82.

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salto alto, intento escapar
no puedo volar, y sin respirar
me hago la muerta y no paro de hablar.

"Caffè amaro o con lo zucchero?" mi domandò Denver gentilmente e gli risposi con lo zucchero, ero venuta a salutarli perché ero di passaggio.
"Come stanno procedendo le cose?" dissi toccandomi i capelli guardandomi attorno e Denver mi spiegò bene la situazione ma venni interrotta da Fatima che stava sbraitando contro Zulema.
"Non voglio parlare con te!" urlò con le lacrime che le rigavano il viso e il mio scorpione serrò la mascella, toccandosi il viso molto nervosamente.
"Ragazzina, non farmi perdere la pazienza per cortesia! Non sto giocando e devi ascoltarmi bene." disse afferrandola per un polso e la ragazza tentò di dimenarsi dalla sua presa, era troppo presto affinché potessero essere subito unite.
"Credevo che tu mi avessi abbandonata, non stiamo parlando di una cosa da niente cazzo!" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e finii di bere il mio caffè, Saray raggiunse Zulema e tentò di farla clamare ma era impossibile, data la situazione.
"Non azzardarti ad alzarmi la voce." disse Zulema furiosa avvicinandosi ad un centimetro dal suo viso con uno sguardo di fuoco e la ragazza tremò come una foglia, era impossibile reggere i suoi occhi così scuri e grandi.
Poi successivamente il suo sguardo si posò su di me e mi guardò male ma girai il viso di lato, dopo quello che era successo l'avevo evitata come la peste.
"Altrimenti che fai? Mi riporti in Marocco? Eh?" urlò Fatima scoppiando a piangere e Zulema sgranò gli occhi, fece per darle uno schiaffo ma Saray la bloccò evitandole di compiere una cazzata più grande di lei.
"Sei incredibile." sbottai senza nemmeno accorgermene e notai Fatima accoccolarsi nel divano e piangere.
"Che cazzo vuoi, Macarena?" urlò alzando le braccia e si avvicinò a me, rimasi al mio posto incredibilmente tesa.
"Non puoi comportarti così con tua figlia, la stai distruggendo a parole." dissi avvicinandomi e la guardai con tantissimo dolore in corpo, che situazione del cazzo dopotutto.
"Devi dirmi tu come devo comportarmi con mia figlia? Scappa come hai fatto ieri, dimostra quello che sai fare." disse lanciandomi una frecciatina e ridacchiai mordendomi il labbro.
Era assurda.
"Volevi risolvere le cose tra di noi, scopando? Perché non si fa così." incominciai furiosa e non mi interessava se gli altri ascoltavano eccome.
Non mi importava più di niente.
"Però anche tu mi hai baciata." disse Zulema facendo la sua solita smorfietta e sospirai per il suo atteggiamento.
", hai ragione ma forse dimentichi che io ti amo per davvero. Pensi che tutta questa situazione tra noi due mi piaccia? Non mi ami nello stesso modo in cui ti amo io, Berlino è morto Zulema! Una delle persone più importanti della mia vita è morta cazzo, pensi che abbia voglia di discutere per queste stronzate? Ho il cuore a pezzi, smettila di comportarti così e usa quel cervello che hai una volta per tutte." dissi scoppiando a piangere e per la prima volta in tutta la mia vita, le mostrai tutto il mio dolore in corpo.
Infatti il suo sguardo cambiò di colpo.
"Non solo tu hai perso delle persone Macarena, anche io ne ho perso tantissime altre quindi non sei l'unica che sta male qui dentro, cazzo!" urlò con una lacrima che le rigò il viso e Saray abbassò lo sguardo, tristemente.
"Fa parte del gioco, ormai." disse Sergio stringendo Raquel tra le braccia e annuii, Denver mi porse un bicchiere d'acqua e lo bevvi lentamente.
"Sei sempre stata un casino totale Zulema, fin dal primo momento in cui ti ho vista ti volevo con tutta me stessa. Ne abbiamo passate tante, il coma, il carcere e ora che dovremo essere felici per davvero non lo siamo. Come cazzo dovrei stare secondo te?" urlai avvicinandomi di scatto e il mio scorpione rimase immobile, aspettai che mi rispondesse ma ricevetti il silenzio.
Ancora.
"Ragazzi, buona giornata ci si vede." dissi salutando i miei amici ma Fatima si alzò e mi venne incontro sotto lo sguardo di tutti, mi afferrò il braccio e mi fermai.
Lentamente mi voltai nella sua direzione e le asciugai le lacrime dalle guance, aspettando che parlasse con me.
"Ritorni qui? Per favore." disse implorandomi con quei suoi occhioni e mi inchinai lasciandole un bacio sulla guancia, annuendo piano.
" ma tu promettimi che parlerai in modo civile con tua madre, lei ti ama." mormorai serrando la mascella e Fatima mi sorrise tra le lacrime.
"Ama anche a te, aspettala." mi sussurrò senza farsi sentire e guardai il mio scorpione che si era seduta nel divano, con una sigaretta tra le labbra.

Suonarono al campanello e sbuffai infilandomi gli orecchini, stavo per uscire in un locale per svagarmi e magari conoscere qualche persona nuova.
Senza farci niente, volevo parlare con un viso nuovo e tranquillizzarmi.
Aprii la porta e mi paralizzai trovandomi davanti Zulema bella da togliermi il fiato.
Era vestita in modo impeccabile e i suoi occhi truccati mi guardavano, intensamente come sempre.
"Ciao, posso?" disse mordendosi il labbro e annuii, lasciandola entrare.
"Accomodati." mormorai legandomi un attimo i capelli sotto al suo sguardo e la vidi togliersi il capotto rimanendo con un maglione scollato, che le stava da dio.
"Vorrei parlare con te, se è possibile." disse rigirandosi la collana che aveva sul collo e sospirai, annuendo.
"Ti ascolto, intanto mi preparo." dissi andando davanti allo specchio e la guardai tramite esso, mii squadrò dalla testa ai piedi e sgranò gli occhi per come ero vestita e truccata.
"Vorrei che mi guardassi in faccia." disse serrando la mascella con un tono geloso e sospirai pesantemente, infilandomi gli orecchini e sedendomi.
Zulema mi raggiunse sedendosi nel divano al mio fianco e notavo tutto il suo nervosismo, mentre io ero tranquilla.
"Ricordi il viaggio a Barcellona?" disse di punto in bianco e annuii, come potevo dimenticare la prima volta che eravamo finite a letto insieme? Era assurdo.
"Sono scappata da te perché avevo paura di non essere all'altezza di niente, mi sono sentita così amata e voluta per la prima volta. Ho sbagliato tante di quelle volte nel respingerti nel mentre che tu, volevi semplicemente amarmi." disse facendo spallucce e mi vennero le lacrime agli occhi, ricordando ogni cosa.
"Sono stata una stronza con te." sussurrò ad una certa afferrandosi il viso tra le mani e imprecò sottovoce, mi avvicinai senza pensarci due volte e le accarezzai il braccio, incitandola a continuare trasmettendole tranquillità.
"Hai fatto così tanto per me, mi hai salvato la vita e questo purtroppo l'ho realizzato troppo tardi, ti amo con tutta me stessa e di quel figlio di puttana non mi interessa più niente. Mi ero solamente illusa che potesse amarmi un minimo ma quello che voleva da sempre era il mio potere, i miei soldi e le mie società che mi sono guadagnata con impegno e dedizione, non ha mai saputo dimostrarmi nulla mentre tu ci hai messo tutta te stessa nel rendermi felice anche per la minima cosa. Perché sono stata così ingenua? Ho provato a vedere la mia vita senza la tua presenza, i tuoi baci, il tuo corpo o semplicemente la tua risata. Bionda, non ce la faccio senza di te." concluse guardandomi e mi morsicai le labbra alzandomi dal divano, dovevo metabolizzare bene quelle parole.
Andai in cucina e sentii la sua presenza alle mie spalle, mi abbracciò da dietro e alcune lacrime mi rigarono il viso.
"Mi manca fare l'amore con te, svegliarmi al tuo fianco ogni mattina e vedere quel volto rilassato che la notte precedente ho visto contorcersi dal piacere grazie a me. Mi manca stringerti la mano nel mentre che ti faccio mia, sussurrarti che ti amo con tutta me stessa. Sono troppo innamorata di te e ripensandoci ti sposerei ogni secondo, darei tutto l'oro del mondo per rivederti con quel vestito del cazzo addosso che ti stava tanto da dio." mi sussurrò all'orecchio e la sua voce era spezzata tanto quanto la mia.
Stavamo piangendo entrambe.
"Dammi un'altra possibilità e giuro che ti renderò la donna più felice del mondo, però pensaci per davvero bionda perché ho messo la testa apposto per te e ti voglio anche ora." disse piano e mi voltai nella sua direzione, mi guardò dal basso essendo più alta di me e si avvicinò.
Appoggiò le labbra sull'angolo della mia bocca e chiusi gli occhi, per come le sue mani strinsero piano la mia vita stretta.
Non c'era nient'altro da dire.
"Ti amo da morire e perdonami." disse scendendo nell'incavo del mio collo e le accarezzai con cautela il braccio.
Che casino totale che eravamo.
"Va bene Zulema, ci penserò bene." le mormorai facendo spallucce e la donna davanti a me annuì asciugandosi le lacrime, era a dir poco bellissima.
"Devi uscire giusto? Divertiti piccola." disse sorridendomi e andò a prendersi il capotto, sospirai serrando la mascella e l'accompagnai lentamente, ero scossa tanto quanto lei e notai che stava tremando un pochino.
La conoscevo bene ed era terribilmente gelosa che stessi andando in un posto nella quale non le avevo detto niente.
Era a dir poco perfetta nel mentre che si sistemava i capelli e le aprii la porta, si voltò verso di me e mi sorrise.
Era un sorriso fatto unicamente di speranza e non l'aveva mai fatto con me.
Squadrai il suo corpo perfetto e chiusi gli occhi accorgendomi che il mio autocontrollo stava andando a puttane.
Letteralmente.
Ma per lei ne valeva sempre la pena.
Ma anche io ne valevo la pena per lei.
L'afferrai per un polso e prima che potesse realizzare la tirai dentro in casa, adagiando la sua schiena nella porta.
Fece un piccolo gemito di sorpresa per come la spinsi con forza inchiodandola con il mio colpo e la baciai, fortissimo.

end gameWhere stories live. Discover now