Capitolo 8

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Follia


-Ilda ma di che stai parlando? Senti torna al letto non hai una bella cera-

Caterina era sempre più convinta che la ragazza stesse delirando, mentre la leggera e setosa stoffa del pigiama dell'inserviente si muoveva svolazzando a ritmo della castana che non smetteva un attimo di fare avanti e indietro per stanza.
Aveva delle profonde occhiaie nere scavate sotto gli occhi, la pelle bianca messa in risalto dal colore scuro delle vesti, la bocca solitamente rossa come le fragole mature ora di un chiaro rosa scarno.
Nonostante questo, Ilda non sembrava minimamente aver perso la sua grinta, era arrabbiata, spaventata ma anche confusa.

-Shhh, non farti sentire, in questa casa anche i muri hanno le orecchie!-

Si precipitò alla porta della propria camera e una volta aperta, controllò attentamente che da entrambe i lati del buio corridoio non vi fosse nessuno e la richiuse dietro di sé facendo scattare la serratura in ottone.

-Allora..so che può sembrarti strano, forse mi prenderai per pazza e non ti biasimo Caterina, ma ascoltami. Hanno un udito ipersensibile, si muovono nell'ombra e compaiono come fantasmi, non mangiano, vestono come se venissero da un'altra epoca e questo ha destato in me molti sospetti è vero, ma poco fa ne ho avuto la conferma. Quel pazzo di Jimin dopo avermi baciato mi ha..ha-

Le parole non le volevano uscirle di bocca e Ilda sapeva benissimo il perché, non voleva crederci nemmeno lei, ma per quanto folle fosse il suo ragionamento sapeva che quella era la pura e cruda verità.

-Mi ha succhiato il sangue- Concluse, passandosi una mano sulla fredda pelle del collo, proprio lì dove ora sentiva le vene formicolare sotto i polpastrelli.

Caterina la stava guardando come se le fosse spuntato in fronte un terzo occhio, ma non se ne prese a male, non si aspettava di certo che credesse a quella storiella tanto facilmente.

-Ok.. ti lascio riposare credo che tu ne abbia bisogno tesoro-
Rispose, aggrottando la fronte e lasciando le posate sul comodino prima di andarsene dalla camera.

-Aspetta ma..-

Ilda gettò momentaneamente la spugna ma non si arrese, doveva dimostrargli che fosse tutto vero, erano in pericolo in quella casa e doveva avvertire anche Chiara, che probabilmente le avrebbe riso in faccia se non si fosse presentata con le dovute prove.

Caterina ancora confusa si chiuse la porta alle spalle, Ilda sembrava veramente scioccata ma non riusciva proprio a crederle. Per quanto si fidasse ovviamente più di lei che dei padroni di quella casa, era sempre stata una tipa razionale e con i piedi per terra. Non credeva a quelle cose da libri e romanzi fantasy come fate, vampiri o demoni. Ok, le piacevano, ma Caterina preferiva e voleva prendere quelle fantasie per quello che erano, ovvero solo frutto dell'immaginazione di scrittori dalla fervida inventiva.

Se ne tornò in cucina con tutti i buoni propositi di rimettersi al lavoro. Sarebbe tornata da Ilda a controllare come si sentisse più tardi.
Decise di preparare per pranzo un piatto di pasta sicura che Chiara ne sarebbe stata entusiasta.
Mise sul fuoco un tegame d'acciaio pieno d'acqua e accese la fiamma, passò al sugo tritando dei pomodori e dopo aver aggiunto sale pepe e del peperoncino mise la passata a scaldare sul fuoco. Tagliò il guanciale con un grande coltello da cucina affilato e lo mise in una padella con l'olio caldo e una volta rosolato l'aggiunse al composto. Ora doveva solo attendere che l'acqua arrivasse a bollore.

La quiete però durò poco.

Ilda fece irruzione nella stanza come una furia, con la pelle ancora slavata e i capelli arruffati. Afferrò uno dei coltelli da cucina d'acciaio e Caterina cominciò a preoccuparsi seriamente. "Ok, è impazzita completamente"

•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||Where stories live. Discover now