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Jimin non era come gli altri e questo Jungkook lo aveva capito già dal primo momento in cui avevano parlato.
Sapeva una cosa di certo però. Entrambi erano qualcosa di unico, di sbagliato ma nello stesso momento giusto.
Non riusciva a spiegarsi, nemmeno nella sua mente sarebbe riuscito a esprimere quella confusione.

"Hey scusami oggi sono arrivato tardi!" disse Jimin con quella voce che era come musica per il suo cuore. Lo faceva battere così velocemente che portò una mano sul petto come se avesse paura che potesse scomparire da un momento all'altro.

Si alzò in piedi osservandolo. Indossava come sempre vestiti semplici. Pantaloni da tuta e una felpa leggera larga. I capelli tenuti in una fascia scoprendo la fronte e mettendo in risalto i suoi occhi.
Si avvicinò a lui e apri le sue braccia.

"Posso abbracciarti?" gli chiese mentre l'altro già si era buttato per accogliere quell abbraccio caloroso.
Una sua mano accarezzava la schiena e l'altro era sui suoi capelli.
Il suo corpo sembrava così piccolo all'interno di quelle braccia e il suo profumo si mischiava con quello che aveva addosso.

I ragazzi e i bambini che passavano da lontano sorridevano tra di loro o gli guardavano emozionati come se avessero visto l'amore camminare verso di loro.
Sembravano una coppia.
Solo che da lontano però c'era qualcuno che gli osservava mentre lacrime calde gli cadevano dalle sue guance.
"Ho per caso sbagliato ad educare anche te Jimin?"

Suo padre.

Destiny (JIKOOK) Where stories live. Discover now