Capitolo 50.

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"Allora? Cosa farete oggi?"
Chiede Lily dall'altra parte del telefono, ha videochiamato Oliver dopo pranzo e siamo ancora al telefono.

"Niente di che, staremo in famiglia per il cenone e penso che per la mezzanotte andremo in centro, di solito facevamo così. Io e Jake negli ultimi anni non abbiamo sempre fatto capodanno con loro ma penso che le abitudini non siano cambiate."
Spiego appoggiata al petto del mio ragazzo che mi sta accarezzando dolcemente la schiena.

"Niente feste?"

"Lily stai parlando a me ed Isla Ariel, scappiamo praticamente da ogni festa del college in cui ci trascinate."
Scoppio a ridere.

"Touché."
Lily alza gli occhi al cielo.

"Sei a Truckee?"
Chiede poi Oliver, cerco di non irrigidirmi, di non farmi tradire dai miei gesti ma è tremendamente difficile perché sto scoprendo un nuovo lato di lui. Mi ha spiegato quanto lui e Thomas amassero Truckee, mi ha raccontato tutto quello che ci hanno fatto. Per assurdo è lui che mi stringe forte e mi rassicura, facendomi capire che va tutto bene. Da quando mi ha detto di Thomas sembra più libero, più leggero, meno spaventato da non so nemmeno io che cosa. Anche se il dolore che prova gli si legge ancora negli occhi, credo che gli si leggerà sempre negli occhi.

"Si, siamo qua. Siamo partiti il 27, mamma ha detto che te l'aveva accennato."

"Forse si, non lo so, non mi ricordo."

"Mamma e papà sono rimasti stupiti dalla casa addobbata."

"Isla Ariel mi ha aiutato, era troppo triste che fosse l'unica casa senza decorazioni."
Lily sorride, potrei quasi dire che gli stiano venendo le lacrime agli occhi. Penso che stia rivedendo un po' di quel che era suo fratello.

"Isla Ariel ti ha proprio fottuto completamente il cervello è fratellino?"
Scoppio a ridere mentre Oliver gli dice qualcosa di poco carino.

Io ho conosciuto Oliver quando già il suo cuore era intriso di dolore, quando la vita già l'aveva ferito in modo irrimediabile, cambiandolo per sempre. Non so come fosse Oliver prima, l'ho immaginato tante volte. Come il piccolo Oliver di otto anni a cui ho aperto il mio cuore.

Immagino spesso come sarebbe se avessi conosciuto la versione di lui non devastata. Negli ultimi giorni ho immaginato anche come sarebbe stato vederlo con Thomas. Avrei voluto conoscerlo quell'Oliver felice, quell'Oliver a cui la vita ancora sorrideva. Quell'Oliver senza dolore negli occhi. Anche se, ammetto, che qualcosa in lui è cambiato da quando ci siamo innamorati. Non so se sarò in grado di renderlo felice come lo era prima di quello che gli è successo ma sono sicura che ce la metterò tutta. Farò di tutto per prendermi un po' di quel dolore e portarlo insieme a lui. Farò di tutto per renderlo felice, per vederlo sorridere più spesso.

Rispetto ai primi tempi ora sorride un po' di più. Ogni tanto, dal nulla, mi giro a guardarlo e trovo i suoi occhi già posati su di me e sorride. Sorride davvero.

E quando mi giro e lo trovo già li a guardarmi con quel sorriso penso solo a quanto io sia fortunata. Fortunata ad avere trovato questo meraviglioso essere umano sul mio cammino. La vita mi ha fatto un regalo bellissimo. Ed io mi sono innamorata, innamorata dal primo momento. Innamorata davanti a una fetta di torta cioccolato, panna e meringhe mentre guardavo quel ragazzo che rotto a metà si stava, senza rendersene conto, innamorando anche lui di me.

-
"Ma siete bellissime!"
Esclama Oliver quando io e Katrin scendiamo di sotto, ha insistito per prepararsi qua con me, perché abbiamo scelto due vestiti uguali, molto semplici, a maniche lunghe, di velluto rosso.

"Grazie amore."
Rispondo rubandogli un bacio veloce, poi prende in braccio mia nipote, in questi giorni si stanno legando ancora di più e io amo questa cosa.

"Oliver tu sei il fidanzato della zia?"
Chiede poi quando ci sediamo sul divano mentre aspettiamo l'arrivo di tutti gli altri, ho preso in braccio Dylan, il mio meraviglioso ometto.

"Si Kat, sono il fidanzato della zia."

"Quindi posso chiamarti zio?"
Strabuzzo gli occhi quando sento questa richiesta.

"Zio!"
Esclama Dylan tutto felice battendo le mani.

"Katrin!"
La riprende Sarah.
"Non mettere in imbarazzo Oliver."
Aggiunge poi autoritaria.

"Nessun imbarazzo Sarah, tranquilla."
Le sorride il mio ragazzo.
"E se non è un problema per te che mi chiamino zio non ce ne sono nemmeno per me."
Mia cognata sorride dolcemente.

"Ma che problema vuoi che ci sia? Sei meraviglioso con loro."

"Allora è andata, sono lo zio Oliver."
Katrin ride felice, gli butta le braccia al collo, Dylan la imita e Oliver li abbraccia entrambi.

"Vieni Dylan, andiamo a dirlo alla nonna."
Esclama poi mia nipote felice come solo una bambina di sette anni, quasi otto, può essere. Suo fratello la segue velocemente e in poco tempo spariscono in cucina. Rimaniamo io e Oliver in salotto, mi mette un braccio intorno alle spalle, mi bacia i capelli, chiudo gli occhi godendomi il momento.

"Zio Oliver suona proprio bene, sai?"
Alzo il capo per guardarlo negli occhi, sfiora il suo naso con il mio.

"Dici?"

"Dico, si. Ti adorano."

"E io adoro loro, davvero. Mi piace passare del tempo con Katrin e Dylan, mi ricordano ancora la spensieratezza della vita e quanto sia semplice, a volte, sorridere."

"Sei meraviglioso Oliver Kyle O'Connor."

"Se usi il mio nome completo più cognome è una cosa seri allora."

"Serissima."
Scoppia a ridere e vederlo così mi fa esplodere il cuore. Mi bacia sulle labbra e poi sulla fronte. Mi appoggio al suo petto, godendomi uno dei nostri silenzi che dicono tutto.

"Mi verrà il diabete per colpa vostra."
Esclama Melody arrivando anche lei in salotto e facendosi cadere sul divano accanto a noi.

"Come dire che all'inizio della nostra relazione non eravamo esattamente come loro."
La riprende Astrid facendosi spazio fra me e mia sorella.

"Lo vedi perché sei la mia preferita?"
Mi stacco da Oliver solo per poter abbracciare Astrid, causando in Melody uno sbuffo sonoro, scoppio a ridere e vedo che anche Melody si sta trattenendo dalle risate.

Mi ricompongo e quando guardo il mio ragazzo mi sta già guardando, sorride.
Ecco, è esattamente questo quello che intendevo prima.
Quando io lo cerco, lui mi ha già trovata.

Oliver mi trova sempre prima.
Mi ha trovata fin dal primo momento probabilmente.

Sorrido, grata alla vita, al destino, a non so nemmeno io cosa.
Grata a questi piccoli istanti qua, che sono quelli che più di tutti mi porterò dietro per sempre.

Questi piccoli istanti di felicità.

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