Soppresso

893 49 0
                                    

È passata una settimana. Sette giorni di progressi lenti, imprevedibili, ma evidenti.

Avevo un comò piuttosto inutile nel mio soggiorno vicino alla porta del bagno, che serviva solo da tavolo e per riporre strani cavi di cui non avevo nemmeno idea dello scopo. Adesso Camila ha il suo cassetto, così come Sofi. A volte, vedo Camila che infila una maglietta o una felpa con cappuccio dal mio guardaroba nel suo cassetto, ma il sorriso sfacciato che le attraversa il viso mentre lo fa è sufficiente per non farmi menzionare nulla.

È una cuoca terribile, ma fa ridere di cuore. Ad essere onesti, è anche una studentessa veloce e desiderosa. Per cena stasera, ha preparato una semplice pasta Alfredo in gran parte da sola e, mentre all'inizio esitava a provare la salsa sconosciuta, si è ritrovata con un sorriso orgoglioso inciso sul viso quando ha finito l'intero piatto.

Anche lei ha iniziato a pianificare le cose. Ha un piccolo taccuino che credo tenga nel cassetto, nel quale spesso la trovo a scarabocchiare durante la giornata. Quando la mia curiosità ha la meglio su di me e le chiedo cosa sia, lei sostiene che qualunque cosa stia scrivendo è per il futuro, non per il momento. Mi fa sorridere all'infinito, poiché ora sta ammettendo di avere un futuro e sta lavorando per realizzarlo. Anche a me chiede delle cose; cose come la logistica di quanto tempo lei e Sofi potranno stare qui, quanto tempo ci vorrà prima che io venga assegnato a un nuovo paziente e torni al lavoro, come potremmo fare per iscrivere Sofi a scuola in modo che non si perda un'educazione adeguata come ha fatto Camila. Per quest'ultima cosa, ci avvaliamo dell'aiuto di Normani. Sebbene piuttosto inesperta in materia, accetta di aiutarci nel processo per ottenere la custodia di Sofi, che tecnicamente potrebbe essere mandata in un orfanotrofio, al fine di tenere lei e Camila vicine e poterla iscrivere legalmente . È un processo noioso, bisogna capire come procedere senza rovinare le cose o avere ancora più problemi legali, quindi mi assicuro di ricordare spesso alla donna quanto apprezziamo i suoi sforzi.

Nonostante tutto questo, però, Camila piange ancora nel cuore della notte. Il suo compleanno si avvicina e sto rivisitando i miei piani nella mia testa quando sento i singhiozzi ricominciare al piano di sotto. La mia camera da letto sul soppalco permette un senso di privacy, ma il fatto che sia aperta fa sì che tutto ciò sia una semplice illusione. Non sono sicura che Camila si renda conto che posso sentire ogni piccolo suono che si alza in casa. L'unico posto che è attutito è il bagno sotto di me, ma lei non sceglie mai di fare il breve viaggio in quella stanza per un maggiore isolamento.

Il singhiozzo si ferma per un momento, sostituito da un piccolo sbuffo prima che passi morbidi percorrano il soggiorno. Un brontolio sommesso mi dice che sta aprendo il cassetto. Deve scavare lì dentro per un momento, poi lo chiude. Un fossato si forma tra le mie sopracciglia mentre gli scricchiolii rivelatori delle scale riempiono la stanza altrimenti piuttosto silenziosa. Nella mia discussione sull'opportunità di girarmi o rimanere di fronte all'ingresso del soppalco, finisco per congelarmi fino a quando il materasso non si abbassa dietro di me. Faccio per accendere la mia lampada, ma un tenue bagliore rosato mi interrompe. Mi giro, gli occhi trovano la lampada a forma di orso prima di seguire la sua figura scomposta. È seduta a gambe incrociate sul letto, con la schiena curva. Pur essendo per lo più una silhouette, le tracce di lacrime che le scendono lungo le guance sono chiare nella luce fioca, luccicando leggermente.

"Camila" sussurro dolcemente, allungando la mano per metterla sulla sua coscia. "Vuoi parlare di questo?"

Esita per un momento prima di girare la testa per guardarmi direttamente negli occhi con i suoi, supplichevoli. Sorrido comprensivamente prima di tirare indietro le coperte. Si acciglia per un momento prima di tremare sotto di loro, sdraiata sulla schiena con le braccia lungo i fianchi e fissando goffamente il soffitto. Mi avvicino un po' a lei, sacrificando un po' del mio calore lungo la strada mentre lascio lo spazio in cui mi sono sdraiata.

"Pensavo che le medicine migliorassero gli incubi" ricordo, sollevando la testa con il gomito per poterla guardare più comodamente. Deglutisce, gli occhi le cadono sulle punte dei piedi. Alzo un sopracciglio. "Le hai prese, vero?"

"Mi rendono triste" mormora.

Sospiro. "Camila--"

"Per favore, non farlo" mi interrompe rapidamente "Io-posso ricominciare se necessario, ma...non voglio parlarne adesso."

"Allora di cosa vuoi parlare?"

Si solleva sui gomiti come per cambiare posizione, ma sospira e si lascia cadere di nuovo sul materasso. "Io solo..." Un'altra tirata su col naso, questa accoppiata con un'asciugatura frettolosa delle sue lacrime. "Non voglio annoiarti"

Le mie sopracciglia corrugano. "Cosa dovrebbe significare?"

"Beh...ugh, tutto quello che faccio è parlare delle stesse cose. Parlo solo di me stessa e del mio passato, e di quanto sia terribile tutto questo e... come non ti annoi di me? Come mai mi vuoi ancora io qui? Tu...tu mi vuoi ancora qui, vero?"

Cerco la sua mano sotto le coperte, tirandola per premere le mie labbra contro il dorso delle sue dita. "Certo che sì, Camz. Non sei noiosa. Sei la persona più forte, dolce e onesta che conosca."

C'è una pausa, e passo ancora una volta le mie labbra sulle sue nocche. Alla fine, fa un respiro profondo, voltandosi verso di me. "Laur?"

"Sì?"

"Posso dormire con te?"

Le parole, in qualsiasi altro contesto, mi avrebbero fatto arrossire nel modo più ampio, ma qualcosa nel modo in cui sono state mormorate, nella luce rosa che le si proiettava un alone lungo il bordo del viso, nello splendore dei suoi occhi e il modo in cui mi stringe leggermente la mano nella sua, qualcosa in tutte queste cose combinate rende la singola frase il più genuinamente sana possibile. Il mio cuore sboccia nel mio petto. Le mie labbra si curvano in un sorriso. Tutto il mio corpo sembra scaldarsi e la tiro a me. Per un momento il suo corpo è teso mentre la posiziono a metà sopra di me, ma quando le bacio la sommità della testa, si scioglie.

"Va bene?" chiedo, giusto per essere sicura.

Le sue braccia serpeggiano intorno alla mia vita e si stringe forte, strofinando il viso nell'incavo del mio collo. "Sì" mormora, la gamba si solleva per essere lanciata anch'essa su di me "Sì, questo è...questo è un sogno."

Il mio sorriso cresce finché non può più essere soppresso, e permetto ai miei occhi di chiudersi, assaporando la sensazione delle sue labbra contro la mia spalla, le sue ciglia che mi sfiorano il collo, il suo respiro che mi fa venire la pelle d'oca. 'Sognante', mi rendo conto, è la parola che descrive tutto questo perfettamente.

--------------

Mancano solo 3 capitoli compreso l'epilogo <3

The Case Study || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora