40) autostima da ragazzine

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Si rannicchiò a terra e sentì uno schianto.

«Marda» aprì gli occhi, ritrovandosi coperta da un ragazzo inginocchiato. La radice si era attorcigliata intorno al suo avambracccio sanguinante.

Sirius strattonò la radice, strappandola.

«Stai bene?» si chinò verso la bambina, assicurandosi che non si fosse fatta male.

«Tu...» la dodicenne rimase incantata davanti ai lineamenti adulti di Sirius.

«Tipico!» la donna strillò. «Per una volta che stavi per fare una cosa per te!»

Entrambi si voltarono verso la Crystal adulta.

«Quella sono... wow» la bambina fissò la sé grande. «Sono... bellissima!»
«Sì» Sirius annuì.

«Oh mio dio!» la piccola Crystal lo fissò disgustata. Lui la prese, spostandola dopo l'ennesima frustata.

«Vedi di stare al sicuro, ti prego.»
«Tu sei-»
«Pensa a rimanere viva» tagliò corto.

Sirius si avvicinò verso la Crystal adulta.

«Cris?»
«Lasciala stare!» ruggì la donna, portandosi la ragazza dietro di sé. Crystal si sentì protetta da quel gesto.
«Andiamo a casa?» chiese Black semplicemente.
«Casa?! Da quel quattrocchi?!» sputò acida.

«Crystal?» Potter si voltò, vedendo Marlene preoccupata.
«Marl...»

«No!» la donna continuava a tenerla all'oscuro dagli altri.
«Stai bene?» la domanda di Marlene le fece lacrimare gli occhi. Scosse istintivamente la testa. «Andiamo a casa, ti va?» la bionda provò ad avvicinarsi, ma Crystal venne strattonata lontana.

«Pensaci» disse la rossa, con un tono di voce più dolce quando si rivolse alla Piccola Potter. «Chi c'è ad aspettarti? Mh?»
«C'è James... Marlene...»

«Siamo amiche con Marlene?» la piccola Crystal attirò l'attenzione su di sé.
«Certo!» rispose Marlene. «Sei la mia migliore amica!»
«Non è vero...» sussurrò terrorizzata.

La donna aveva ragione. Marlene l'aveva notata solamente dopo il suo cambiamento, anche lei, era come tutti gli altri.

«Non è vero!» strillò tremante. La stanza si spense per qualche secondo, subito dopo, un lampo d'argento illuminò lo spazio. Come se ci fosse un cielo sopra di loro, mille stelle cadenti avevano preso a cadere a raffica, creando piccole luci.

«Cris...»
«Sei una bugiarda. Non fai altro che mentire!» strillò verso la piccola Crystal, che spostava lo sguardo fra le due, alternandolo.

«No, non è vero. Cris ti giuro-» una radice si strinse al suo collo, sollevandola.
«Perché non hai mai tempo per me?!» l'accusò disperata. Era scoppiata in un pianto patetico, che le stava prosciugando qualsiasi emozione esistente, lasciando spazio solamente alla continua sensazione d'abbandono. «Perché non mi vuoi bene?!»

Altre radici d'argento iniziarono ad aggrovigliarsi ai piedi della Potter, sibilavano come serpenti velenosi pronti all'attacco.

"Quante volte ti ha dimostrato di tenerci? Quante volte ti ha risposto con quel sorriso che cercavi da tempo, con quell'abbraccio, con quella risposta carica di gioia che diceva "ti voglio bene". Quante volte ti ha lasciata sola?"

I pomeriggi a cercarla, a desiderarla, ad aspettarla.

«James! Pensa a James!» Sirius cercò di distrarla. Radici e occhi azzurri si spostarono su di lui. La presa sul collo di Marlene si allentò. «James si è sempre preso cura di te! Perché non dovrebbe volerti a casa?»
«Perché se torni tu torna anche lui» rispose la donna al suo orecchio.
«No James vuole te» pianse. James preferiva Sirius, aveva sempre preferito Sirius.

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