XIX - traditori

660 10 2
                                    

Tutte le cose nobili
hanno un'ombra di
malinconia

Herman Melville

...
Shadha

Dovrei concentrarmi, pensare ai miei amici, al piano oppure al fatto che siamo riusciti a scappare per miracolo, invece l'unica cosa su cui riesco a soffermarmi è la solitudine che mi divora.

Intorno a me decine e decine di persone stanno festeggiando chi sa cosa creando un frastuono di voci quasi insopportabile eppure tutto quello che riesco a sentire è un insostenibile silenzio dentro di me.

Vorrei gridare, iniziare a parlare con le persone che si divertono, unirmi a loro, per tentare di zittite per qualche istante la mia testa, ma non ci riesco.

Che senso avrebbe? Tempo un giorno e si dimenticherebbero del mio volto e io del loro. Riuscirei a sentirmi meglio per qualche ora e poi? Crollerei nuovamente nel mio vuoto.

La verità è che sapere che nessuno sa dove ci troviamo o chi siamo davvero mi terrorizza. Se ci succedesse qualcosa nessuno verrebbe a cercarci. Per la centesima volta da quando sono partita dal mio villaggio vado nel panico. La presenza di Egan al mio fianco non mi dona nessun sollievo. Un senso di angoscia mi perfora lo stomaco. Sento il mio corpo così pesante.

Vorrei solamente conoscere qualcuno a cui importi veramente di me. Qualcuno che metta me al primo posto. Se fossi così importante per una persona sicuramente non mi sentirei mai sola e non avrei mai paura. Ho bisogno di una persona disposta a piangere per me. Per la verità neanche questo ha senso, guarda dove sei arrivata da sola Shadha.

Non hai bisogno di essere salvata da nessuno, me lo ripeto tutti i giorni. Mi racconti che sono forte abbastanza e a volte ci credo davvero, ma poi torno a rischiare la vita e tutte le mie certezze crollano nuovamente.

<< Cosa ti turba in questo modo ragazzina? >> una vecchia mi afferra il braccio con lunghe dita ossute. Tento di allontanarmi, ma nonostante l'età la sua presa é ben salda. Chi diavolo è?

Per un singolo istante i miei pensieri vengono rapiti dal suo abbigliamento. Non ho mai visto una cosa del genere. Un lungo vestito viola e azzurro, tutto decorato con ricami dorati, le copre il corpo mentre una cintura da cui pendono tante strisce colorate le stringe la vita. Le sue braccia poi sembrano due tele su cui sono state dipinte decine di storie << non volevo spaventarti, ma hai un soffio così grigio che mi è stato impossibile non notarlo >> si strappa dalla cintura una delle stoffe che vi pendono e me la porge, rimango ipnotizzata dai suoi movimenti.

Mi accarezza leggermente il volto e mi sembra di tornare ad essere la bambina di cinque anni che sedeva sulle gambe del sovrintendente quando la notte aveva dei brutti sogni. Sento le lacrime bussare sulle palpebre inferiori dei miei occhi.

Perché questa donna mi sembra tanto familiare? << sai una volta in un regno lontano c'era una giovane principessa, tutto il regno l'amava e la venerava.

Chiunque avrebbe donato volentieri tutta la sua casa pur di passare una singola ora in sua presenza, ma a lei non le importava. Cosa le poteva importare di una stupida ora, lei voleva qualcuno che volesse passare un'intera vita al suo fianco. I cittadini del regno però erano tutti troppi occupati, avevano tutti una casa e una famiglia a cui badare. La principessa allora si mise ad aspettare che arrivasse qualcuno pronto a dedicare ogni suo minuto, ogni suo pensiero a lei soltanto.

Passarono gli anni, molti uomini si presentarono alla sua porta, ma a lei il loro affetto non bastava mai.

Alla fine la povera donna si chiuse in un lungo silenzio e mori da sola fra le fredde mura del suo palazzo.

Come fantasmi [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora