Capitolo 44- Vigilia di Natale

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Ashley
«Mamma, papà! Siete arrivati!» li stringo forte non appena li vedo fuori casa con le valigie in mano. Il loro solito profumo di vaniglia mi fa tornare nostalgia di casa...
«Ciao tesoro! Ci sei mancata così tanto» il sorriso dolce di mia madre mi scalda il cuore e mi fa capire quanto anche loro mi siano mancati.
«Anche voi! Venite in cucina, io e zia stiamo preparando tutto per stasera» li accompagno in sala e mamma saluta calorosamente sua sorella.
«April quanto tempo che non ci vediamo!» la stringe forte «Allora, come va?» le chiede.
«Molto bene, voi sembrate assolutamente in forma!» risponde lei.
«Avevi dubbi April?» chiede mio padre vantandosi. Imbarazzante...
Zia e mia madre ridono al suo commento e questo momento mi fa sentire più in famiglia che mai. Sono questi piccoli momenti che in realtà sono i più significativi...
«Come si sta comportando Ashley? Ti infastidisce?» chiede mia madre scherzando mentre si mette ad aiutare mia zia con la cena.
«Assolutamente no, a parte quel problemino con Ethan lei è la miglior nipote che una zia possa avere!» ride guardandomi «E poi mi fa compagnia facendomi sentire meno sola» lei abbassa il tono della voce e nessuno risponde dopo le sue parole. Cala un leggero silenzio imbarazzante che mi sento di dover spezzare.
«Ethan e la sua famiglia arriveranno per le otto, c'è abbastanza tempo per preparare tutto?» chiedo.
«Certo Ash, stai tranquilla» risponde sempre zia April.
«Dato che abbiamo aperto l'argomento, sappi che voglio fare due chiacchiere con quel ragazzo» dice mio padre.
«Non intendi quelle che si mangiano a carnevale vero?» sospiro disperata. Perché deve fare il terzo grado al mio povero ragazzo?
«Non scherzare, sono serio» dice lui.
Mia madre e mia zia ridacchiano mentre continuano a cucinare ma qui non c'è assolutamente niente da ridere!
«Beh lui non sa l'italiano e tu non sai parlare la sua lingua, e io non ti farò da traduttrice per assillare il mio ragazzo» il problema è già risolto.
«Non mi servi da traduttrice, io so parlare abbastanza bene l'inglese. Non lo sapevi?» mi lancia uno sguardo di sfida.
«Un momento, quindi sarò l'unica che non riuscirà a dialogare con gli ospiti?» si intromette mia madre.
«Oh tranquilla, ti tradurremo tutto noi» le sorride zia April.
Sarà una lunga serata.

...

«Sei in ansia?» chiedo ad Ethan all'ingresso. Sua nonna e Matias sono già in cucina per conoscere la mia famiglia, lui invece l'ho fermato per capire cosa pensa di questa situazione.
È vestito in modo diverso dal solito, è più... elegante? È strana questa parola su Ethan. Quel che indossa è un jeans nero ma senza strappi e una camicia a maniche lunghe bianca. I suoi capelli scuri sono sempre un po' spettinati ma come sempre perfetti.
«Di conoscere i tuoi? Un po', ma credo che andrà tutto bene» mi sorride e mi bacia la guancia e le sue parole bastano a rilassarmi.

La cena inizialmente passa con molta calma, tutti hanno apprezzato l'ottimo tacchino ripieno con salsa di mirtilli.
Per me e i miei genitori è stata una novità dato che in Italia si mangiano pietanze a base di pesce per Natale, ma devo ammettere che questo cambiamento non mi è dispiaciuto affatto.
Il tacchino arrosto è farcito con le castagne ed è accompagnato dalle verdure, purè e ovviamente la salsa di mirtilli che è spettacolare!
I mirtilli fanno parte dei miei frutti preferiti, infatti amo mangiarli a merenda quando preparo della frutta con un po' di yogurt!

Adesso che c'è una piccola pausa prima del dolce, vedo già mio padre pronto a riempire Ethan di domande e inizio a preoccuparmi per lui. Sembra che per godersi il tacchino non ha voluto aprire l'argomento prima e infatti hanno parlato di tanti argomenti tra di loro e con la nonna di Eth, Mary.
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato ma speravo che lasciasse perdere.
«Quindi Ethan, sei del Bronx giusto?» gli chiede guardandolo un po' male.
È necessario usare questo tono così autoritario?
Lui però gli sorride e risponde con gentilezza «si, signore»
«Strano che un ragazzo proveniente dalla parte peggiore di quel quartiere non sia come tutti gli altri. Saprai che non si parla benissimo di quel posto, arrivano voci anche in Italia» mio padre continua a non dargli troppa confidenza e a fare la parte del genitore geloso. Intanto mia zia traduce tutto a mia madre che ride del comportamento di suo marito.
«Ne sono a conoscenza ma deve sapere che sua figlia è in buone mani, non sono affatto quel tipo di persona» risponde con calma e in tono rassicurante.
Sembra che Ethan abbia compreso le preoccupazioni di mio padre e comprende anche il fatto che voglia proteggermi, chissà se questo lo fa star male perché non può dire di avere anche lui un padre così...
In fin dei conti mio padre non è cattivo e nemmeno severo, è solo protettivo e molto.
«Chi può assicurarmi che sei un bravo ragazzo e che non è tutta una tattica?» continua lui insopportabilmente sospettoso.
«Papà!» lo guardo male e lui fa spallucce come se non avesse detto niente di male, incredibile!
Ethan poggia una sua mano sulla mia e mi sorride tranquillizzandomi, cosa che non passa inosservata a mio padre.
«Molte persone al Bronx potrebbero darvene conferma, ci conosciamo tutti in quelle zone, ma posso comprendere se non vi fiderete del tutto di quella gente, nemmeno io lo faccio!» fa una pausa e porta il suo sguardo su di me, stringe la mia mano e io ricambio la stretta, poi torna a guardare mio padre. «Mio padre invece potrebbe essere considerato come quel tipo di gente, non è mai stato un genitore modello e ancora oggi provo molta rabbia nei suoi confronti. Mia madre l'ha lasciato perché la sua assenza avrebbe fatto del bene a lei ma soprattutto a me e a Matias. Lei ci ha cresciuti da sola e ci ha insegnato a diventare persone migliori, se oggi sono quel che sono è solamente grazie a lei. Perciò questa può essere la sua unica certezza della persona che sono: non potrei mai diventare come quei delinquenti perché il solo pensiero di poter deludere la mia povera madre, che ora è finalmente in un posto migliore, mi ucciderebbe dentro. E se non basta, sono l'unico familiare stretto di Matias oltre a nostra nonna e solo io posso crescerlo come nostra madre ha fatto con me. Devo prendermi cura di lui e sono pronto a dare solo il meglio di me per lui, non butterò i sacrifici di mia madre all'aria»
Il suo discorso ha lasciato tutti senza parole, persino me! Sapevo che Ethan è speciale e ha un cuore d'oro ma non immaginavo che dentro si sentisse così. Ci sono così tante cose che devo ancora scoprire di Ethan e voglio conoscere ogni suo particolare, ogni sfumatura di lui.
Gli sorrido stringendo la sua mano e lui mi bacia sulla fronte senza vergognarsi di averlo fatto davanti alle nostre famiglie.
Mia madre e mia zia sembrano commosse dalle sue parole e lo guardano con dolcezza e compassione.
Matias sembra fiero del fratellone e la nonna si è commossa tanto da arrivare a piangere, la perdita della sua unica figlia le fa ancora molto male e probabilmente sentire Ethan parlare così della madre l'ha colpita molto.
L'unica espressione che ancora non guardo è quella di mio padre ma comunque quando mi giro verso di lui non vedo nulla: il suo sguardo è inespressivo e non riesco a capire cosa pensa lui delle parole di Eth.
Passano pochi secondi che almeno a me sembrano ore in attesa che almeno dica qualcosa, poi finalmente parla.
«Molto bene Ethan, non so come ma mi hai convinto. Dato che io sarò troppo lontano, affido a te la protezione di mia figlia, posso fidarmi?»
Lascio un sospiro di sollievo e guardo Ethan sorridendo e lui mi ricambia con un luccichio negli occhi.
«Assolutamente si, lo avrei fatto anche senza la sua richiesta» gli sorride e sembra anche lui più sollevato di prima.
«Benvenuto in famiglia allora» finalmente sorride anche mio padre «Sappi che se dovessi far del male ad Ashley in qualsiasi modo, non sarò più così buono nei tuoi confronti»
Eth caccia una risatina «Lo trovo giusto, non si preoccupi»
Finalmente in cucina c'è un'aria molto più leggera e zia April si affretta a portare il dolce a tavola: la famosa torta di zucca 'pumpkin pie'

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