Capitolo 42

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•Pioggia di sangue•

Hoseok era tornato ad affogare in quel mutismo che pareva nasconderle un sacco di cose. Aveva lasciato Caterina da sola nella baita e dopo la chiamata di Nam, il vampiro si era fatto ancor più bianco. Lei non avevo percepito nulla attraverso l'interfono, ma qualcosa doveva averlo scombussolato parecchio per far zittire la sua naturale logorrea.

"Arrivo subito" Aveva risposto, fissando al lungo la parete di legno che aveva davanti. Lei non aveva fatto domande, semplicemente si era data una sistemata in bagno e si era rivestita in silenzio. Hoseok già l'aspettava pronto sulla soglia con le chiavi in mano, pensò di avere le traveggole quando le parve di vederle lievemente tremare.

"Tu non verrai" Caterina inarcò un sopracciglio, non capendo bene cosa gli fosse preso di punto in bianco.

"Quello che sto per dirti, non ti piacerà" azzardò guardandola. "Non piacerà a te come non è piaciuto a me. Ma prima che sia Nam a dirtelo, vorrei parlarti al mio ritorno della persona che incontrerai in casa nostra Caterina. Un vampiro da cui devi stare alla larga. Per questo adesso rimarrai qui."

"Scusa se te lo dico Hoseok, ma credo di sapere bene come ci si comporta con i vampiri pericolosi, soprattutto se ci sto vivendo insieme da mesi" Sorrise sarcasticamente, tornandosene zitta quando lo sguardo serio del rosso le affievolì l'ironia. "Non stiamo parlando di un vampiro normale, ma di un fratello particolare e io non posso proteggerti per sempre se stai in quella casa"

"Hoseok, perché non mi trasformi e basta?" Impallidì a quella domanda, anche il solo fatto che gliela avesse posta gli suonava come uno sbaglio. Mai lo avrebbe fatto, nemmeno sotto tortura le avrebbe strappato la vita dalle mani. Nemmeno seppe bene il perché Caterina di punto in bianco venne quella malsana idea in mente. L'unica cosa che sentì di fare e gli venne spontanea fu quella di riderle in faccia.

"Non c'è bisogno di prendermi in giro. Me ne starò qui allora, non voglio essere un peso" Rispose offesa, non seppe perché ma qualcosa si ruppe dentro a quella reazione. Perché Hoseok non era disposto a darle quello che voleva.

Il vampiro allora alzò al cielo, schioccando la lingua sul palato come a contenersi dall'ucciderla con le sue stesse mani per quelle assurdità, dandole così quello che voleva.

"Vuoi sentirti dire che non sei un peso?" Assecondò, facendo qualche passo in avanti. "Non essere ridicola Caterina, sei una fragile umana, che a stento ucciderebbe una mosca fastidiosa. Non hai poteri, le tue ossa si frantumerebbero con un solo nostro respiro. Se me lo stai chiedendo si, sei debole fisicamente, non posso negare l'evidenza, sarebbe da ipocriti. Nonostante ciò, hai seguito le tue amiche in ogni sciocca indagine, hai messo a disposizione il tuo sangue per loro pur di farle rimanere in vita e non hai paura nel dividere il tuo letto con un essere come me. Non sei un peso Caterina, ma la tua natura è in contrapposizione con il tuo corpo, e per quanto ami questa cosa, le ossa rotte fanno male, il sangue perso può esserti fatale, e la vita non è qualcosa che può essere restituita"

Quando si chiuse la porta alle spalle Caterina metabolizzò ogni singola parola del ragazzo. Non era un peso, ma era fragile. E doveva starsene lì zitta e muta per non far passare altri guai a quel vampiro che in vita sua aveva già sofferto parecchio. Cercava solo di proteggerla, come non era riuscito in passato con Jia. Ma lei non voleva questo. Lei voleva una possibilità di scegliere, come l'aveva avuta quella donna in passato. Si sentì tremendamente egoista a quel pensiero, ma nulla le impediva di desidera di far parte di quella famiglia, della famiglia del suo compagno. Chiuse ogni finestra che dava sul bosco, girò cardine del pesante portone e si diresse in cucina per prepararsi almeno qualcosa da mettere sotto i denti con solo un pensiero in testa: Se fosse stata un vampiro sarebbe stata libera di fare ciò che voleva.

•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||Where stories live. Discover now