavo. Mi lascia per un attimo per armeggiare con il lucchetto e mi riprende subito dopo, trascinandomi dentro e chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo qualche istante le luci si accendono e io rimango senza parole. Il nostro rifugio nel bosco è diventato una vera e propria casa, piccina ma non manca nulla. A lato della stanza principale ha fatto costruire un'altra stanza, sempre in legno, ma vetrata su tutta la lunghezza: una piccola sala con angolo cottura e un bagno. Mi porta a visitare il nuovo spazio: è delizioso. C'è un piccolo camino, una televisione un divano a due posti. Il bagno ha un'immancabile vasca. Le pareti della nuova stanza, esclusa quella a vetri, sono anch'esse tappezzate di fotografie. Qui ci sono i bambini. Delle foto bellissime, dei gemelli da piccoli fino ad oggi. E molte foto di loro con Javier. Foto mai viste. Ma quest'uomo dove trova il tempo di pensare e fare tutto questo?
"I tuoi frequenti giri di "commissioni" di questi mesi..."
"Avevi pensato male?", sorride.
"No, mi fido di te. Ho pensato solo: non ha mai tregua"
"Lo sai che io non so stare fermo molto a lungo..."
"E tutte queste foto? Quando trovi il tempo di farle, selezionarle, stamparle...?"
"Quando tu sei fuori con Najwa, o con Hada, o con i bambini. Oppure quando riposi..."
"Amore mio..."
Gli prendo il viso tra le mani e lo guardo, lo guardo in silenzio. Vorrei dirgli talmente tante cose...ma credo che le capisca tutte anche senza dire niente. Lo guardo e basta. Con tutta l'ammirazione e l'amore che sento per lui.
"Abbiamo l'abitabilità ora, quindi possiamo venire qui quando vogliamo. Ho fatto un patto con le mamme: un weekend al bimestre. Un weekend solo per noi, dal venerdì sera alla domenica a pranzo"
"Tu sei pazzo"
"Sono pazzo di te. Mi fai girare la testa. Anche ora. Ho solo voglia di spogliarti, di portarti nella vasca al calduccio e di stare lì con te per ore, abbracciati, uno dentro l'altro."
"Fallo. Per favore."

Non se lo fa ripetere una seconda volta. Comincia a baciarmi, mentre mi toglie i vestiti di dosso: prima il soprabito leggero, poi il vestito, gli stivali, il reggiseno...io faccio lo stesso con lui finché non rimaniamo completamente nudi e, senza smettere di baciarci, ci avviciniamo al bagno, dove previdentemente lui aveva già aperto il rubinetto dell'acqua e versato una bella quantità di bagnoschiuma...
Mi fa entrare con attenzione, tenendomi stretta la mano. Ci accovacciamo al centro della vasca e mi siedo sulle sue gambe. Le nostre bocche si uniscono, insaziabili. Finché la sua non decide di scendere a cercare il mio seno. E mentre mi "sbrana", tenendomi stretta a sé con le mani ben ferme dietro la schiena, sento l'eccitazione montare come un'eruzione e la sua premere alle porte del mio sesso. In pochi minuti sembriamo due bestie completamente abbandonate all'istinto.
Lo faccio indietreggiare e appoggiare alla parete della vasca, in modo da ricavare lo spazio che mi serve per muovermi liberamente su di lui, nonostante il pancione. Lui mi guarda con gli occhi di fuoco, le sue mani che mi stringono la vita e sono pronte a guidarmi. Lo faccio entrare, gemiamo entrambi, rimanendo senza respirare per qualche istante. Comincio a muovermi. Piano, inizialmente. Poi la pressione del suo membro, sempre più selvaggio dentro di me, aumenta la voglia di prendermelo con maggior vigore. Non perdiamo il contatto visivo, se non per qualche istante di totale abbandono, ogni tanto, in cui lui o io – o entrambi – buttiamo la testa indietro per ascoltare solo le sensazioni che arrivano dal nostro secondo chakra. Andiamo avanti così molto a lungo, accelerando e rallentando il ritmo, di tanto in tanto. Prendendoci il nostro tempo. Assaporando ogni momento. Finché il desiderio non monta e diventa incontenibile, portandoci a scoppiare di piacere. È talmente intenso che sento formicolio in tutto il corpo e la testa prende a girarmi repentinamente. Respiro profondamente e chiudo gli occhi. Lui capisce e mi invita a girarmi, a mettermi tra le sue gambe appoggiandomi a lui. Lo faccio.
"Ti gira la testa, piccola basca?"
"Un po'...ma è una bella sensazione..."
"Chiudi gli occhi, ti tengo io"
Faccio come dice. Lui mi abbraccia da dietro e mi sostiene il collo con la sua testa, lasciando dei piccoli baci qua e là.
"Passato?"
"Passato. Ma tu non smettere di baciarmi..."
"Non ci penso proprio..."
Sorride. Mi abbandono alla sensazione fantastica di essere amata e protetta. Chiudo gli occhi e mi lascio andare completamente. Dopo qualche minuto, lo sento muoversi.
"Amore, rimani qui un attimo che esco a prenderti l'accappatoio. È molto tardi, sai?"
"Ah sì? Che ore sono?"
"Le quattro."
"Sei serio?"
"Sì", mi dice ridacchiando. "La Signora Garcia questa sera era parecchio arrapata e non si è accorta di aver fatto le ore piccole"
"Cretino!".
"Pensa che io sarei quasi pronta per ricominciare", replico maliziosa, mentre mi fa uscire dall'acqua e mi avvolge nell'accappatoio. "Dopo la sessione acquatica potremmo abbandonarci ad una terrestre..."
"Domani ti faccio fare sessioni terrestri, acquatiche e anche aeree, se lo desideri. Ma ora tu e questa signorina vi dovete riposare"
"Hai ragione, hai ragione. Però qualche bacino me lo dai ancora?"
"Tutti quelli che vuoi"
Ci infiliamo nudi sotto le coperte e ci addormentiamo dopo poco, tra un bacio e l'altro.

Siamo diventati la spiaggia | AlvitzOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz