65- Su cosa lavori?

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Il ticchettio della matita sul tavolo risuona ritmico e fastidioso fra le pareti della Casa. Mi passo per l'ennesima volta una mano fra i capelli, in un istintivo gesto nervoso.
I miei occhi saettano fra il testo sotto i miei occhi e le cose attorno a me, nonostante sappia benissimo che quello che voglio davvero vedere non è a portata di vista.

Sbuffo e mi lascio cadere indietro, poggiando la schiena alla parete a cui è addossato il letto, abbandonando ogni speranza di riuscire a concentrarmi.
Annie non dice niente, ma la sento alzarsi e venirmi accanto. Si siede come me, al mio fianco, imitandomi nel guardare il vuoto davanti a noi.

An: "So esattamente come ti senti."

Le rivolgo un'occhiataccia e mi stringo le ginocchia al petto.
A: "Non devi mentire per cercare una sorta di vicinanza emotiva."

An: "Mentire? Hai idea di quante volte non avessi la minima idea di dove fosse quella Testa D'Alghe? Di quante volte sia stata in ansia che gli succedesse qualcosa, e che io non fossi lì a salvargli il culo?"

Scuoto la testa, volendo solo darmi una sprangata in faccia da sola.
A: "Scusa Annie, sono solo... nervosa, per tutta questa situazione, per non avere idea di come stia andando la missione, per... per tutto."

Annabeth mi dedica un piccolo sorriso compassionevole e mi circonda le spalle con un braccio.
An: "Lo so, tranquilla. Ti sembrerà impossibile, ma in realtà la tua è una sensazione che conosciamo tutti, in entrambi i Campi. Con il tempo ci farai l'abitudine."

Annuisco distrattamente, anche se non sono totalmente convinta delle sue parole. Non penso mi abituerò mai a una sensazione tanto attanagliante, una morsa viscida e viscosa, incapace di scollarsi di dosso.

A: "Scusa, temo di dover rimandare la nostra sessione intensiva sulla genealogia divina a un altro giorno."

La figlia di Atena ridacchia appena e scuote la testa, stringendomi più forte a sé.
An: "Lo studio può aspettare, non c'è fretta."

La guardo stranita e un sorriso si allarga sulle mie labbra.
A: "Sei sicura di stare bene?"

Annabeth fa un verso a metà fra una risata e uno sbuffo, causando le mie risa. Con fatica immane mi rialzo e metto a posto il libro che mi stava illustrando la figlia di Atena, cercando di tenere in ordine perlomeno la mia parte di camera. Più tardi cercherò di convincere Percy a fare lo stesso, ma non ho particolari speranze.

A: "Secondo te come sta andando? Dici che è a buon punto?"

Annie scrolla le spalle e mi fa di nuovo spazio accanto a lei.

An: "È partito solo da due giorni, non credo."

Sospiro e chiudo gli occhi, cercando di estraniarmi da questo luogo, da questa conversazione.
La porta si spalanca, lasciando entrare un Percy chiaramente distrutto.

P: "Per Zeus ragazze, oggi i ragazzi di Ares erano davvero in vena di sfide."

Lascia cadere a terra i pezzi di armatura e si butta sul letto, sospirando una volta disteso sulla comoda superficie.

A: "Percy diamine vatti a fare una doccia! Non puoi metterti a letto così."

P: "Sono stanco. Un attimo e vado."

Roteo gli occhi, e anche Annie non si esime dal guardare male il proprio ragazzo.

An: "Come no Testa D'Alghe. Muovi quel bel culo, su."
Percy risponde alla sua ragazza solo con un grugnito informe, facendole alzare un sopracciglio.

Lancio uno sguardo d'intesa ad Annabeth, subito ricambiato, e fisso gli occhi sulla figura di mio fratello. Ora che sono diventata più pratica con i miei poteri, non ci vogliono che un paio di secondi prima che Percy si ritrovi totalmente zuppo, annacquato da una cascata d'acqua.
Lui salta subito in piedi, gli occhi fuori dalle orbite, ma come di consueto vestiti e pelle asciutti.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora