Capitolo 71.

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"Take my hand, take my whole life too, for I can't help falling in love with you".

"Can't Help Falling in Love" di Elvis Presley risuona dolcemente mentre Astrid cammina piano con suo padre verso il gazebo e la stessa canzone continua anche quando cominciano a camminare Katrin e Dylan lanciando qualche petalo bianco e rosso.

E' la canzone di Astrid e Melody da sempre credo. Tra le mie canzoni preferite di sempre.

Sottobraccio con Ethan camminiamo piano anche noi lungo la passerella, con una mano sollevo leggermente il vestito per non inciampare, incontro lo sguardo prima di nonno che mi fa un occhiolino facendomi sorridere e poi di Oliver, uno sguardo così pieno d'amore che sento il mio cuore aumentare il battito.

Io e mio fratello ci sediamo ai lati del gazebo, sulle due sedute che spettano ai testimoni e poi mi giro a guardare l'entrata della casetta.

Ed eccola li, la mia Melody.

Mia sorella. La mia sorellona che ora sembra così piccola mentre sottobraccio stringe forte papà per paura di cadere e piano piano cammina verso quella che è l'amore della sua vita. L'amore più grande e puro che proverà nella sua vita.

Le si vedono gli occhi lucidi da qua, anche papà fatica a trattenere l'emozione mentre le note di Elvis continuano ad addolcire sempre di più l'atmosfera.

Papà l'accompagna fino a sotto il gazebo dove Astrid la sta aspettando, Melody si gira a guardarlo e mio padre, semplicemente, le lascia un bacio sulla fronte che fa durare un po' di più di quello che si fa solitamente ma dicendo tutto in questo piccolo gesto qua. Una carezza anche ad Astrid che lo guarda grata.

Ethan mi mette un braccio intorno alle spalle perché non sono ovviamente riuscire a trattenere l'emozione e le lacrime stanno rigando il mio viso. Intreccio la mia mano con la sua che penzola sulla mia spalla mentre guardo le due spose intrecciare le loro mani per salire insieme in due gradini che portano alle due sedute sotto il gazebo.

Mia sorella si gira a guardarci, ci manda un bacio che ricambiamo immediatamente.

Quando possiamo sederci per l'inizio della cerimonia, appoggio la testa sulla spalla di mio fratello. Godendomi ogni singolo momento di questa giornata che mi porterò nel cuore per il resto della mia vita.

Incontro lo sguardo di Oliver, già posato su di me, come sempre. Mi trova sempre un attimo prima che lo cerchi io, forse perché non smette mai veramente di guardarmi. Di vegliare su di me.

Sorride, mi manda un bacio, ricambio cercando di non farmi vedere da tutta questa gente che ho davanti anche se non so quanto riesca nella mia impresa. E per un secondo, per un solo secondo, immagino noi al centro del gazebo, fra qualche anno, innamorati più che mai, con le mani intrecciate che tremano e gli occhi che trasudano emozione. Con il suo sguardo sempre su di me. Quello sguardo che io mi sento addosso perché mi rende sicura e non mi fa avere paura di niente.
Mi immagino tutto questo ma lo scaccio

presto dalla mia testa, un po' perché è il giorno di mia sorella, un po' perché... In realtà, non lo so perché. Ma non ci voglio pensare. Non ora.

Mi concentro di nuovo su mia sorella e su Astrid che sta facendo la sua promessa, Ethan per precauzione mi passa un fazzolettino facendomi ridere leggermente ma ha fatto più che bene perché sono già in lacrime.

Lacrime che aumentano leggermente quando il microfono passa nelle mani di mia sorella.

"Quando ti ho incontrata la prima volta ero nel caos più totale."
Mia sorella parla piano, con voce che le trema leggermente.
"Si, ero circondata da caos, dal non saper cosa fare della mia vita, della mia esistenza. Anche la sera che ci siamo conosciute il caos urlava intorno a me. Urlava forte. Così forte da farmi aver voglia di far sbattere la testa al muro.

Poi, però, ti ho vista.

Ti ho vista e quando il tuo sguardo ha incontrato il mio, il caos è andato via, ha smesso di urlare. Uno sguardo Astrid, ecco quanto mi ci è voluto per innamorarmi di te.
Un semplice sguardo.

Credimi, amore mio, in quel momento hai messo ordine nella mia vita. E ho improvvisamente capito cosa volessi fare della mia esistenza: passare ogni singolo giorno con te. Tu che con un semplice sguardo hai portato ordine, silenzio, serenità. Tu che con un semplice sguardo mi hai reso completa. Io fino a quel momento nemmeno mi ero accorta mi mancasse qualcosa. Ma tu mi hai guardata, con quel drink in mano e quei due riccioli che ti erano scappati dalla coda e mi hai fatto capire che mi mancavi tu. Senza accorgermene sei tu che mi sei sempre mancata. Sei arrivata come un'onda, mi hai travolto completamente e con me hai travolto tutto ciò che avessi intorno. Sei arrivata per cambiare tutta la mia vita. E, da quasi otto anni, la mia vita porta il tuo nome amore. Il tuo nome che è diventato la mia parola preferita. Che ho tatuato prima sull'anima e poi sulla pelle. Da quasi otto anni sei il senso che ho dato a tutto, da quasi otto anni il caos è andato via per lasciare spazio a tutto l'amore che mi dai ogni giorno. Non so per quale assurdo motivo una persona perfetta come te si sia innamorata di un'imperfetta come me, non so davvero che ho fatto per meritarmi tanto. E ti prometto mia meravigliosa Astrid che mi impegnerò sempre a rispettare questo tuo profondo amore. Ti prometto che anche nel mio essere così casinista non smetterò mai un secondo di amarti. Ti prometto che anche quando ci saranno più nuvole che stelle mi impegnerò per trovare la luce. Prometto di amarti con tutto quello che ho e avrò. Di rispettarti e darti tutto ciò che merita una persona meravigliosa come te. E ti prometto, amore mio, che impercettibile mi troverai sempre lì, a un passo dalla tua anima che da oggi sarà sempre e per sempre, indissolubilmente, legata alla mia per il resto di questa vita e anche quella dopo."

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