Il capo buttò a terra tutto quello presente sulla scrivania, urlando frustrato dalla rabbia. Piantò le mani ai bordi del mobilio e strinse con forza, iracondo.
Fissò con sguardo di morte la scena che si stava svolgendo e che poteva spiare dalla sfera.Colui accanto a lui, non uno dei suoi sottoposti, sghignazzò e commentò: <Eh già, son proprio svegli. C'è più di un abile maghetto nel loro mondo. Mi sento quasi triste che non possa discutere con loro sulla magia.>
<Tanto li avveleneresti tutti appena servi qualcosa da mangiare.> commentò la figura che aveva seguito più volte i Beilschmidt per Berlino.
<Oh, sarebbero svegli abbastanza da percepire qualcosa di sbagliato!> replicò il mago.
<Non è questo l'importante! Dobbiamo impedirgli di rompere tutto quello creato duramente a fatica, cazzo!> urlò il capo.<E che suggerisci, allora?> domandò la figura più alta.
<Non lo so! Non possiamo impedirgli di agire?!> domandò questi al possessore di magia.La figura ridacchiante spiegò: <Possiamo solo provare ad ostacolarli e farli desistere. Ma non posso effettivamente farlo io, bisogna far andare qualcuno nella sua zucca.>
<Bene, andate voi due e fate del vostro meglio! Fatelo per le vostre scopate, se non volete farlo per il potere supremo!> sbottò il capo, indicando i due tirapiedi.
<E io che stavo così bene qua steso...> sbadigliò la figura dagli occhi rossi.
<E se non si arrendessero?> domandò quello dagli occhi violetti.
<Vi riporterò qua se la situazione si fa critica. Ma ora è tempo di andare!> ordinò il mago.Batté le mani e li fece sparire.
<Li hai mandati nella sua testa e non in qualche fosso con animali feroci, vero?> domandò il capo.
<Sì, sì. Appena entrano anche loro, sposterò la visuale nella sua testolina e ti farò vedere.> assicurò l'altro.•~-~•
<Dobbiamo eliminare il problema alla radice. Nella sua testa.> asserì Sofia.
<E come? Gli spacchiamo il cranio e facciamo cucù?!> domandò acido Giorgio.<Gio', capisco che sei stressato, ma devi restare calmo.> notò Aleksander, osservandolo preoccupato.
<Sono calmissimo!> quasi strillò il veneto, le mani chiuse a pugno.
<Se non ti calmi faccio svenire pure te.> minacciò Angela.L'ex repubblica marinara si sentiva come un animale chiuso in gabbia, lo sconforto e la rabbia che incendiavano il suo animo già di suo dirompente.
Conficcò le unghie nei palmi delle mani, guardò tutto il mondo con furia e incrociò le braccia.
<Va bene, va' pure sulla difensiva. Basta che non fai danni.> borbottò il friuliano, che provava pietà per il chiaro stato vicino all'isteria del fratello.
Dopo vari secondi di silenzio, Ludwig chiese: <Come facciamo ad eliminare il suo problema in testa?>
<Bisogna entrarci. Dobbiamo decidere chi va, un gruppo piccolo preferibilmente, e sconfiggere quell'altro Feliciano di troppo. E intanto distruggere la magia di blocco.> illustrò Sofia.
<Io voglio andare.> si offrì all'istante Lovino, determinato, le mani che già fremevano di chiudere quella faccenda.
<Mi sembra sensato. Sarebbe giusto mandare persone che emotivamente hanno un forte legame con Feliciano, quindi, se vuoi andare anche tu... saresti utile.> notò Angela, osservando il tedesco.
<Certo che voglio andare.> fece all'istante Ludwig.
La mezza nazione sospirò leggermente e commentò: <Allora mi toccherà sotterrare l'ascia di guerra per un po'... Chi altro viene?><Secondo me siete sufficienti voi due, più io, perché sono quella che fa la magia e sono più sicura se sono sul campo mentre vi riporto indietro.> osservò Sofia, tenendo il dito su dove aveva cerchiato l'incantesimo.
<Ehi! Voglio andare anche io!> si lamentò Giorgio.
<No, resti qua. Sei instabile.> impose Francesca.
<No!> ribatté il veneto.<Sì, sta' buono. Per lo shock sei quasi fuori come un balcone, porca la Madonna! Sei incazzato perché ti sembra assurdo, ma è così. E lo so che sei frustrato perché ti senti come tradito, ma ora che siamo così vicini a risolvere il problema non ti lascerò sbarellare e fare casini!> controbatté Aleksander.
Afferrò per le spalle il fratello e si fece guardare negli occhi.
Giorgio si morse l'interno guancia, la frustrazione che fastidiosamente pizzicava gli occhi.No, non avrebbe pianto.
Anche se davanti a quegli occhi si sentiva un bambino capriccioso che veniva rimproverato dal genitore.Lo sapeva e gli dava fastidio come anche l'altro avesse fatto centro nel suo turbinio di emozioni.
Pensava di capire Feliciano, in virtù anche della loro connessione dell'anima e invece, ancora una volta, qualcosa in cui credeva era andato distrutto.
Ma mai si sarebbe aspettato sarebbe stato quel pilastro che aveva fin da piccolo.E non gli importava se di mezzo c'era l'infingarda magia, lui aveva qualcosa di speciale con Veneziano, oltre la banale magia... ma a quanto pare era stato troppo cieco per vedere il problema.
Voleva rimediare.
Ma il fratello aveva ragione. Non c'era con la testa.Sospirò e si calmò sotto la presa del friulano. Questi smise di tenerlo con forza e gli accarezzò una spalla, un po' sollevato, ma non del tutto.
<Allora noi andiamo.> decretò Sofia, rompendo il religioso silenzio creatosi.
<E noi che facciamo?> domandò Mario.
<Aspettate. Ma se ci augurate buona fortuna o accendete un cero per noi non sarebbe male.> rispose con chiara ironia Lovino.<Cerca di tenere aperte le orecchie e non fare tutto tutto di testa tua.> ammonì Giovanna, tirando brevemente l'orecchio al padre.
Il Sud Italia si tenne l'orecchio tirato e la guardó con un broncio infantile in volto. Eppure non si ribellò quando ella lo baciò sul naso e gli sussurrò qualcosa in palermitano, anzi, perfino sorrise leggermente.I due Beilschmidt rimasero interdetti davanti quella immagine: non era decisamente da lui, per come lo avevano sempre visto!
Sofia poi parlò in una lingua arcana e lei e i due scelti per la missione vennero avvolti da un brece fascio di luce e tutti e tre scomparvero.
<Riusciresti a far vedere quello che succede là dentro?> domandò Carmela, guardando il fratello.
Vincenzo annuì, ma pensieroso, e ammise: <Posso provarci, ma non assicuro nulla.>
<Se non ci riesci, ci toccherà davvero accendere un cero.> commentò Carlo.•~-~•
<Che lo spettacolo abbia inizio~> canticchiò il mago, spostando la visuale all'interno della testa di Feliciano.
<Ma non interessa a nessuno il mio piano, il reale motivo per cui siamo qui?!> domandò retorico il capo.
<Oh, a me interessa sul serio! Ma allo stesso tempo, non vedo perché non mi dovrei svagare un po' quando sta per succedere uno spettacolo gratuito di tale categoria.> rispose sereno l'altro, sedendosi comodo sulla sedia reclinabile.
N/A: e le cose si complicano, OVVIAMENTE.
E Giorgio finalmente è stato decretato come "sbarellato", così ora gli tocca rimanere in seconda fila come la maggioranza.
Alla riscossa ci sono Lovino, Ludwig e Sofia... una bella combriccola con cui fare una scampagnata, insomma.
Basta con le stronzate, alla prossima settimana!
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Mai più come prima...?
FanfictionTutto andava alla perfezione, per quanto i mille piccoli e grandi problemi della vita sussistessero. Ma più in alto si va, più fa male cadere. Nessuno sarebbe stato pronto ad un tale evento nella propria vita. Specialmente, non qualcuno come Felicia...