17.

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Mi svegliai ritrovandomi nella stessa posizione di ieri e Alicia non c'era al mio fianco, avevo dormito abbastanza bene e dato che era mattino mi guardai attorno notando quanto fosse bella questa casa.
Sentii delle risate provenire dalla cucina e mi appoggiai nello stipite della porta guardando un Alicia scherzare con la figlia tra le braccia, le faceva il solletico di tanto in tanto e quest'ultima rideva.
"Buongiorno." dissi accennando un sorriso e la rossa si voltò nella mia direzione facendomi un cenno.
Appoggiò la figlia nel divano che mi scrutava attentamente e mi porse gentilmente una tazza di caffè.
"Dormito bene?" mi domandò sedendosi davanti a me e annuii guardandola attentamente e sorridendo.
"È la prima volta che mi sveglio a casa di una sconosciuta completamente vestita senza aver concluso nulla." dissi facendola ridere e contagiò anche a me, era bellissima con i capelli raccolti.
"Rilassati bionda, c'è sempre una prima volta per tutto e onestamente non dovresti andare a letto con me. Ma con un'altra persona e lo sai bene." disse facendomi l'occhiolino e arrossii nascondendo il sorriso tramite la tazza.
"Fottiti Sierra, davvero." mormorai alzandomi e presi la borsa notando che erano appena le 9 del mattino.
Parlammo per una buona mezz'ora e mi aveva fatto tanto piacere conoscerla.
"Non fare cazzate e segui i miei consigli, mi ringrazierai fidati." disse accendendosi una sigaretta e annuii.
"Va bene, mi ha fatto piacere incontrarti e ti ringrazio tantissimo." dissi avvicinandomi a lei e si alzò arrivando quasi alla mia altezza.
"Vai, e amala tantissimo." disse dandomi un bacio sulla guancia e mi abbracciò calorosamente, la strinsi a me e le accarezzai con cautela la schiena per poi lasciare quella casa.

Non appena rientrai alla villa speravo che nessuno fosse sveglio e quando aprii con cautela il portone notai tutti riuniti in sala da pranzo.
Merda.
"Bionda, ore piccole mhm?" disse Denver ridendo e alzai gli occhi al cielo legandomi i capelli, ero letteralmente sconvolta e mi tolsi i tacchi tenendoli tra le mani, guardandomi attorno.
Zulema si alzò dal tavolo sbuffando e si portò una sigaretta alle labbra uscendo fuori nel piccolo balcone, era a dir poco bellissima e il cuore prese a battermi veloce nel petto ricordandomi le parole di Alicia.
Amala.
Salii le scale e la prima cosa che feci fu una doccia rigenerante, mi tolsi tutto il trucco e mi vestii con abiti più comodi.
Mi asciugai i capelli lasciandoli mossi e sistemai la mia frangia mettendomi un po' di trucco per essere più presentabile.
Il caldo si stava inoltrando velocemente e ormai Maggio era alle porte facendosi sentire eccome.
Bussarono alla porta e inarcai un sopracciglio confusa andando ad aprire, davanti a me c'era una Zulema furiosa e mi guardò male entrando subito.
"Ciao." dissi debolmente e la mia regina araba entrò nella mia stanza con la mascella contratta ed era tesissima.
"Te la sei scopata?" disse senza alzare la voce e sospirai appoggiandomi nella porta, ormai priva di forza per questa situazione estenuante tra di noi.
"Anche se fosse? Tu stai con quella." dissi con un tono tremendamente geloso e al solo pensiero che andavano a letto insieme mi faceva imbestialire.
Si vedeva che ero gelosa e incominciai a camminare nervosamente attorno alla stanza toccandomi i capelli.
"Io non sto con lei, Macarena." disse appoggiandosi nel divano e scoppiai a ridere con le lacrime agli occhi.
"Allora smettila di scopartela perché al solo pensiero che lei possa vederti nuda, baciarti, toccarti, mi manda letteralmente fuori di testa e se la rivedo appiccicata a te la uccido!" urlai perdendo la pazienza e Zulema sorrise divertita nel vedermi finalmente dire la verità senza più nessuna bugia.
"Però quel coglione te lo sei scopata anche tu o sbaglio? Sotto al mio stesso cazzo di tetto oltretutto." disse avvicinandosi pericolosamente a me e vederla ancora più da vicino era a dir poco stupenda e volevo tanto baciarla.
"Zulema ma per favore, lo facevo solamente per toglierti dalla mia cazzo di testa ma se vuoi saperlo neanche riuscivo a venire perché vedevo te." dissi in procinto di piangere ma decisi di rimanere seria perché volevo dimostrarle che non ero una bambina.
Il mio scorpione avanzò facendomi indietreggiare e i suoi occhi truccati alla perfezione mi guardavano con un'intensità unica facendomi tremare.
La mia schiena aderii nel muro freddo alle mie spalle e sussultai non appena mise una mano affianco alla mia testa.
Si abbassò alla mia altezza leccandosi il labbro e istintivamente seguii quel movimento con lo sguardo letteralmente perso nel suo.
Era bellissima.
Zulema aveva una bellezza al di fuori dal normale e potevo incontrare anche la donna più bella del mondo che lei aveva sempre quel qualcosa in più che ti sconvolgeva.
"Ti ricordi quanto scopavamo bene?" sussurrò avvicinandosi al mio collo e misi la testa di lato lasciandole subito spazio.
La volevo troppo.
", come dimenticarlo?" sussurrai anche io ribattendo e il suo seno si aderii contro al mio facendomi mugugnare.
"Il modo in cui venivi grazie a me era sorprendente bionda, quindi è logico che un coglione del genere non ti ha saputo soddisfare in questi 3 anni." disse salendo con i baci e il suo profumo era la cosa più buona del mondo.
Mi morsicò piano la mascella e le mie mani finirono nei suoi capelli che strinsi con forza per non farla scappare.
Ribaltai le posizioni e la spinsi contro al muro facendola boccheggiare leggermente, le afferrai i polsi e glieli misi sopra alla sua testa avvicinandomi.
"Smettila di provocarmi perché sto per trascinarti a letto e farti vedere che non ho mai perso la voglia di farti mia in ogni fottuto secondo Zulema." dissi furiosa ad un centimetro dal suo viso e la vidi infuriarsi togliendosi dalla mia presa e con mossa veloce strinse la mia gola.
"Dici di amarmi ma ieri per poco non ti scopavi la rossa davanti a me cazzo." disse arrabbiata e alzai gli occhi al cielo sentendo un fastidio enorme invadermi.
"Anche tu ti sei baciata Kate!" urlai con le lacrime che mi rigavano il viso e gli occhi del mio scorpione diventarono subito lucidi nel vedermi così distrutta.
Circondata dalla gente ma immersa nella solitudine: e quel tipo di solitudine può inghiottirti completamente.
Entrambe conoscevano il dolore dell'altra come se fosse il proprio.
E sapevano quanto sia fragile, quanto sia raro, e che da tanto dolore potesse uscire qualcosa di buono.
E si sono innamorate di nuovo.
Il dolore devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l'ha causato guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte.
La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato, ma a volte il dolore ti afferra: quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace.
Il dolore devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell'altro.
"Vaffanculo Macarena, non puoi fare la gelosa del caz-" disse furiosa ma le presi il volto tra le mani e la baciai con forza infilandole la lingua in bocca dato che mi aveva subito concesso l'accesso.
La vidi staccarsi per un primo momento ma poi ricambiò aderendomi contro al muro con forza facendomi gemere.
Le sue labbra erano perfette come al solito e gliele divorai con una forza disumana facendola rimanere abbastanza sorpresa dalla forza che avevo acquistato in tutti questi anni.
Ero una donna vera, ora.
"Sono gelosa perché ti amo, perché mi manchi e no Zulema, non me la sono scopata perché voglio te da morire." mormorai contro la sua bocca e serrò la mascella chiudendo gli occhi furiosa ma i suoi muscoli erano più rilassati.
"Non sai quanto mi sei mancata." dissi cingendole il collo con la braccia e la baciai ancora nel mentre che mi stringeva al suo corpo forte e caldo che volevo possedere con tutta ma stessa.
"Ti aspetterò sempre e voglio tutto quello che hai da offrimi perché posso incontrare chiunque ma nessuno è come te Zulema, e sono innamorata." dissi mordendole piano il labbro e mi guardò senza staccare lo sguardo dal mio, era seria in viso ma sollevata.
Quando stiamo un po' di tempo senza certe cose, è facile dimenticare quanto ne abbiamo bisogno.
Dimentichiamo ciò che avevamo una volta, dimentichiamo com'è vivere con una cosa di cui non abbiamo bisogno ma che vogliamo.
Ecco perché è importante per noi ricordarlo, tenerlo a mente.
Anche se possiamo fare a meno di qualcosa, non vuol dire che dobbiamo per forza farne a meno.
"Ti amo, te lo ripeterò sempre." sussurrai mordendomi il labbro in lacrime e dirglielo era la cosa più bella del mondo, la volevo da morire.
"Baciami." sussurrò accarezzandomi il viso piano e la baciai trascinandola in camera mia, con forza.
La spinsi sopra al letto infilandomi tra le sue gambe e con le unghie tracciò la mia schiena facendomi sussultare dal dolore.
"Ti voglio, Zulema." dissi ansimando contro alla sua bocca e finii sotto di lei in nemmeno mezzo secondo.
"Anche io non ho mai smesso di volerti Macarena, se vuoi saperlo." disse sistemandosi meglio sopra al mio corpo e le sue mani vagavano sotto alla mia maglietta stringendomi il seno.
Sgranò gli occhi notando che non portavo il reggiseno e quasi sorrisi per la sua espressione in viso, mi era mancata.
"Fai l'amore con me, per favore." dissi baciandola sulle labbra con passione e le cinsi la vita con le gambe facendola gemere.
"Per quanto vorrei scopare con te non ce la faccio ora, devo pensarci bene." disse togliendosi dal mio corpo e si sedette nel letto prendendosi la testa tra le mani con forza, mi sollevai leggermente sconvolta e mi avvicinai a lei abbracciandola da dietro con forza.
"Prenditi tutto il tempo che vuoi." sussurrai lasciandole dei piccoli baci sulla spalla e mise la testa di lato per guardarmi, mi porsi a lei e le afferrai delicatamente il labbro tra i denti.
"E comunque le tue labbra sono molto meglio di tutte quelle che ho baciato fino ad ora, per la cronaca." sussurrai cercando di rubarle altri baci ma scosse la testa quasi divertita e si alzò facendomi sbuffare per la sua mancanza.
Non volevo lasciarla mai più e sapevo che qualcosa dentro di noi si era smosso.
Anche se lei lo reputava un errore.
Ma ero andata oltre, finalmente.
"Lo so bene, bionda." disse accennando un sorriso sincero e la lasciai andare sperando di non doverla aspettare troppo.
Ma avevamo fatto un passo in avanti.
Stavamo ritornando.

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