53- È un casino

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Mi sveglio di scatto, il respiro mozzo. Strofino gli occhi con una mano e sospiro. La stanza è ancora avvolta nell'oscurità, e dal silenzio che regna direi che stanno ancora dormendo tutti.

Mi alzo stando attenta a non fare rumori che possano svegliare i belli addormentati, e infilo un paio di scarpe. Prendo la giacca di jeans e acconcio i capelli in una crocchia improvvisata. Se c'è una cosa che mi dà fastidio sono i capelli sciolti, soprattutto d'estate. Mi rendo conto di aver fatto la scelta giusta quando, uscendo, vengo accolta da una folata torrida e appiccicosa, che mi fa subito anelare un venticello rigenerante, o la frescura del mare.
Chiudo piano la porta della Casa, cercando di farla scricchiolare il minimo possibile, e mi direziono verso il molo.

Noto che il sole sta lentamente sorgendo, dandomi una tiepida consolazione sul mio risveglio, evidentemente non così anticipato. Arrivata alla spiaggia, opto per una passeggiata sul lungomare, e senza pensarci troppo mi ritrovo a percorrere il confine fra acqua e sabbia. Tengo lo sguardo basso, immersa nei miei pensieri.

Ho deciso di aiutare Kailen, ma come posso fare? Lui ci ha apertamente dichiarato guerra, e non sembra minimamente intenzionato a tirarsi indietro. Ho provato a premere sull'inconsistenza delle sue ragioni, ma a quanto pare ormai agisce per inerzia, senza curarsi del motivo per il quale continua imperterrito, o forse troppo spaventato dalle ripercussioni che una sua ritirata avrebbe.
Devo trovare un modo per evitare che questa guerra abbia luogo. Non ci saranno inutili spargimenti di sangue. Ma come si fa a concludere una guerra prima ancora che questa inizi?

Mi fermo sui miei passi, quando un pensiero passa improvviso per la mia mente.
Il diadema.
L'abbiamo ancora noi.
Kailen potrà anche avere il comando sulle creature di mare, ma non lo ha su tutti gli animali. Noi abbiamo ancora il controllo sui Lupi, che in qualsiasi caso credo siano più che disposti a ribellarsi a colui che li aveva seviziati.

Ma... non ha senso.
Perché Kailen avrebbe rinunciato volontariamente alla giurisdizione su tutti gli animali?

Faccio dietrofront e inizio a correre, puntando alla Casa Grande. Se quello che penso è vero, avranno tutti una brutta sorpresa al risveglio.

Dopo pochi minuti di corsa a perdifiato arrivo di fronte al centro di controllo del Campo Mezzosangue, e mi prendo qualche attimo per riprendere fiato, le mani sulle ginocchia. Mi rialzo in fretta e busso alla porta, sperando che qualcuno mi senta. Passato un po' in cui nessuno si degna di aprire, busso più forte a ripetizione, sperando che i sensi all'erta di Chirone siano utili.
Festeggio internamente quando finalmente la porta si apre, mostrandomi il centauro in sedia a rotelle. Questo mi guarda spaesato e preoccupato, e si fa da parte per farmi entrare.

C: "Cosa succede, Alyssa? Posso esserti utile?"
Mi mordo il labbro annuendo, sperando riesca a cogliere l'allarme nei miei occhi.
A: "Credo che Kailen sia venuto a prendere il diadema."

Chirone spalanca gli occhi, e mi fa cenno verso il sottotetto.
C: "Se è ancora lì, lo troverai appena salita su un ripiano a destra. Bambina mia, mi spiace dirti che spero tu abbia torto. Le Parche solo sanno cosa ne sarà di noi se così non fosse..."

Stringo i pugni e mi dirigo di corsa dove indicato dal centauro. Sfreccio su per i gradini pericolanti e apro una botola, ritrovandomi infine nella stanza indicata da Chirone. Volgo il mio sguardo a destra trovando subito un ripiano, come indicato.
Vuoto.

Stringo più forte i pugni e serro la mandibola.
Ecco cosa aveva tanto da fare Kailen. Mentre tutto dormivano, è venuto qui a prendere il diadema. Essendo un mezzosangue non deve aver avuto il minimo problema ad attraversare il confine, e nessuno può averlo visto in giro, dato che erano tutti a dormire in vista degli allenamenti.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora