80- Epilogo

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A: "Dobbiamo organizzare una missione di recupero. Anzi, vado subito dall'oracolo, così possiamo partire."

Percy mi stringe il braccio, fermandomi prima che possa correre fuori dalla stanza principale della Casa Grande.

Ch: "Bambina, non possiamo. Ragiona, non sappiamo dove siano finiti. Non sappiamo dove andare, cosa fare. Dobbiamo prima capire come muoverci."
Il centauro mi guarda con affetto paterno e forse una punta di preoccupazione, ma il suo tono è fermo, così come la sua postura eretta.

A: "Beh, non avremo queste informazioni standocene qui ad aspettare."

Al momento non intendo sentire scuse. Come siamo scesi, non ho avuto il tempo di vedere, oltre al porto quasi totalmente in macerie, i danni causati da Morfeo, che sono stata scortata da Percy in infermeria, dove i figli di Apollo giustamente non hanno trovato niente da curare, tranne l'infezione della ferita al braccio. Anzi, pare che il sonno prolungato abbia giovato al mio corpo. Congedata dal dottore, sono stata chiamata alla Casa Grande insieme ai capo cabina e Jason e Frank, considerati ambasciatori romani. I successivi minuti, se non ore, sono passati in spiegazioni. Ho raccontato tutto quello che è successo da quando sono stata rapita da Morfeo, tentennando solo sul parlare della prima notte. Percy mi ha stretto la mano, confortandomi, e ho deciso di dire semplicemente che sono riuscita a distrarlo, senza spiegare come.

Giunta alla fine, sono stati loro ad aggiornarmi. Piper mi aveva già detto dell'attacco, ma è stato un sollievo sentire anche da Chirone che non ci sono state vittime. La loro grande mossa è stata allearsi con Ecate: l'unica che poteva efficacemente proteggerli dai poteri di Morfeo. A quanto pare neanche lei era troppo contenta delle mosse del dio.

P: "Non possiamo neanche girare alla cieca. Perderemmo solo tempo. Capisco che tu voglia partire subito, ma senza un'idea su cosa fare è un inutile spreco di tempo e risorse."

Mi mordo le labbra, guardando disperata Annabeth. Senza trovare alcun appoggio però.
An: "Ha ragione tuo fratello, Aly. Dobbiamo prima capire cosa fare e stendere un piano. Altrimenti andremmo solo a morire."

Faccio cadere lo sguardo supplicante su Piper, la mia ultima spiaggia. La semidea scuote la testa, guardandomi severa, ma senza abbandonare la sua dolcezza.
Pip: "Mi spiace Aly, ma devo concordare con loro."

Mi abbandono allo sconforto, capendo dai visi di tutti di essere sola. La presa di Percy sul mio braccio si allenta appena, e la sua mano scivola a stringere la mia.
P: "Perché non vai a stenderti? Una dormita non può che farti bene."
An: "E magari Kailen ti contatterà in sogno. Abbiamo già capito che è la sua specialità, quindi non è un'opzione da escludersi."

Spalanco gli occhi, considerando le parole di Annabeth. So che probabilmente le ha dette solo per convincermi, ma effettivamente se sta bene è plausibile che Kai provi a entrare nei miei sogni.
Annuisco subito e mi alzo in piedi, risistemando sbrigativamente i vestiti.
A: "È possibile. Anzi, vado ora se non è un problema."

Chirone annuisce, un sorriso dolce e forse un po' compassionevole a incurvargli le labbra.
Ch: "Vai pure. Se non ti vedessimo arrivare per pranzo ti farò lasciare qualcosa da parte. Ah, e per i prossimi giorni sei esonerata dalle attività."

Chino la testa in un breve inchino, poi mi dileguo. Raggiungo rapidamente la mia cabina, scambiando solo veloci saluti con i semidei che incontro, ma mi fermo come ho richiuso la porta alle mie spalle.

Sembrano secoli che non entro in questa Casa. Eppure è solo una settimana o poco più. Certo è che niente è cambiato.
Non il colore delle pareti o le decorazioni. Non i letti, fra cui solo il mio rifatto, probabilmente da qualcuno che ha avuto abbastanza cuore da farmelo trovare pronto. Non è cambiato il disordine in cui versa la stanza principale, che minaccia la mia incolumità già dal primo passo che tento. Né è cambiato il profumo, quel leggero, inebriante ed energizzante odore marino.

Underwater - Figlia di PoseidoneWhere stories live. Discover now